Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
LA GARBATA TELEFONATA DELL’EX SEGRETARIO DEL PD E LE SCUSE DEL GIORNALISTA: “MI SONO SENTITO UNA MERDA”
“Solo un moralista cretino avrebbe potuto fare ciò che ho fatto”. L’autocritica, stavolta, è clamorosa e non usuale: Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ha raccontato di essersi sentito in dovere di scusarsi con Pierluigi Bersani, ex segretario dem, attualmente in Articolo Uno, per una foto pubblicata qualche giorno fa sul suo giornale che ritraeva il politico a Roma, all’esterno di un negozio di Louis Vuitton, noto marchio del lusso. Quella che al giornalista è parsa una notizia (un leader della sinistra ripreso mentre acquistava prodotti costosi) si è rivelata alla fine un boomerang, costringendo Sallusti al mea culpa.
Perché Bersani anziché, come si aspettava il direttore, minacciare la querela ha mandato un messaggio “in cui – racconta Sallusti nel suo podcast – con il garbo dell’uomo diceva soltanto di essere dispiaciuto per “la sorpresa di Natale rovinata” alla moglie, a cui aveva voluto donare una “sciarpa griffata”.
Il giornalista ha ammesso di non aver trovato le parole giuste per rispondere, per poi ribadire: “Chiedo scusa, chiedo scusa per essermi comportato come un comunista trinariciuto e soprattutto chiedo scusa alla sua signora per la sorpresa rovinata. Mi auguro che suo marito abbia già rimediato, raddoppiando il regalo di Natale con altrettanto gusto e generosità…Mi sentirei meno in colpa e comunque, auguri a entrambi”.
Il messaggio, insomma, conclude Sallusti “mi ha fatto più male di una querela. Giuro che mi sono sentito una m…come poche volte mi è capitato in carriera”.
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
LA NAVE ERA DA GIORNI IN ATTESA DI UN PORTO SICURO
Sarebbe stato assegnato il porto di Bari alla nave ong Humanity 1, l’indicazione arriva dal ministero dell’Interno.
La Humanity 1 – che ha a bordo 261 migranti, tra cui una trentina di donne, alcune delle quali in stato di gravidanza, e più di 90 minori, compresi tre neonati e quasi 70 minori non accompagnati – al momento si troverebbe a 300 miglia dal capoluogo pugliese e navigherebbe molto lentamente a causa delle condizioni meteo-marine.
Nella mattinata di venerdì 9 dicembre Sos Humanity ha raccontato che “mentre la mattina del 6 dicembre l’equipaggio effettuava un salvataggio di 103 persone in difficoltà, ha assistito da vicino a un rimpatrio forzato di persone in fuga da parte della cosiddetta Guardia Costiera libica. Con due imbarcazioni hanno fermato violentemente un gommone non navigabile con a bordo circa 50 persone. Sei persone sono rimaste in acqua a seguito della rischiosa manovra, le altre sono state portate con la forza a bordo della motovedetta e rimorchiate in Libia”.
Sos Humanity precisa che “l’incidente è stato documentato dagli equipaggi di Humanity 1 e dalla scialuppa di salvataggio Louise Michel. Le sei persone rimaste in acqua sono riuscite a salvarsi su una zattera di salvataggio galleggiante sulla Louise Michel e sono state poi portate a bordo di Humanity 1”.
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
MEDICI SENZA FRONTIERE HA OTTENUTO L’AUTORIZZAZIONE NEL POMERIGGIO
“Sbarchiamo a Salerno”. Anche Geo Barents potrà attraccare in porto. Dopo la Louise Michel, autorizzata a raggiungere Lampedusa nella notte di ieri, anche la nave di Medici senza frontiere potrà toccare terra.
“Dopo due richieste di luogo sicuro inviate alle autorità italiane, è stato assegnato il porto di Salermo per lo sbarco dei 248 bambini, donne e uomini attualmente a bordo”, fa sapere l’equipaggio.
Poche ore prima, la nave era entrata in acque italiane per permettere il trasferimento in ospedale di un ragazzino di quattordici anni, con forti dolori addominali.
