TAGLI E SVILUPPO, IL BISCOTTO DI MONTI
NEL DECRETO POCHI EURO, MA MOLTE POLTRONE ELIMINATE…E LA SFIDA SULLA SALERNO-REGGIO CALABRIA PRONTA ENTRO IL 2013
Di tagliare le tasse proprio non se ne parla, ma dopo settimane di duello con i cerberi della Ragioneria generale dello Stato il governo è finalmente riuscito ad approvare il decreto Sviluppo (vittoria personale di Corrado Passera).
Ma la novità più forte della giornata sono tagli di spesa, al ministero del Tesoro e a Palazzo Chigi.
“Un corpo organico e robusto”, riassume il premier Mario Monti. Le novità più concrete riguardano gli incentivi all’assunzione di giovani lavoratori molto qualificati (laurea in campo tecnico- scientifico o dottorato), un credito di imposta del 35 per cento del costo aziendale che richiede come contropartita di tenere il personale assunto per tre anni.
Le risorse a disposizione sono spiccioli — 50 milioni di euro — ma secondo le stime del governo dovrebbero generare 4000 posti di lavoro di alto profilo.
Le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie salgono dal 36 al 50 per cento (una soglia considerata sufficiente perchè il cliente abbia incentivi a chiedere la fattura anzichè accettare lo sconto del nero).
Peccato che l’agevolazione duri solo fino a giugno 2013, stessa data anche per quella per gli interventi che portano risparmio energetico (ma qui l’aliquota scende, nel 2013, dal 55 al 50).
Il ministro Corrado Passera confida molto nei project bond, debito finalizzato a costruire opere specifiche, che avranno la stessa aliquota fiscale dei titoli di Stato, 12,5 per cento. Sommando l’impatto delle varie misure il ministro si abbandona a una iperbole berlusconiana: “Il decreto mobiliterà risorse fino a 80 miliardi”, 40-45 dalla tassazione agevolata sui project bond e 30-35 dal resto.
E berlusconiana è anche la promessa, abituale per politici di professione meno per i tecnici, di completare l’eterna autostrada Salerno-Reggio Calabria: “Dobbiamo assicurarci che entro la fine dell’anno prossimo tutti i cantieri — oggi sono 13 e due devono essere ancora aperti — siano completati”.
Lui alla scadenza non sarà più ministro (le elezioni sono in estate), chissà se avrà ancora un ruolo, comunque oggi dice: “Metto la faccia in tanti posti, la metto anche qui”. D
Di soldi, per ora ne mette davvero pochi, anche a causa delle restrizioni imposte dalla Ragioneria dello Stato: guardando la copertura finanziaria, si vede che gli interventi veri (considerando il dato strutturale) sono per 104 milioni di euro nel 2012, 89,6 nel 2013, 240,9 nel 2014.
Poca roba, ma meglio di niente.
“I ministri di spesa pensano di manifestare la loro presenza con la spesa, invece dovrebbero farlo tagliandola e permettendo al presidente del Consiglio di abbassare le tasse. Serve ossigeno, non vitamine”,è la diagnosi del senatore ex Pd Nicola Rossi su Passera e il decreto, di cui apprezza soprattutto una parte a costo zero ma impatto rilevante: quella che limita i ricorsi in appello per la giustizia civile (“l’impugnazione è dichiarata inammissibile dal giudice competente quando non ha una ragionevole probabilità di essere accolta”).
In effetti, i tagli di spesa ci sono.
E pesanti, anticamera di quelli che arriveranno a fine mese, soprattutto ai ministeri — si parla di oltre 30 miliardi di euro — che stanno trasformando la lima della spending review di Enrico Bondi nella vanga di una manovra correttiva mascherata.
Inevitabile, se si vogliono rispettare i saldi di bilancio a fronte di un calo delle entrate (3,4 miliardi meno del previsto solo nei primi tre mesi) dovuto alla recessione.
Mario Monti comincia da Palazzo Chigi e dal suo ministero, il Tesoro, “come segnale e come anticipo ai nostri colleghi di governo”.
A Palazzo Chigi si tagliano il 20 per cento dei dirigenti, il 10 del resto degli organici, idem al ministero dell’Economia dove scompaiono alcuni feudi. Cancellata l’Agenzia del Territorio, il catasto, celebre per le folli spese di rappresentanza del suo direttore Gabriella Alemanno (oltre un milione di euro in un anno, celebre il caso di uova di struzzo decorate per migliaia di euro regalate a Natale, come rivelato dal Fatto ), finirà sotto l’A ge n z i a delle Entrate.
I Monopoli di Stato passano sotto l’Agenzia delle dogane, il direttore generale de Monopoli Raffaele Ferrara prudentemente si era dimesso nei giorni scorsi.
Non verrà licenziato nessuno, i dipendenti pubblici passano da un ente all’a l t ro , ma essendo scomparsi dalle piante organiche non saranno sostituiti da nuovi assunti.
Basterà tutto questo a far ripartire un po’ il Pil e a rassicurare i mercati? Chissà .
Di certo ieri gli investitori avevano altre priorità : su tutte le elezioni estive sulla Salerno-Reggio.
A riflettere con attenzione sulla frase detta ieri dal ministro dello Sviluppo economico (“metto la faccia in tanti posti, la metto anche qui”), viene il dubbio che ci sia uno sfondo di grande ironia dietro la decisione di imbarcarsi in uno dei più leggendari luoghi comuni del politicante trombone.
La sistemazione della Salerno-Reggio, opera nata male per vari motivi (autostrada gratuita affidata a un carrozzone come l’Anas, percorso tortuoso per toccare ogni comune politicamente ben rappresentato, selezione delle ditte costruttrici non trasparentissima), è stata messa all’ordine del giorno da Bettino Craxi nel 1987.
Da allora il costo è decuplicato. Siamo abbondantemente oltre i 10 miliardi di euro per “adeguare ” un’autostrada di 400 chilometri.
I lavori sono entrati nel vivo solo negli anni ’90, con il governo Prodi.
Il sottosegretario Antonio Bargone annunciò la fine dei lavori per il 2003, poi cambiò mestiere, oggi fa il manager autostradale (noblesse oblige).
Poi in Grecia e la possibile uscita dall’euro di Atene. La Bce di Mario Draghi ha comunicato che “continuerà a garantire liquidità alle banche solventi che ne avessero necessità ”, mentre la Casa Bianca ha comunicato che “gli Stati Uniti sono pronti a ogni emergenza che potrebbe arrivare dall’Europa dopo il voto della Grecia”.
Si vota domenica, lunedì si capirà quanto è seria l’emergenza da affrontare.
Stefano Feltri
da (Il Fatto Quotidiano)
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