UN RIFUGIATO ERITREO AGGREDITO AL TIBURTINO III DA QUATTRO RAZZISTI A BORDO DI UN’AUTO: “NEGRO”
IL GIOVANE DI 30 ANNI HA SUBITO LA FRATTURA DELLO ZIGOMO MENTRE STAVA RIENTRANDO AL CENTRO DI ACCOGLIENZA… UN GOVERNO IMBELLE, INCAPACE DI METTERE I RAZZISTI IN GALERA
Ancora violenza nei confronti di un profugo.
Ancora Roma, ancora Tiburtino III.
Mercoledì sera un 30enne eritreo ospite del presidio della Croce Rossa di via del Frantoio è stato aggredito mentre stava rientrando nel centro d’accoglienza.
Il giovane è stato avvicinato da un’auto, con quattro giovani a bordo.
Prima sono arrivati gli insulti — l’hanno chiamato “negro”, ha raccontato la vittima — e poi un pugno in pieno viso.
Gli aggressori l’hanno lasciato con l’occhio destro contuso e una probabile frattura al naso, forse da operare.
Il giovane ha al momento una prognosi di 30 giorni.
L’accaduto è stato denunciato dalla stessa Croce rossa. “Quest’episodio ci lascia sconcertati”, ha commentato Debora Diodati, presidente della Croce rossa di Roma, “va fatta luce e chiarezza su questa vicenda. Chi alimenta tensioni faccia un passo indietro”.
Ma più che passo indietro, qualcuno dovrebbe fargli fare un passo avanti, verso la galera.
Ma il gpverno è troppo impegnato a foraggiaare le milizie criminali libiche per ricordarsi che esiste una legge in Italia che punisce (in modo blando peraltro) i razzisti.
Il Tiburtino III, quartiere nella periferia est della capitale, è lo stesso dove a fine agosto un gruppo di residenti ha tentato l’assalto al presidio di via del Frantoio dopo che tre ragazzi avevano raccontato ai parenti di aver subito un’aggressione con lancio di sassi da parte di un profugo ospite del centro.
Episodio del tutto inventato, dato che le forze dell’ordine appurarono successivamente che era stata una donna italiana a ferire un eritreo di 40 anni con una coltellata nella schiena.
Ovviamente chi ha fomentato i disordini taroccati è ancora a piede libero.
E’ la legalità versione Minniti.
(da agenzie)
Leave a Reply