Per l’arrivo in porto ci vorranno circa ventiquattro ore, “ma avere un luogo sicuro per lo sbarco è finalmente una buona notizia per tutte le persone sopravvissute dopo le esperienze traumatiche che hanno affrontato”, commentano da bordo.
Anche l’odissea di Louise Michel è finita. La nave finanziata anche dal misterioso artista Bansky, è arrivata a Lampedusa, dove a tutti i trentatré naufraghi a bordo, a partire da donne e minori, è stato consentito di sbarcare.
Sono tutti egiziani, ma arrivano da Sabratha in Libia, da dove sono partiti – hanno raccontato – lo scorso sei dicembre. Sono stati salvati dall’equipaggio di Louise Michel durante uno dei tanti interventi di soccorso dell’ultima missione, spesso complicati dalle minacce, armi un pugno, della Guardia Costiera libica.
Più volte, hanno fatto sapere dall’ong tedesca nei giorni scorsi, era stato chiesto porto sicuro, ma gli appelli erano caduti nel vuoto. Poi, nelle scorse ore la svolta. “A causa del rapido peggioramento delle condizioni del tempo siamo stati autorizzati a raggiungere Lampedusa”, spiega l’equipaggio.
Secondo alcune fonti, il governo Meloni potrebbe voler evitare tensioni con il vertice di Alicante in corso e la discussione sulla gestione collegiale delle migrazioni sul tavolo in Ue.
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
LA MELONI PASSA DAL BLOCCO NAVALE ALL’ACCOGLIENZA, ALTRIMENTI L’EUROPA AVFREBBE BLOCCATO IL MECCANISMO DI RIDISTRIBUZIONE
Nel giorno in cui la Germania porta via dall’Italia 164 migranti sbarcati sulle nostre coste nelle scorse settimane, di fatto facendo ripartire quel meccanismo di redistribuzione europeo che si era arenato, l’Italia concede il porto di sbarco a due delle navi umanitarie in attesa con più di 500 migranti a bordo.
La notte scorsa l’approdo della “piccola” Louis Michel a Lampedusa con 33 migranti soccorsi nei giorni scorsi, nel pomeriggio l’assegnazione del porto di Salerno alla Geo Barents di Msf con 248 persone a bordo. 24 ore di viaggio per la nave che incrociava all’altezza del porto di Catania in acque internazionali, ma pur sempre un porto concesso ad una delle navi che effettuano soccorsi sistematici. E infine, anche la possibilità per la Humanity 1 di attraccare nel porto di Bari.
Sembra dunque disinnescato, almeno per ora, il nuovo imminente braccio di ferro tra le Ong e il governo italiano che minacciava di fare da detonatore a una nuova crisi europea sul fronte della gestione dei flussi migratori a cominciare dai rapporti tra Italia e Francia.
Cambia dunque la strategia del Viminale rispetto alla linea dura del no all’approdo nei porti italiani delle grandi navi umanitarie che portano avanti la campagne di soccorso e che il governo ritiene operino da taxi del mare? Da Roma, nella notte, è stato dato il via libera all’ingresso nel porto di Lampedusa del piccolo rimorchiatore tedesco Louis Michel, che opera in modo estemporaneo. L’imbarcazione era in difficoltà per le condizioni meteo e la situazione è stata considerata un evento Sar (“ricerca e soccorso”), così come accaduto a novembre con la Rise Above.
Intanto la flotta civile si prepara alla campagna di Natale e invia altre due navi nel Mediterraneo. Nelle prossime ore, in zona ricerca e soccorso, arriveranno anche la tedesca Sea Eye e la Astral della spagnola Open Arms. Poi toccherà alla Ocean Viking di Sos Mediterranée.
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
IL CONTRIBUTO A GEOPOLITICA.INFO TRA GLI EMENDAMENTI IN MANOVRA
La prima manovra di Giorgia Meloni è stretta in una morsa, tra spazi di bilancio particolarmente limitati e tempi strettissimi per l’approvazione. Per questo, la premier ha intimato ai suoi di presentare in parlamento poche proposte di modifica, mirate e possibilmente poco costose.
