UN DETENUTO SU DUE E’ IN ATTESA DI GIUDIZIO: IN CARCERE DA INDAGATO E NON DA CONDANNATO
SONO 31.187 SU UN TOTALE DI 64.595, 17.384 ITALIANI E 13.903 STRANIERI…I CONDANNATI INVECE SONO 31.363, DI CUI 21.381 ITALIANI E 9.982 STRANIERI….TRIBUNALI INTASATI E PROCESSI CHE DURANO IN MEDIA OTTO ANNI
Forse è colpevole, ma potrebbe essere anche innocente: in ogni caso resta in cella. La morale è che un detenuto su due è in attesa di giudizio.
La carcerazione preventiva viene avallata dal giudice su richiesta del pm quando sussistono determinate condizioni: gravi indizi di colpevolezza, il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato.
E quando risultino inadeguate altre misure alternative, come l’obbligo o il divieto di dimora e il divieto di espatrio.
La carcerazione preventiva è indubbio che sia anche diventata un mezzo di pressione per ottenere una confessione o quanto meno la collaborazione dell’imputato.
Attualmente nelle nostre carceri vi sono 31.187 detenuti in attesa di giudizio, su un totale di 64.595: 17.384 sono italiani, 13.803 stranieri.
I detenuti che invece scontano la pena da condannati sono 31.363, di cui 21.381 sono italiani e 9.982 stranieri.
Per la cronaca sono 1.878 gli internati invece in ospedali psichiatrici.
Altra considerazione: non sempre ci sono le condizioni che il codice di procedura penale ritiene indispensabili per la carcerazione preventiva: quando, ad esempio, qualcuno si consegna volontariamente, in quanto ricercato, non si comprende dove possa esistere il pericolo di fuga o di inquinamento delle prove, altrimenti sarebbe rimasto latitante.
Ci sono casi e casi, ovvio.
Chi non ricorda il caso dei fratellini di Gravina?
Filippo Pappalardi, il padre di Ciccio e Tore, venne arrestato il 26 novembre 2007 per sequstro di persona, duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere.
In galera ci sarebbe rimasto a vita se, per una casualità , il 27 febbraio 2008 un ragazzino non fosse caduto nel pozzo di una casa e i soccorritori non avessero intravisto, in fondo a un cunicolo, i due piccoli corpi.
Viene spontaneo chiedersi: quanti dei 31.000 detenuti senza condanna sono destinati a marcire in cella perchè non sono salvati dal caso o, a differenza dei vip della finanza e dell’imprenditoria, non possono permettersi avvocati famosi o l’attenzione dei media?
E la durata di un processo medio nel penale continua ad essere intorno agli otto anni, nei tre gradi di giudizio, e non sarà certo il processo breve, se mai verrà approvato, a cambiare qualcosa.
Non a caso, da tempo avevamo proposto una norma di buon senso per ridurre le presenze in carcere e le pratiche buroicratiche.
Che senso ha che 9.982 condannati in via definitiva e di nazionalità straniera debbano scontare la condanna in un carcere italiano, quando basterebbe mettere in atto accordi coi paesi di origine?
E lo stesso potrebbe dirsi per i 13.803 stranieri in attesa di giudizio: quelli con reati minimi sotto i cinque anni basterebbe semplicemente trasferirli nei loro paesi di provenienza.
Si alleggerirebbe il lavoro dei magistrati e si eviterebbero di costruire nuove carceri.
Magari prestando più attenzione a quei casi in cui la carcerazione preventiva diventa uno scontare la condanna in anticipo, anche se poi magari l’imputato viene assolto in sede giudicante.
Si eviterebbe anche il risarcimento che lo Stato deve spesso pagare per ingiusta detenzione.
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