TE LA DO IO LA STAFFETTA: GUERRA TOTALE IN RAI TRA IL DEMOCRISTO SERGIO E IL MELONIANO ROSSI
ROSSI È FINITO INTRAPPOLATO DALL’ASSE SERGIO-CHIOCCI-VESPA (PIU’ MARIO ORFEO) … il VERO OBIETTIVO DELLA LEGA SONO I VERTICI DELLE FERROVIE, MA CONTENDERE LA RAI A MELONI È D’UOPO PER AVERNE ALMENO LA PRESIDENZA E ALCUNE DIREZIONI
Ormai è chiaro a tutti che i giocatori in partita, da tempo, non sono più loro due. Ancor prima che l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi annunciassero insieme la data di approvazione del bilancio 2023 (il 17 aprile prossimo) — con questo lanciando di fatto la corsa alla loro successione — intorno alla Rai si è scatenata la tempesta perfetta.
Roberto e Giampaolo, i due amici di una vita (il primo era discepolo del padre del secondo), che avevano siglato un patto amichevole per scambiarsi i posti nel prossimo mandato, si ritrovano a dubitare l’uno dell’altro. Non senza turbamenti psicosomatizzati. Lo si è visto in questi giorni, in cui ad e dg avrebbero dovuto stare vicini in platea e godersi il successo.
E invece fanno la staffetta: il dg ha sostituito all’ultimo minuto sul treno speciale delle polemiche per Sanremo l’ad, ricoverato al San Carlo di Nancy per «una violenta alterazione dello stato di salute» (sic nel suo comunicato). La prima sera del Festival i due sono stati avvistati distanti in platea, dove forse s’incontreranno per l’ultima. Per il resto è quasi silenzio.
A riempirlo, ci pensano quelle che ormai sono le opposte tifoserie. La vulgata vuole che la Lega abbia messo gli occhi su Sergio per sottrarre a Rossi la poltrona di ad che gli è stata promessa dalla premier Giorgia Meloni, di cui è uomo di comprovata fiducia.
Rossi è uomo riservato, poco incline ad apparire. Ma in silenzio ha costruito una forte rete di alleanze: con tutta la dirigenza innanzitutto; con Forza Italia, grazie agli ottimi rapporti che lo legano da sempre ai manager di Mediaset; con il M5S, un feeling che passa attraverso la presidente della Vigilanza, Barbara Floridia. Ma anche con qualche emissario del Pd che, interrogato, lo negherebbe fino alla morte.
La Lega lo ha messo nel mirino in quello schema che riproduce in ogni trattativa, in cui punta al massimo per ottenere comunque qualcosa. Già, perché il vero obiettivo della Lega sono le Ferrovie, ma contendere la Rai a Meloni è d’uopo per averne almeno la presidenza e alcune direzioni.
Roberto Sergio di fronte alla lettura che lo vuole in corsa sostenuto dalla Lega s’indigna: dice che è «a disposizione del Paese» e che a metterlo contro l’amico Giampaolo sono i suoi, che fanno circolare veline avvelenate.
L’ad finora si è mosso bene: ottimi i rapporti col sindacato, che ha convocato appena insediato; buona la relazione con Gianni Letta, con cui condivide la genesi del premio Laurentum; promettenti, i contatti con l’opposizione (M5S ma anche Pd) grazie a un’infornata di nomine tra le vicedirezioni. Esagerata la sintonia con Fiorello, che ogni tanto veicola qualche sua freccia avvelenata.
La Lega non è mai stato il suo riferimento. Ma, da quando si dice che il consigliere di amministrazione del Carroccio Igor De Biasio avrebbe riunito i suoi per sostenere la conferma di Sergio come ad, i sospetti lo inseguono.
La guerra è totale. E Sanremo ci finisce in mezzo. Lega e FdI si contrappongono sulla protesta degli agricoltori: i primi sostenendoli, i secondi sminuendoli
Ma intanto le tifoserie litigano su tutto: la Lega attacca la Rai per il treno speciale per Sanremo, FdI invece protesta per la sponsorizzazione occulta della scarpe di John Travolta. In mezzo, Roberto e Giampaolo. E l’incubo peggiore: restare insieme o cadere insieme.
(da Il Corriere della Sera)
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