Eppure il deputato Giangiacomo Calovini di Fratelli d’Italia ha trovato lo spazio, per firmare ben tre emendamenti con lo stesso obiettivo: donare un lauto contributo pubblico, a un sito specializzato in geopolitica, collegato a un centro studi privato. Guarda caso, si tratta dello stesso soggetto, in cui cui Calovini figurava, almeno fino a poco tempo fa, come uno dei responsabili.
Un costoso regalo
Il nome di Giangiacomo Calovini fino a oggi era balzato agli onori della cronaca solo per l’indagine per corruzione al consiglio comunale di Brescia, che lo ha coinvolto , insieme all’eurodeputato Carlo Fidanza (autosospeso da Fdi, dopo l’inchiesta Lobby Nera)
L’accusa a suo carico non ha tuttavia impedito a Calovini di essere eletto alla Camera, alle elezioni del 25 settembre. E ora, dallo scranno di Montecitorio, il deputato tenta di fare un bel regalo al centro studi, per cui ha a lungo esercitato la sua attività di analista geopolitico.
Come detto, Calovini ha scritto tre emendamenti sullo stesso tema, dal contenuto quasi identico, ovvero riconoscere “un contributo per l’anno 2023, in favore del centro studi Geopolitica.info, volto a garantire il potenziamento delle attività di ricerca della predetta associazione sugli scenari di crisi e sui cambiamenti in atto nell’ordine internazionale, con particolare riferimento al ruolo dell’Italia nella sua dimensione europea e atlantica”.
L’unica cosa che cambia tra i tre testi è la cifra che si vuole erogare: 50mila, 100mila o addirittura 200mila euro. È possibile ipotizzare, che la strategia sia quella di presentare più proposte di modifica, per provare a far sì che almeno una superi il percorso a ostacoli che porta all’approvazione e all’effettivo inserimento, nel testo della manovra.§
Il ruolo di Calovini
Per Geopolitica.info, Calovini ha a lungo ricoperto il ruolo coordinatore dell’area Europa. Sul sito, i suoi articoli spaziano dalla Brexit alle politiche dell’Unione, dalla strategia del gruppo di Visegrad alle conseguenze del Covid sul quadro strategico mondiale, etc…
A nome del centro studi, il neodeputato negli anni ha partecipato a convegni, rilasciato interviste, tenuto corsi, incontrato diplomatici e studiosi. Un rapporto assolutamente organico, insomma, andato avanti per almeno 5 anni dal 2017, fino a inizio del 2022, quando è datato il suo ultimo contributo online.
Nata nel 2004 come associazione e poi trasformata in centro studi, Geopolitica.info è una voce senza dubbio autorevole, nel dibattito italiano, sui temi di politica internazionale. E sia chiaro, non si mette qua in dubbio il valore scientifico del lavoro svolto dal centro studi e dai ricercatori che vi partecipano.
Quello che lascia perplessi, tuttavia, è il motivo per cui lo Stato dovrebbe finanziare con un contributo diretto, senza bandi o gare, una specifica realtà dell’ambito privato, tra le altre del settore.
Dubbi che crescono, se la proposta arriva da un parlamentare con legami così diretti con i beneficiari.
Altro interrogativo riguarda lo scopo a cui sarebbero destinati i fondi pubblici, visto anche che, come espressamente indicato nella homepage del sito, chi pubblica articoli su Geopolitica.info lo fa su base volontaria e a titolo gratuito.
(da Fanpage)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
AVEVA DENUNCIATO IL MASSACRO DI BUCHA DA PARTE DEL REGIME CRIMINALE DEL CREMLINO… LA SFIDA AI GIUDICI: “SONO PIU’ LIBERO DI VOI, PERSONE CHE VIOLENTATE LA GIUSTIZIA, IO MANTERRO’ LA MIA DIGNITA’, VOI NO”
Il tribunale di Mosca ha condannato a otto anni e mezzo di reclusione l’oppositore russo Ilya Yashin, giudicato «colpevole» di aver denunciato l’offensiva in Ucraina: viene così accolta quasi completamente la richiesta dei pm, che per Yashin avevano proposto nove anni di reclusione.
