Destra di Popolo.net

INSULTI A DRAGHI E LODI A PUTIN: ECCO LA RETE DEGLI ACCOUNT FILORUSSI CON LA “Z” IN ITALIA

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

551 ACCOUNT TWITTER PRINCIPALI E 8 MILA CONNESSI. SONO INTERSECATI CON AMBASCIATA RUSSA, NO VAX, SOVRANISTI E COMUNISTI… SPICCANO I PROFILI DI “BYOBLU”, MELUZZI, DIEGO FUSARO, “RADIO RADIO” E “L’ANTIDIPLOMATICO”

Secondo una grafica circolata molto nella propaganda del Cremlino, la ormai tristemente nota Z starebbe per “Esercito orientale della Russia”, mentre altri simboli indicherebbero altre dislocazioni dei soldati russi in Ucraina: la Z dentro un riquadro per “Forze russe di Crimea”, la O per “Forze armate bielorusse”, la V per “Marine russi”, la X per “Forze cecene”, la A per “Forze speciali”, e così via.
La realtà è un’altra: la Z può essere vista sulle unità russe su tutti i fronti dell’invasione russa dell’Ucraina: anche sui veicoli della cosiddetta “Repubblica di Donetsk”. In sostanza, Z è un simbolo unificante, come si vede ormai anche dalle pubblicità orwelliane che compaiono sulle tv di stato russe, nelle quali la polizia in assetto antisommossa, tutta vestita di nero, si congiunge misticamente col popolo russo a disegnare appunto la Z nelle strade. Simbolo orwelliano, ma non limitato affatto alle “Eastern Russian Army”.
Secondo una nuova analisi dei dati realizzata da un ricercatore italiano e ex hacker, Alex Orlowski, ci sono 551 account univoci in italiano che utilizzano chiaramente nel simbolo la Z della propaganda russa.
Questi account si segnalano per operazioni di sostegno alla Russia e disinformation – tipo diffondere la falsa grafica dei sei piani sotterranei del bunker Azovstal, poi rivelatasi in realtà la grafica di un gioco da tavola, ma capace di ingannare anche programmi tv – e attacco e campagne d’odio contro presunti “nemici” di Putin.
La ricerca ha analizzato 639mila tweet, una mole sufficiente per condizionare le conversazioni online in lingua italiana, e soprattutto, i 551 account sono stati filtrati rispetto a tutta una rete che arriva a circa 8mila account di riferimento (che quindi possono comprendere doppioni, o account inautentici). Le caratteristiche che vengono fuori sono abbastanza inquietanti.
Intanto, perché l’account dell’ambasciata russa è il secondo al centro di questa rete. E viralizza anche falsi evidenti, per esempio negazionisti su Bucha.
Questi “zetisti” italiani quasi sempre insultano o denigrano o attaccano gli oggetti dei loro tweet, e parlano bene quasi solo dell’ambasciata russa in Italia.
Seguono i nomi culto del complottismo e della sfera no vax, o media della destra o del populismo, ma anche della sinistra radicale legata alle sigle comuniste: congiunzione di destra e sinistra alternative, rossobrunismo.
Orlowski spiega: «Per la nostra ricerca siamo partiti da un gruppo di account selezionati, riconosciuti come vicini a posizioni filo-russe che sostengono apertamente in pubblico. Nello specifico, si tratta di otto profili Twitter anonimi che adottano la Z e ne sostengono la causa. Partendo da qui abbiamo ricostruito una rete di altri account ad essi collegati. Profili simili tendono a seguirsi a vicenda: perciò, partendo da una selezione, siamo riusciti a risalire a tutta la rete». Che mostra diversi segni di coordinazione, tra cui il lancio di hashtag contro Mario Draghi.
I 551 account danno luogo a un “movimento” di account che arriva quasi a un milione: «La mappatura di 550 account univoci ha costituito la base per un ulteriore arricchimento della lista: in questo modo siamo arrivati a una mole di dati sufficientemente elevata, quasi 1 milione di account che, una volta eliminati i doppioni ed effettuati i filtri pertinenti alla Z, sono diventati circa 150mila».
La differenza tra i 551 e i 150mila è che i primi sono account “zetisti” puri, gli altri utilizzano anche altri simboli e altre narrazioni.
Sono stati individuati e selezionati solo gli account che parlano italiano o dell’Italia.
Tra i più intersecati con questa rete ci sono, in quest’ ordine, gli account di lady Onorato, dell’ambasciata russa in Italia (che ha una base media di partenza di amici di 844 su ogni tweet, il che per i numeri di twitter dà impressione di potenza), di Byoblu, di Meluzzi, di Diego Fusaro.
Tra gli hashtag, “Giovanni Frajese”, noto esponente No Vax, è il nome il più ricorrente, il che oggettivamente interseca galassia no vax e putinismo. Sappiamo anche che le chiavi #putin, #russia, #ucraina e #azovstal si incrociano con #green pass, #italexit e con una fortissima campagna contro Mario Draghi. Non è un’opinione ma un fatto: i network si sovrappongono. Tra i più retweetati spiccano un paio di giornali di destra, subito seguiti da altri noti nella sfera populista e no green pass come Imola Oggi, ByoBlu, Radio Radio e L’antidiplomatico, il giornale di geopolitica vicino un tempo alla galassia M5S.
Ci sono alcuni giornalisti bersaglio di migliaia di tweet di odio o di falsi, tra cui spiccano alcuni dei quotidiani La Stampa e La Repubblica.
Fare propaganda putiniana in Italia non è reato – mentre in molti paesi la Z è stata resa illegale e viene parificata all’uso della svastica (dalla Germania alla Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Moldavia, e ovviamente Ucraina).
È reato invece istigare all’odio e alla violenza, cosa che in alcuni casi avviene, in questa rete putiniana.
(da La Stampa)

