TREMONTI PREPARA PER LUGLIO UNA NUOVA TASSA COMUNALE PER RADDRIZZARE I CONTI
NONOSTANTE LE SMENTITE, A CAUSA DELLA CRESCITA DEL PIL DELLO 0,8% RISPETTO ALL’1,1% PREVISTO, IL GOVERNO DOVRA’ RECUPERARE 5 MILIARDI…SI LAVORA AD ALTRI TAGLI IN CAMBIO DI UNA REVISIONE DEL PATTO DI STABILITA’: I COMUNI AVRANNO UNA NUOVA TASSA DA APPLICARE
Non sarà definita “manovrina” come ai vecchi tempi, ma il governo interverrà sui conti pubblici prima dell’estate, con un decreto da 5 miliardi.
Questo nonostante le smentite ufficiali, sia di Tremonti che del premier.
Il Tesoro sta infatti lavorando a questa manovra per l’inizio di luglio, introdotta attraverso un provvedimento destinato ad anticipare una “finanziaria snella” che sarà varata in autunno.
Poi ci penserà Tremonti a farla passare per una normale “manutenzione” dei conti pubbilci, invece di una manovra aggiuntiva.
Basta leggere la dichiarazione di Tremonti che già disegna lo scenario: “Ci siamo impegnati con l’Europa a fare una correzione per il 2011: la faremo con la nuova Finanziaria triennale che avrà una manovra di aggiustamento a luglio e poi a settembre una Finanziaria tabellare”.
Lo schema è quello già sperimentato nel 2008, quando fu varato a giugno un decreto anti-crisi da 2 miliardi seguito da tagli.
Ora lo scopo è quello di portare soldi freschi nelle casse pubbliche: ci sarà un altro giro di vite per i ministeri e gli enti locali, in cambio i sindaci potrebbero ottenere una modifica al patto di stabilità .
Il governo risparmierebbe così sui trasferimenti e i Comuni potrebbero investire una parte dei 40 miliardi congelati dal patto di stabilità .
Sempre a giugno poi, il governo potrebbe introdurre la tassa unica comunale o service tax che raggrupperebbe tutte le imposte di interesse locale, concedendo una parziale autonomia impositiva ai Comuni.
E qua cominceranno i dolori perchè si rischia che gli enti locali si sentano autorizzati a recuperare tasse in maniera superiore alla somma di quelle precedenti.
D’altronde non aveva molto senso negare la ricerca di 5 miliardi di liquidità da parte del governo, visto che la crescita del Pil italiano si è fermata allo 0,8% nel 2010, rispetto all’1,2% previsto: la prospettiva contenuta nel World Economic Outlook che il Fondo Monetario pubblicherà il 21 aprile, mette l’Italia all’angolo e farà salire l’asticella che Tremonti aveva fissato a un livello più basso di intervento.
Non è apprezzabile invece l’escamotage di negare l’evidenza, giocando sull’equivoco dell’anticipazione della finanziaria a giugno in base alla nuova legge di bilancio, dato che occorre rifinanziare alcune voci di spesa corrente, in primis le missioni internazionali all’estero (1,5 miliardi).
La si può chiamare come si vuole, ma la manovra interverrebbe sui saldi dell’anno in corso.
Ancora di salvezza potrebbe ancora essere rappresentata dai risultati della proroga dello scudo fiscale che scadrà il 30 aprile, con previsioni però di non oltre i 2 miliardi di gettito, troppo pochi per tamponare le spese correnti.
Ecco quindi che il ricorso a nuovi tagli diventa una verità ormai mal celata. Non era meglio dire la verità al popolo italiano?
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