Lo riporta l’agenzia Interfax, Che aggiunge come il tribunale avrebbe tenuto conto dell’assenza di circostanze aggravanti per lui e, al contrario, della presenza di alcune attenuanti relative al suo stato di salute e ai suoi genitori anziani. Tuttavia, avrebbe infine optato per una vera e propria reclusione «al fine di ripristinare la giustizia sociale».
L’accusa di aver «diffuso false informazioni sull’esercito russo» si riferiva alle affermazioni sul massacro di civili a Bucha, in Ucraina, fatte da Yashin durante una diretta sul suo canale YouTube, ma anche L’uomo, 39 anni, è stato arrestato il 27 giugno e il processo è iniziato il 30 novembre.
In aula si è dichiarato innocente, e nel corso del processo ha più volte espresso la sua opposizione alla guerra. Davanti ai giudici aveva affermato: «So che nessun argomento degli avvocati avrà effetto su di voi e che oggi tornerò in cella. Ma so anche che lì sono più libero di voi, persone che violentate la giustizia. Perché a differenza vostra, la mia coscienza è pulita, e la mia anima non è avvelenata dalla paura e dal cinismo. La prigione prima o poi terminerà, ma la mia sensazione di dignità personale resterà. Mentre voi, bravi signori, dovrete convivere con ciò».
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
SVENTATO IL TENTATIVO DELLA LEGALE DI SALVINI DI INSINUARE UN COMPORTAMENTO ANOMALO DELLA ONG… RESTA UNA DOMANDA: QUALCUNO USA UN SOMMERGIBILE DELLA MARINA PER INTERCETTARE LE CONVERSAZIONI DI UNA ONG?
Niente di più di un normale scambio fra un marinaio sul ponte e il comandante durante un servizio di avvistamento. Si rivela un bluff, anche abbastanza grossolano, il tentativo della difesa di Matteo Salvini, attualmente imputato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio di fronte ai giudici di Palermo, di gettare ombre sul comportamento della Open Arms.
Il video registrato da un sottomarino e gli audio plausibilmente intercettati in quell’occasione – di cui l’avvocato Giulia Bongiorno aveva chiesto il deposito, a riprova di presunti “atteggiamenti scorretti – altro non sono che un regolare scambio fra il comandante Marc Reig e uno dei membri dell’equipaggio sulle lance. E per provarlo Open Arms, dopo aver diffuso le immagini registrate quel giorno, rende pubblici non solo quelle registrazioni, ma anche il diario di bordo che dà conto di quell’operazione di ricerca notturna.
La procedura è standard e prevede che in presenza di un segnale radar inizino dei turni di avvistamento rafforzati. La segnalazione, insieme alle coordinate era arrivata da Alarm phone e subito Open Arms aveva fatto rotta verso l’area indicata. Il comandante e chi sta scandagliando l’orizzonte con i binocoli ovviamente comunicano. “È un peschereccio, una di quelle barchette di legno. Tu dici una nave, che è molto più grande… Quello che vediamo qui, no?”, chiedono dal ponte perché plausibilmente il segnale radar sembrava indicare un’imbarcazione più grande di quella individuata. “Intendi a ore 10 o a ore 12?”, si aggiunge. “Ricevuto, Carlito, ricevuto bene”, gli viene risposto dalla nave.
Insomma, nulla di diverso dall’ordinaria amministrazione, per altro riportata sul giornale di bordo.