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SALVINI VUOLE RIACCREDITARSI A MOSCA DOVE LO CONSIDERANO UN INGRATO

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

I RUSSI RICORDANO I SUOI GROTTESCHI ECCESSI DI DEVOZIONE: DOPO L’INVASIONE DELL’UCRAINA, SALVINI SI È VERGOGNATO, POI SI È VERGOGNATO DI ESSERSI VERGOGNATO… ANCHE I RUSSI HANNO CAPITO CHE DEGLI AMICI ITALIANI, SALVINI È IL PIÙ SUONATO

Salvini è rimasto l’incredibile Hulk che, da ministro dell’Interno, eccitava il razzismo e invitava a sparare ai ladri (alle spalle).
L’errore, che qualcuno allora commise, è credere che esista un Salvinipensiero, un’ideologia estremista ma coerente.
Salvini è sempre stato un movimentista, nel senso che si muove molto, si agita, non si contiene ma non ha pensiero politico. (Pochi ricordano che, non molti anni fa, andò in Corea del Nord e tornò dicendo «è come la Svizzera»).
Tanto più oggi che, sopraffatto dal successo di Giorgia Meloni e in calo nei sondaggi, si sente scavalcato anche come putiniano.
Insomma, si muove in modo scomposto per riaccreditarsi a Mosca dove lo considerano un ingrato. E non solo per i finanziamenti. Anche i russi, forse più di noi, ricordano i suoi grotteschi eccessi di devozione. Quando disse per esempio: «Se devo scegliere tra Obama e Putin scelgo Putin tutta la vita».
E poi: «Ne avessimo di più come Putin sulla faccia della terra». Ancora: «Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin». Infine: «Farei a cambio e porterei Putin nella metà dei Paesi europei mal governati da presunti premier eletti».
Si sa com’ è andata: dopo l’invasione dell’Ucraina, Salvini si è vergognato, poi si è vergognato di essersi vergognato, e allora si è convertito al pacifismo, quindi è diventato gandhiano, e poi di nuovo putiniano ma riluttante
Anche i russi hanno capito che di tutti i loro amici italiani che, storditi dalla guerra (Conte, Grillo, persino Berlusconi), si sono smarriti per strada, Salvini è il più suonato, quello che le prendeva anche quando vinceva, e figuriamoci oggi che perde.
(da La Repubblica)

