URAGANO NO TAP, TRE PARLAMENTARI M5S SBUGIARDANO CONTE: NON E’ VERO CHE SI DEVONO PAGARE PENALI SE SI FERMA L’OPERA
A MELENDUGNO STRAPPANO LE SCHEDE ELETTORALI… CAMPAGNA SOCIAL PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DEGLI ELETTI M5S
“Anche Conte sbaglia. Non ci possono essere penali, semplicemente perchè non esiste alcun contratto tra Stato e TAP”, questo il commento dei senatori Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis e della deputata Sara Cunial, del M5s dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio, che ha spiegato perchè non si può tornare indietro sulla costruzione del gasdotto in Salento.
“Non ci possono nemmeno essere costi a carico dello Stato, semplicemente perchè, non essendovi ad oggi il rispetto delle prescrizioni da parte di TAP, non vi può essere responsabilità dello Stato. Continuiamo ad avere fiducia nella magistratura”, hanno continuato i parlamentari.
*I No Tap, intanto, dopo l’ufficialità del via libera ai lavori, hanno lanciato una campagna social per chiedere le dimissioni degli esponenti del M5s eletti in Salento proprio con la promessa che l’infrastruttura non sarebbe mai stata portata a termine.
I volti dei destinatari della campagna, tra cui figura anche il premier Conte, vengono raffigurati al centro di due loghi, il primo recante la scritta “No Tap, nè qui nè altrove”, il secondo “Sì Tap, sia qui che altrove”.
Gli attivisti accusano di tradimenti gli eletti grillini che, affermano, dopo aver fatto della battaglia contro il gasdotto il tema “madre” delle rispettive campagne elettorali, ora hanno cambiato idea.
Gli attivisti hanno diffuso un video si vede una donna strappare la propria scheda elettorale, in segno di protesta.
Per domani, 28 ottobre, è stata indetta una manifestazione davanti alla Torre di San Foca di Melendugno, dove approderà il terminale del gasdotto. I No Tap hanno invitato a partecipare alla manifestazione anche il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, chiamata a portare la documentazione che attesta l’esistenza delle penali da pagare nel caso in cui il gasdotto venisse bloccato dal Governo.
“Chiederemo davanti ad un luogo simbolo della nostra lotta – dice Gianluca Maggiore leader No Tap – le dimissioni di chi, davanti a quella Torre, ha speculato per un pugno di voti, gridando falsità “.
(da “Huffingtonpost”)
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