Maggio 18th, 2009 Riccardo Fucile
UN MILIONE LE RICHIESTE DI MOLDAVI CHE VOGLIONO LA CITTADINANZA ROMENA… DOPO AVER INVASO L’ITALIA, ORA I ROMENI RISCHIANO A LORO VOLTA UN’ONDATA DI IMMIGRATI
Vista dalla Moldavia, la porta per l’Europa passa per il confine con la Romania.
Una volta arrivati a Bucarest, il destino di 1 milione ( su un totale di 4) di moldavi potrebbe cambiare e svoltare verso un futuro più dignitoso rispetto ai 2.500 dollari procapite che costituisce il loro reddito medio.
La Romania fa valere la sua forza di fresco Paese europeo e dimentica che la Moldavia un tempo era romena ( prima dell’invasione dell’Armata rossa), fa la sostenuta e rinnega i discorsi di accoglienza e ospitalità che invece rivendica per i suoi cittadini a stati come l’Italia.
Il Ministro degli esteri romeni promette che “valuteremo caso per caso”, di fronte a un’opinione pubblica preoccupata dal milione di richieste che sono arrivate all’ambasciata romena di Chisinau, la capitale della Moldavia.
La paura dell’invasione dei Moldavi nasce da una legge “di riacquisto della cittadinanza” che riguarda chi aveva la cittadinanza romena acquisita per nascita o adozione, perduta dopo l’annessione della Moldavia da parte dell’Urss nel 1940, data fino alla quale la Moldavia fece parte della Romania. Continua »
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Maggio 18th, 2009 Riccardo Fucile
NEL 2007, BEN 8.040 GENOVESI CHIESERO ALLO STATO DI POTER ASSUMERE REGOLARMENTE ALTRETTANTI IMMIGRATI…DOPO UN ANNO E MEZZO VIA LIBERA AD APPENA 1.418 IMMIGRATI, I POSTI ERANO STATI FISSATI AL MASSIMO IN 1.578…OLTRE 6.000 GENOVESI SI TROVANO, GRAZIE A UNA LEGGE SBAGLIATA, A FAR LAVORARE IN NERO IMMIGRATI, COSTRETTI A FIGURARE COME CLANDESTINI.
I dati sono ufficiali e sono stati ripresi dal Secolo XIX: diciassette mesi or sono, ben 8.040 genovesi, per lo più famiglie e, in misura decisamente minore, piccole imprese, commercianti ed artigiani, avevano chiesto allo Stato italiano di poter assumere regolarmente altrettanti immigrati extracomunitari .
Il via libera è stato concesso solo ora a 1.418 stranieri che, secondo le regole stabilite dal decreto flussi migratori del 2007, hanno dimostrato di avere i requisiti necessari. A 974 è stato detto no. Infine 254 hanno ritirato la domanda.
I posti disponibili per i lavoratori stranieri a Genova erano in totale di 1.578, non uno di più. Alcuni di questi non sono stati assegnati per mancanza di domande: era piccole quote riservate a dirigenti, personale altamente qualificato, studenti stranieri intenzionati a fermarsi in Italia per lavoro.
Ma le richieste in tal caso sono state minime, secondo i dati ufficiali dello Sportello unico per l’Immigrazione.
Se si considera che le domande al 31 dicembre 2007 erano 8.040, tolte le quote appena assegnate, i no e le rinunce, si nota come attualmente 5.504 genovesi si trovino nella paradossale situazione di assumere e pagare in nero uno straniero che lavora per loro, pur volendo assumerlo regolarmente ed altrettanti stranieri siano obbligati a rimanere nella clandestinità , pur avendo un lavoro (sia pure in nero) e pur aspettando un nulla osta da un anno e mezzo. Continua »
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Maggio 18th, 2009 Riccardo Fucile
IL 60% DEGLI ITALIANI HA CERCATO DI RIDURRE I CONSUMI E SI INDEBITA DI MENO… VANNO MEGLIO LE COSE PER I SALARIATI A REDDITO FISSO…NEI 7 ANNI DI EURO, A FRONTE DI UNA INFLAZIONE DEL 15,4%, IL GAS SEGNA UN + 44,6%, L’ACQUA UN + 35,5%, I RIFIUTI UN + 34,8%, L’ENERGIA ELETTRICA UN + 33,5%
Gli italiani, in tempi di crisi economica, non rinunciano a comprare, soprattutto generi alimentari. Ma pur di avere il frigo straripante di prodotti, preferiscono aspettare le offerte e riversarsi nei supermercati low cost.
Effetto del crac mondiale che fa dire al 47,6% di italiani che la crisi li ha colpiti “concretamente”.
E’ quanto emerge dal Diario della crisi del Censis.
Il dossier contiene numeri preoccupanti, a cominciare dalla percentuale di italiani, sempre più alta, convinta che non si sia ancora toccato il fondo.
Per il 68,3% degli interpellati il peggio deve ancora arrivare. Il timore di una continua discesa agli inferi è diffuso più al Centro Sud che al Nord Ovest.
La percentuale di italiani che dichiara di non sapere cosa fare per fronteggiare la crisi è raddoppiata, dall’8,1% al 16%.
Circa il 60% degli italiani ha già cercato di ridurre i consumi nell’ultimo anno. Si è ancora di più contratta la tendenza a indebitarsi: il ricorso al credito al consumo è diminuito del 10%.
In particolare sono calate le richieste di finanziamento per l’acquisto di elettrodomestici (-9,1%) e auto (- 22,9%). Continua »
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