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PUTIN RUBA AGLI UCRAINI PER DARE AI SUOI AMICHETTI (ASSAD) : UN MERCANTILE RUSSO CON 30 MILA TONNELLATE DI GRANO RUBATO IN UCRAINA, È ATTRACCATA NEL PORTO SIRIANO DI LATAKIA

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

L’HA RIVELATO LA CNN UTILIZZANDO IMMAGINI SATELLITARI

Una nave russa contenente grano, probabilmente rubato in Ucraina, è attraccata nel porto siriano di Latakia. Lo riporta la Cnn partendo da nuove immagini satellitari che mostrano un mercantile russo pieno di grano arrivato nel porto siriano di Latakia.
Le immagini via satellite sono state fornite da Maxar Technologies, azienda privata che ha appalti con il governo Usa. Il mercantile coinvolto è la Matros Pozynich, una delle tre navi che caricano grano nel porto di Sebastopoli in Crimea dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Si tratta del suo secondo viaggio in quattro settimane.
Il cargo è stato visto l’ultima volta a Sebastopoli il 19 maggio (dov’ è stato visto attraccare in territorio ucraino accanto a quelli che sembravano essere silos per il grano con il cereale che fuoriusciva dal nastro in una stiva aperta) e successivamente è stato rintracciato mentre transitava nello stretto del Bosforo e lungo la costa turca. Si stima che la nave possa trasportare circa 30 mila tonnellate di grano.
(da La Stampa)

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NEL SUD DELL’UCRAINA I RUSSI CONSOLIDANO I TERRITORI CONQUISTATI MA DEVONO GUARDARSI LE SPALLE DA AZIONI DI SABOTAGGIO

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

LA CONQUISTA DI TERRITORIO AVVIENE PAGANDO UN ENORME TRIBUTO DI UOMINI E MEZZI E NON SEMPRE I RUSSI HANNO SFRUTTATO I VARCHI CREATI DAL TIRO DELLE ARTIGLIERIE. FORSE PERCHÉ HANNO MENO BLINDATI

Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che le condizioni nel Donbass sono «indescrivibilmente complicate». Un monito che si porta dietro molte domande sulle future mosse di Mosca e di Kiev.
1 – Perché il grido d’allarme?
I russi avanzano, assediano Severodonetsk e – anche se non dovesse essere una vittoria fondamentale, come sostiene l’Institute for the Study of War – sono vicini a conquistare la più importante città della regione ancora in mano ucraina. Il ministro degli Esteri Lavrov ha detto ieri che la «liberazione del Donbass è una priorità assoluta» per Mosca, mentre altri territori dell’Ucraina dovrebbero decidere da sé il proprio destino.
Il timore però è che l’Armata, dopo aver aggiustato gli errori della prima fase, sia rinfrancata dai successi a Est e possa ricominciare l’offensiva in altre aree: ad esempio, a Kharkiv, la seconda città del Paese, dove gli ucraini avevano condotto con successo una controffensiva che aveva ricacciato i russi fino al confine.
A Sud, invece, i russi consolidano i territori conquistati. Vengono create linee di difesa, postazioni, possibile che i vecchi tank T62 appena arrivati siano impiegati per rimpolpare le retrovie. Però devono guardarsi le spalle da azioni di sabotaggio e contestazioni.
2 – Quanto costa l’avanzata a Oriente?
La conquista di ogni centimetro di territorio avviene pagando un prezzo di uomini e mezzi. Secondo un analista britannico, non sempre i russi hanno sfruttato i varchi creati dal tiro incessante delle artiglierie. Forse perché hanno meno blindati. Più avanti capiremo se la resistenza è riuscita a dissanguare l’invasore al punto che dovrà fermarsi in quanto ha raggiunto il limite. In caso contrario, l’azione dei difensori è stata vana e saranno costretti a ulteriori ritirate.
3 – Mosca ha rimpiazzi sufficienti?
È in corso una mobilitazione mascherata da reclutamento con offerte vantaggiose. Alcuni esperti segnalano che l’Armata potrebbe mandare al fronte anche unità che di solito servono come punto di passaggio/training per i militari destinati all’impiego. Rappresentano un segmento importante per preparare il personale. Questo permette di avere elementi esperti, ma accresce il vuoto. Il tema delle risorse è agitato dagli osservatori fin dai primi giorni del conflitto, i russi hanno però dimostrato grande adattamento ed è nota la caparbietà.
4 – Cosa ha favorito i successi parziali?
I progressi sono stati agevolati da una scelta più accurata: fronte operativo relativamente ridotto, concentramento di forze verso obiettivi possibili, appoggio massiccio dell’artiglieria e aviazione, logistica migliorata grazie alla ferrovia, truppe scelte. Quadro ben diverso da marzo, quando i battaglioni erano sparpagliati lungo un arco troppo ampio e molti non erano all’altezza.
Inadeguatezze rese più evidenti dalle tattiche dell’avversario. Il generale Alexandr Dvornikov, comandante della spedizione, cercherà di riprodurre le stesse condizioni. Molti analisti nutrono dubbi e sperano che i rifornimenti bellici per Kiev permettano di rendere impossibile un nuovo balzo. Mosca – affermano – ha speso energie e ora si troverà davanti nemici con equipaggiamenti migliori.
(da Il Corriere della Sera)

