TRA GLI INDECISI NELLA CAMPAGNA A SUD DI PARIGI: “ALTRO CHE BANLIEU, E’ QUI CHE SI SOFFRE DAVVERO”
UN SONDAGGIO DI TRE GIORNI FA TRA GLI AGRICOLTORI DAVA FILLON AL 41% E LA LE PEN SCESA DAL 35% AL 20%: “UN PAESE ESPORTATORE DI CEREALI COME LA FRANCIA SE CHIUDE LE FRONTIERE DOVE VA A FINIRE?”
Siamo a Sens, un centinaio di km a sud-est da Parigi. Ma qui nell’Alta Borgogna è un altro mondo. Una città antica intorno alla sua cattedrale. E subito fuori campi gialli di colza e terra di quella buona per i cereali.
Le acque dello Yonne scorrono dolci come il mito della «douce France».
Due mesi fa un sondaggio Cevipof indicava che la Le Pen era la prima scelta (35%) tra i contadini, «che sono sempre meno numerosi, ma rappresentano i votanti di riferimento di tutte le zone rurali, l’8% dell’elettorato nazionale», spiega Franà§ois Purseigle, sociologo specialista delle campagne.
Allora, però, il 51% diceva che voleva astenersi, «mentre gli agricoltori vanno sempre a votare e sono spesso militanti della destra ».
Non è chiaro oggi quanti vogliano davvero rinunciare, ma pochi giorni fa un sondaggio di Bva riportava Franà§ois Fillon, il candidato della destra, in testa al 41,5%, mentre la Le Pen si fermava al 20%.
«La tentazione Fn esiste — conclude Purseigle -, ma ci sono anche resistenze: i contadini sono sempre stati europeisti convinti. Beneficiano ancora degli aiuti comunitari. E tanti sono influenzati da un cattolicesimo sociale, intollerante alla famiglia Le Pen».
A Saint-Clèment, vicino a Sens, Michel Jouan, 65 anni, è già in pensione e ha ceduto i suoi ettari al nipote. Lui voterà Fillon, ma ritiene che «avrebbero dovuto sostituirlo, dopo che sono scoppiati gli scandali».
Secondo Michel, «la Le Pen trionfa sull’ignoranza. Un Paese esportatore di cereali come la Francia, se chiude le frontiere, dove va a finire ? E se usciamo dall’euro, visto come sono indebitati i contadini, chi pagherà gli interessi che gonfieranno?».
Di Fillon non sopporta neppure «i cattolici estremisti che si è messo accanto. Per me i preti dovrebbero sposarsi». Ma si turerà il naso.
Pochi chilometri più in là , Franck Thibault, 55 anni, produce cereali bio. Fa parte della Confèdèration Paysanne, quella di Josè Bovè, e «oggi voterò Jean-Luc Mèlenchon, per la sua attenzione al sociale e ai servizi pubblici».
Non crede che alla fine uscirà dall’Europa. E non lo vuole. Ma una cosa Frank l’ha decisa. «Al secondo turno, se ci saranno la Le Pen e Fillon, io lui non lo voto. Nel 2012 votai Hollande contro Nicolas Sarkozy. E nel 2002 Jacques Chirac contro Jean-Marie Le Pen. Ma questa volta non mi fregano».
(da “La Stampa”)
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