“Tutto il materiale che riguarda questa missione è agli atti del processo, incluso il diario di bordo in cui sono riportate tutte le operazioni svolte in questa missione e anche questo specifico episodio – spiega la presidente di Open Arms Italia, Veronica Alfonsi – Gli audio confermano semplicemente che c’è stata una normale conversazione fra il comandante e uno dei marinai. Non c’è nulla che debba essere rivelato e noi non abbiamo niente da nascondere. Ricordiamo poi che in questo processo l’imputato è il ministro Salvini, non Open Arms”
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
NEL FRATTEMPO IL GOVERNATORE PREPARA LA SUA LISTA, MODELLO CDU, PER LE REGIONALI DELLA PROSSIMA PRIMAVERA. SE DOVESSE FARE MEGLIO DI QUELLA DELLA LEGA
Dovrebbe essere il modello, lo trattano da paria. Mattarella lo ricopre di complimenti, la Lega se ne vergogna. Hanno “cancellato” Massimiliano Fedriga. Siamo andati sui social della Lega, un altoforno di link, e abbiamo cercato, fino a quando la cronologia ci ha consentito, una sua parola. Non l’abbiamo trovata.
E’ presidente della Conferenza Stato-regioni e dopo Zaia è il governatore italiano più amato. E’ come nei giornali. Quando una firma viene nascosta o la firma non è apprezzata dal direttore o è in conflitto con il direttore. Questa domenica andrà ospite da Lucia Annunziata. Cosa farà Salvini? Saboterà il segnale?
Se possedete un campione e quel campione, che voi lasciate in tribuna, continua a crescere di valore, pur non gareggiando, o la squadra la dirige un allenatore nel pallone o la dirige Matteo Salvini. Da mesi la Lega ha “ridimensionato” le uscite di Fedriga: è il gioiello della Lega che la Lega non indossa.
Nelle organizzazioni al tramonto non serve neppure un mandato, serve solo a fare sapere ai manovali, i muratori che gestiscono i social, che quel tale “non è molto gradito al segretario”. Fedriga non lo è (più) perché lo stimano quelli che non stimano Salvini.
Pochi giorni fa la prova. Paolo Grimoldi, il vice Bossi, animatore del Comitato Nord, aveva linkato nella chat della Lega una breve dichiarazione del governatore del Friuli-Venezia Giulia. Un giornalista chiede a Fedriga cosa ne pensa dei congressi provinciali e della straordinaria partecipazione dei militanti, dell’iniziativa di Umberto Bossi. Fedriga si limita a rispondere che ogni processo è democratico non può che far bene a un partito.
Il link viene inserito da Grimoldi ed eliminato, così come pure Grimoldi, dalla “Stasi alla Nutella”, i funzionari del controspionaggio di Varese est. A Trieste, quando lo hanno scoperto, hanno sorriso. Sarebbe infatti bastato leggere “il contenuto per accorgersi che non c’era nessuna critica al segretario”. Dissidente?
Sergio Mattarella, al Festival delle Regioni a Milano, ha esordito così: “Faccio mie le parole del presidente Fedriga”. Giorgia Meloni gli aveva chiesto di entrare al governo (Fedriga ha rifiutato). Ogni mattina, i canali social della Lega, anziché raccontare la buona amministrazione di un suo presidente, che ad aprile correrà per il secondo mandato, pubblicizzano la scuola di formazione di Armando Siri e le ospitate di Claudio Borghi.
Giancarlo Giorgetti viene ormai catalogato come “tecnico”. Lorenzo Fontana, che è il vicesegretario della Lega, è presidente della Camera. Fedriga da presidente della Conferenza Stato-Regioni ha cominciato a dire: “Preferisco tacere. Ricopro un ruolo istituzionale”.
In giunta regionale lo chiamano “il presidente della terza Camera”. La Conferenza Stato-regioni per le sue competenze è come se fosse il terzo emiciclo. Secondo i sondaggi recenti Fedriga, alle prossime elezioni, dovrebbe essere riconfermato presidente con un consenso che supera il 60 per cento.
Ma la Lega in Friuli-Venezia Giulia è già crollata. Come Zaia in Veneto, Fedriga sta preparando una sua lista personale. Quella di Zaia è arrivata al 40 per cento. Fedriga potrebbe arrivare al 20 per cento. I voti in uscita della Lega li intercetterà FdI. A Udine parlano di modello Cdu. Il modello che ha in mente Fedriga è il partito popolare. Ne faranno parte personalità di centro, cattoliche, progressiste.