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IMPERIA, ARRESTATI IL SINDACO DI CENTRODESTRA DI AURIGO E UN IMPRENDITORE

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

BECCATI CON LA MAZZETTA DI 2.000 EURO IN MANO

Luigino Dellerba, sindaco di Aurigo, in provincia di Imperia, è stato arrestato mentre incassava una mazzetta da un imprenditore edile locale, Vincenzo Speranza.
Grazie a un blitz scattato nella prima mattinata di oggi, 30 maggio, i carabinieri del comando provinciale di Imperia li hanno scoperti proprio mentre l’imprenditore stava consegnando al sindaco una busta con 2 mila euro in contanti.
Secondo gli inquirenti sarebbe stato il prezzo pagato dall’imprenditore per agevolare la sua impresa nell’assegnazione diretta di alcuni lavori del Comune, permessi quando si tratta di interventi per un importo «sottosoglia», cioè non superiore a 100 mila euro.
Sono in corso ora perquisizioni nelle case dei due arrestati, accusati di corruzione, e negli uffici comunali. Dellerba è attualmente anche consigliere provinciale dell’area di centrodestra ed è stato vicepresidente della provincia di Imperia.
(da agenzie)

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UN MARE DI BUSTARELLE: IL MARESCIALLO DELLA MARINA MILITARE FRANCESCO RESTIVO E IL SOTTOUFFICIALE IN CONGEDO DOMENICO PENNESTRI HANNO FATTO LIEVITARE I COMPENSI DEI COLLEGHI VICINI ALLA PENSIONE MANIPOLANDO I DATABASE

