QUOTE FLUSSI IMMIGRATI SBALLATE: COME SI CREANO I CLANDESTINI AD ARTE
NEL 2007, BEN 8.040 GENOVESI CHIESERO ALLO STATO DI POTER ASSUMERE REGOLARMENTE ALTRETTANTI IMMIGRATI…DOPO UN ANNO E MEZZO VIA LIBERA AD APPENA 1.418 IMMIGRATI, I POSTI ERANO STATI FISSATI AL MASSIMO IN 1.578…OLTRE 6.000 GENOVESI SI TROVANO, GRAZIE A UNA LEGGE SBAGLIATA, A FAR LAVORARE IN NERO IMMIGRATI, COSTRETTI A FIGURARE COME CLANDESTINI.
I dati sono ufficiali e sono stati ripresi dal Secolo XIX: diciassette mesi or sono, ben 8.040 genovesi, per lo più famiglie e, in misura decisamente minore, piccole imprese, commercianti ed artigiani, avevano chiesto allo Stato italiano di poter assumere regolarmente altrettanti immigrati extracomunitari .
Il via libera è stato concesso solo ora a 1.418 stranieri che, secondo le regole stabilite dal decreto flussi migratori del 2007, hanno dimostrato di avere i requisiti necessari. A 974 è stato detto no. Infine 254 hanno ritirato la domanda.
I posti disponibili per i lavoratori stranieri a Genova erano in totale di 1.578, non uno di più. Alcuni di questi non sono stati assegnati per mancanza di domande: era piccole quote riservate a dirigenti, personale altamente qualificato, studenti stranieri intenzionati a fermarsi in Italia per lavoro.
Ma le richieste in tal caso sono state minime, secondo i dati ufficiali dello Sportello unico per l’Immigrazione.
Se si considera che le domande al 31 dicembre 2007 erano 8.040, tolte le quote appena assegnate, i no e le rinunce, si nota come attualmente 5.504 genovesi si trovino nella paradossale situazione di assumere e pagare in nero uno straniero che lavora per loro, pur volendo assumerlo regolarmente ed altrettanti stranieri siano obbligati a rimanere nella clandestinità , pur avendo un lavoro (sia pure in nero) e pur aspettando un nulla osta da un anno e mezzo.
In pratica si vive nell’ipocrisia e lo stesso Fini ha sostenuto che la legge sui flussi va cambiata e aggiornata.
A Genova le richieste più numerose riguardano le badanti. Solo un cretino può pensare che una famiglia faccia domanda di nulla osta alla Prefettura per assumere una badante che si trova all’estero e che non ha mai vista e conosciuta prima.
E’ evidente che la maggior parte delle domande targate 2007 riguardavano e riguardano lavoratori stranieri che già si trovano sul territorio nazionale e non immigrati che se ne stanno buoni nel paese di origine qualche anno, in attesa di un ipotetico via libera da parte dell’Italia.
La situazione degli oltre 5.000 rimasti fuori dalle quote 2007 appare ora complicata dalle ultime misure adottate dal governo: adesso chi è clandestino o chi assume, “copre” un clandestino e commette un reato penalmente punibile.
Una bella preoccupazione per chi sta provando ad entrare nella legalità .
Ora la speranza potrebbe risiedere nell’apertura dell’assegnazione delle quote per il 2008. Genova avrà diritto a 2.718 ingressi e ben 2.491 saranno riservati a domestiche, domestici e badanti.
Un ampliamento vistoso, deciso dal ministero del Lavoro, ma che accaserà al massimo il 50% degli aventi diritto del 2007. E lo farà nel 2010-2012, non certo subito, mentre le Prefetture riprenderanno l’esame delle domande dal punto in cui l’avevano interrotto.
A nessun muratore extracomunitario invece sarà permesso di ottenere qualcosa. Nel suo campo, in quanto le quote sono esaurite.
Ricordiamo che le quote dei flussi migratori sono divise in due gruppi: il primo riguarda le domande per chi proviene da Paesi che hanno rapporti di cooperazione con l’Italia, al secondo appartengono le domande di ingresso distinte per settori produttivi e non per nazionalità .
Per quanto riguarda il primo gruppo, sono stati concessi 85 i nulla osta all’Albania, 6 all’Algeria, 45 al Bangladesh, 40 all’Egitto, 32 alle Filippine, 82 al Marocco, e via via altri Paesi.
Sono state respinte molte domande di albanesi, bengalesi e marocchini, mentre sono rimasti scoperti 19 posti assegnati sulla carta ad algerini, egiziani e ghanesi.
Ora la cosa più logica due anni fa sarebbe stata, a fronte di 8.040 richieste di assunzione da parte di famiglie genovesi, assumerli tutti, visto che il mercato lo richiedeva.
Evidentemente non si sarebbero mantenute oltre 5.000 persone in clandestinità a Genova, salvo poi lamentarsi del numero dei clandestini stessi.
Moltiplicate questa realtà genovese per quella di tante altre città con problemi simili e vi accorgerete che la clandestinità serve solo a qualcuno per far man bassa di voti elettorali.
La stragrande maggioranza dei clandestini lavora in nero perchè lo Stato ipocrita non li ha voluto metterli in regola. Così ora si può sfruttare il problema.
Se i clandestini non esistessero per il partito dei “coglioni a casa propria” verrebbe meno l’unico argomento propagandistico che hanno.
Meglio far vagare il fantasma del “clandestino” per le città , anche se il poveretto lavora in nero e anche quando il datore di lavoro vorrebbe metterlo in regola.
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