Mentre Salvini lascia spegnere la Lega, Zaia in Veneto e Fedriga nella sua regione stanno in pratica già sperimentando due modelli alternativi. Quello di Zaia è più identitario e libertario. Quello di Fedriga è più cattolico e conservatore. Salvini pensa ancora di essere centrale e invece si parla di “mare aperto dopo le regionali”.
Nella Lega, e sembra strano dirlo (in un partito che ormai ha compreso che non celebrerà mai il suo, quello nazionale) si attende il Congresso del Pd. Una eventuale vittoria di Stefano Bonaccini accelererebbe i processi. Se la Lega dovesse crollare ulteriormente in Lombardia, e Fedriga stravincere in Friuli-Venezia Giulia con la sua lista Cdu, sarà inevitabile prendere coraggio.
(da il Foglio)
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Dicembre 9th, 2022 Riccardo Fucile
L’INCHIESTA PER CORRUZIONE TRAVOLGE I VERTICI EUROPEI
Compare anche il nome della vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, nell’ambito dell’inchiesta per riciclaggio e corruzione che ha coinvolto il Parlamento su sospette mazzette arrivate da un Paese del Golfo.
«La casa della socialdemocratica greca è stata perquisita. Il suo compagno è stato intercettato al mattino. Entrambi sono indagati per corruzione», riferisce il quotidiano belga Le Soir.
L’ex parlamentare europeo del Partito democratico Antonio Panzeri e l’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Luca Visentini sono tra le persone fermate questa mattina a Bruxelles dalla polizia belga nell’ambito di un’inchiesta per sospetta corruzione.
Al centro delle indagini, il presunto piano di un Paese del Golfo per influenzare le decisioni politiche e economiche del Parlamento europeo. Il Paese in questione, secondo Le Soir, che cita fonti informate sui fatti, sarebbe il Qatar, dove si stanno svolgendo in queste settimane i Mondiali di calcio.
Il tribunale federale belga ha confermato di aver condotto 16 perquisizioni in diverse zone di Bruxelles e di aver fermato quattro persone, pur senza renderne note le identità. Sarebbero però tutti italiani: oltre a Panzeri e Visentin, la cui identità è stata rivelata sempre dalla stampa belga, gli altri due sarebbero il direttore di una Ong e un assistente parlamentare.
I fermati sono ora a disposizione del giudice istruttore che nelle prossime 48 ore potrebbe decidere di spiccare altri mandati d’arresto. Nel corso delle perquisizioni, gli agenti belgi hanno trovato e sequestrato 600mila euro in contanti. Secondo Le Soir, il denaro sarebbe stato rinvenuto nella casa dell’ex eurodeputato Panzeri.
Tra gli oggetti sequestrati nel corso delle perquisizioni, anche «materiale informatico e telefoni cellulari». Il Paese sospettato delle trame corruttive, secondo gli inquirenti, avrebbe versato somme ingenti di denaro e offerto regali lussuosi a persone con peso politico e/o strategico rilevante all’interno del Parlamento europeo.
Assistenti parlamentari e attivisti: il circuito nel mirino dell’inchiesta belga
Le azioni intraprese dalla polizia belga oggi 9 dicembre, che coincide con la giornata internazionale contro la corruzione, sono il risultato di mesi di indagini istruite dal giudice Michel Claise: il fascicolo d’inchiesta è stato aperto – rivela sempre Le Soir – a metà luglio scorso. A condurre le indagini sino ad oggi nella massima discrezione, l’Ufficio centrale per la repressione della corruzione del Tribunale di Bruxelles. Tra le altre persone perquisite questa mattina ci sono, secondo la stampa belga, quattro assistenti parlamentari vicini al gruppo di centrosinistra S&D (compreso quello fermato), uno legato a quello di centrodestra del Ppe, un funzionario e due consiglieri del Parlamento europeo. Oltre ai direttori di alcune organizzazioni che operano in ambito Ue. Tra le sedi perquisite, ci sarebbe anche quella di Fight impunity, l’associazione impegnata nella lotta contro le violazioni dei diritti umani e la giustizia internazionale fondata da Panzeri dopo il termine dell’incarico (nel 2019) di parlamentare europeo.
(da Open)
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