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

IN CAMBIO INTASCAVANO TANGENTI DAI 7MILA AI 10MILA EURO…I DUE SONO FINITI AI DOMICILIARI, UN CENTINAIO I CASI SOSPETTI

L’escamotage era ingegnoso ed era studiato nei dettagli: un maresciallo della Marina militare e un sottoufficiale in congedo, manipolando i database, erano in grado di fare lievitare i compensi spettanti ai colleghi prossimi alla pensione, facendo impennare le cifre che l’Inps avrebbe dovuto pagare per decenni.
Ovviamente, non era un favore gratuito: il costo dell’intervento di Francesco Restivo, capo del reparto trattamento pensionistico della Marina, e di Domenico Pennestri, andava dai 7mila ai 10mila euro. Vere e proprie bustarelle, per l’accusa, che ora costano ai due militari e a 8 colleghi l’accusa di corruzione. Ma c’è di più. Dopo l’arresto dei due militari, finiti ai domiciliari lo scorso novembre, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno acquisito documentazione e individuato un centinaio di altri casi sospetti, sui quali stanno facendo verifiche.
Le cifre al centro dell’inchiesta, sottratte all’Inps, potrebbero quindi rivelarsi significative: considerando solo gli 8 beneficiari già finiti sotto inchiesta l’importo si aggirava intorno al 50mila euro. Conto che, ora, potrebbe impennarsi e che non tiene conto delle somme da accreditare sul lungo periodo.
IL RAGGIRO
Ma ecco i dettagli del raggiro scoperto dai finanzieri, coordinati dal pubblico ministero Carlo Villani. I fatti vanno dal 2015 al 2020. Oltre alla corruzione, i due militari sono accusati anche di truffa aggravata e, nel caso di Restivo, di accesso abusivo ai sistemi informatici. I clienti erano tutti colleghi prossimi al congedo, avvicinati dalla coppia e interessati alla possibilità di aumentare il proprio vitalizio.
Se accettavano di pagare, scattava la truffa all’Inps: venivano trasmessi all’istituto di previdenza documenti contabili falsi nei quali risultava un imponibile complessivo diverso da quello reale.
L’importo veniva praticamente raddoppiato con diversi trucchi. Per esempio, gli stipendi erogati in lire venivano trasformati in pagamenti effettuati in euro, mantenendo la stessa cifra, senza tenere conto del valore di cambio. Un dato che incideva pesantemente sia sul trattamento pensionistico che sulle buone uscite.
IL SISTEMA
Secondo il giudice che aveva disposto gli arresti domiciliari, come sottolineato dagli inquirenti, era stato messo in piedi «un collaudato sistema di frodi e corruzioni». Per scoprire il metodo sono state fondamentali le intercettazioni, dalle quali è emerso che la parte più difficile del lavoro era riscuotere il denaro.
«Mi ha fatto arrivare a Campagnano, in una zona deserta, con l’auto di servizio tutti mi guardavano», racconta Restivo. E il collega: «Ti sei scordato che sono andato tre volte a Ladispoli, a Castel Madama». Ancora Restivo: «Lui non si muove perché deve seguire la figlia malata, cosa ci posso fare?». La replica: «Per carità di Dio, però quello lo abbiamo fatto tornare più volte con il pullman con la moglie con il tumore, te lo sei scordato?».
Nelle conversazioni captate, i frequenti riferimenti a «un caffè» da prendere con diversi conoscenti, per l’accusa, erano un modo per cercare di mascherare gli appuntamenti per pagare le presunte tangenti. Ma non è tutto. Secondo gli inquirenti, gli indagati si sarebbero anche «adoperati in più occasioni per sottrarre, occultare o distruggere la documentazione originale cartacea relativa ad alcuni militari».
(da agenzie)

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DA QUANDO SE N’È ANDATO MORISI, SALVINI SI È CIRCONDATO DI “ESPERTI” ESTERNI PER TENTARE UNA SVOLTA MENO POPULISTA (FALLITA)

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

C’È IL MISTERIOSO ANTONIO CAPUANO, EX DEPUTATO DI FORZA ITALIA. C’È ALESSANDRO AMADORI E IL THINK TANK “LETTERA 150”… SONO LORO I GENI CHE HANNO CONSIGLIATO AL “CAPITONE” DI ANDARE A MOSCA, CAUSANDO SPERNACCHIAMENTO COLLETTIVO

Il progetto di Matteo Salvini di una missione a Mosca ha sorpreso e spiazzato tutto lo stato maggiore della Lega, dal vicesegretario Lorenzo Fontana al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari.
Il leader ha preferito consigliarsi solo con una nuova figura entrata a far parte recentemente del suo ristretto staff, rinnovato ed esteso a personalità non iscritte al partito nel tentativo di risalire la china dei consensi calanti. È Antonio Capuano, avvocato campano con una breve esperienza come deputato di Forza Italia tra il 2001 e il 2006, esperto di politica estera, da alcuni mesi spin doctor del segretario leghista.
Il consigliere che si qualifica come «consulente di diverse ambasciate» (quella russa compresa), ha convinto il leader che una iniziativa di pace gioverebbe alla sua immagine
Ma il progetto non è stato condiviso con le altre figure che da qualche mese gli stanno dando un supporto di idee e programmi.
Da quando è venuto meno il rapporto con Luca Morisi, il leader del Carroccio ha sì confermato lo stretto legame con Andrea Paganella, suo capo segreteria ai tempi del Viminale e già socio del padre della «Bestia», ma ha anche deciso di affidarsi a persone esterne al partito per avviare una nuova stagione politica, più pragmatica, fatta di meno slogan di facile presa e di più proposte concrete.
Una di queste è Alessandro Amadori, trascorsi da sondaggista, studioso dei fenomeni politici e consulente di Salvini fin dal 2012 (e suo consigliere a Palazzo Chigi durante il Conte I).
«Due mesi fa anch’ io avevo suggerito al segretario di portare una testimonianza personale nei luoghi di guerra, ma dell’ipotesi del viaggio a Mosca ho saputo dai giornali». L’iniziativa è derubricata a «gesto di generosità», di cui forse non sono state soppesate tutte le controindicazioni, ma è uno scarto che non pare inficiare il percorso di cambiamento della linea politica intrapreso dal leader.
«Salvini ha capito che dopo la pandemia siamo in una fase completamente nuova – osserva Amadori.
Per le idee, il leader della Lega ha scelto di affidarsi ad un «fornitore» esterno. È «Lettera 150» (dal numero dei firmatari del manifesto programmatico, tra i quali Giuseppe Bertagna e Dino Cofrancesco), un think tank liberal-conservatore creato da Giuseppe Valditara, docente di Diritto privato, tre legislature al Senato con An e Pdl, grande esperto di istruzione e ricerca. «Salvini mi ha telefonato a febbraio dicendosi interessato a quella che lui stesso ha definito la sfida della competenza» spiega l’ex parlamentare.
Nato come appello di professori universitari in favore della rapida predisposizione di un piano di fuoriuscita dalla pandemia, in «Lettera 150» trovano spazio idee che vanno dall’energia all’intelligenza artificiale, dalle infrastrutture alla scuola, senza escludere la politica estera. E guarda caso, la virata salviniana delle ultime settimane, l’abbandono della via delle armi a favore di un nuovo protagonismo diplomatico dell’Europa, a partire da una iniziativa comune di Italia, Francia e Germania, è il frutto di un confronto con l’ex ambasciatore Umberto Vattani, maturato proprio in questo contesto.
Anche Valditara è rimasto sorpreso dalla fuga in avanti dell’ipotizzato viaggio a Mosca, ma invita a guardare oltre. La «consulenza» ha un orizzonte più lontano. «Salvini ha maturato la consapevolezza che il Paese ha bisogno di soluzioni concrete. Per questo servono persone competenti».
(da il Corriere della Sera)

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PARLA IL CONSULENTE DI SALVINI PER IL VIAGGIO A MOSCA: “PUTIN SAPEVA DEL NOSTRO PIANO DI PACE, CI SONO STATI SEGNALI”

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

“IL GOVERNO ITALIANO NON SAPEVA NULLA, SAREBBE STATO AVVERTITO ALL’ULTIMO MINUTO”… TRADOTTO: ERA UNA MARCHETTA AL CRIMINALE DEL CREMLINO

Il viaggio di Matteo Salvini a Mosca è sospeso, almeno per ora. Gli attacchi dagli alleati di governo e le tensioni interne alla Lega per un’iniziativa decisa in sostanziale autonomia hanno fatto saltare la partenza, che secondo Repubblica sarebbe dovuta esserci ieri domenica 29 maggio.
Quella che ai più sembrava un piano improbabile , secondo l’ex parlamentare di Forza Italia, Antonio Capuano, aveva ambizioni altissime.
L’avvocato e nuovo consulente di Salvini, senza un vero e proprio incarico formale, parla con i principali quotidiani italiani innanzitutto confermando che quel viaggio era praticamente pronto e puntava al massimo risultato possibile: provare a chiedere un cessato il fuoco in Ucraina direttamente a Vladimir Putin.
A Mosca spiega Capuano a Francesco Lauria su Repubblica «avremmo dovuto presentare un piano di pace in quattro punti», individuando una sede neutrale per le trattative.
I segnali di Putin
Il piano di pace di Salvini non sarebbe passato attraverso parlamentari o funzionari, né tantomeno dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, ma direttamente al capo del Cremlino. Capuano è sicuro che non avrebbero certo incontrato «le quarte linee. Avete scritto Lavrov – dice al giornalista di Repubblica – ma non avremo dovuto fermarci lì».
Del piano sarebbe poi stato costantemente informato lo stesso Putin: «Mi sembra chiaro – rivendica Capuano – E alcuni segnali da Mosca sono pure arrivati».
«Nei giorni successivi è arrivata la disponibilità dei russi, pur non priva di condizioni, a far partire le navi con i carichi di grano. Un altro segnale di apertura – spiega l’avvocato – diciamo non casuale: io e Matteo ne avevamo parlato in ambasciata. Anzi i russi ci avevano detto che su questo punto potevamo spingere».
Quella di Salvini delle ultime settimane sarebbe stata una vera e propria attività diplomatica attiva su diversi fronti, sempre affiancato da Capuano. Ma con quale mandato? L’ex deputato garantisce che il senatore leghista si è mosso solo «in nome della fine di un conflitto che dovrebbe interessare tutti. L’idea era quella di avvertire il governo qualche ora prima di partire, per far sì che non si bruciasse la trattativa. Ma se Draghi avesse opposto il suo niet, state certo che non saremmo partiti». E così per il momento sembra sia andata.
Ps Il piano di pace era ridicolo e il tutto sa di mitomani.
(da agenzie)

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DOPO AZOVSTAL RINASCE IL BATTAGLIONE AZOV A KHARKIV

Maggio 30th, 2022 Riccardo Fucile

SI TRATTA DI UN NUOVO NUCLEO, MA IL BATTAGLIONE DISTINTOSI PER L’EROICA RESISTENZA A MARIUPOL E’ PRESENTE ANCHE IN ALTRE ZONE DELL’UCRAINA

Una nuovo nucleo del Battaglione Azov è stato fondato a Kharkiv, seconda città dell’Ucraina.
Ne ha dato l’annuncio su Telegram il comandante Kraken Konstantin Nemichev: «Oggi, l’unità Azov SSO Kharkiv è stata ufficialmente costituita nella città. Questa è un’altra delle nostre unità di combattimento che opererà nella regione di Kharkiv e libererà la nostra terra dagli occupanti».
Nelle foto pubblicate si nota uno stemma diverso – tre spade su sfondo giallo – dal Wolfsgang finora utilizzato dal corpo militare.
Non è ancora chiaro se il nuovo nucleo sia volontario o parte integrante dell’esercito ucraino. Nemichev aveva fatto parte del Battaglione Azov in passato, per poi diventare capo dell’unità militare “Kraken”.
Kharkiv è la città che ha dato i natali al fondatore originario del Battaglione Azov, il politico ucraino di destra Andriy Biletsky.
Il corpo militare, era nato inizialmente come movimento volontario ma è entrato a far parte dell’esercito ucraino nel 2014. Nell’attuale conflitto si è distinto per la stoica difesa di Mariupol e dell’acciaieria Azovstal, per lungo tempo rimasta l’ultimo baluardo nella assediata dai russi, prima che l’esercito di Mosca li evacuasse e facesse prigionieri.
(da agenzie)

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