Destra di Popolo.net

A MENO DI CLAMOROSE RETROMARCE, GIORGIA MELONI CHIEDERÀ A GENNARO SANGIULIANO DI RASSEGNARE LE DIMISSIONI DA MINISTRO DEI BENI CULTURALI

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

LA MELONA AVRÀ COGITATO: PRIMA CHE UNA POSSIBILE SLAVINA GIUDIZIARIA POSSA COLPIRE ANCHE IL MINISTRO DEL TURISMO, DANIELA SANTANCHÉ, MEGLIO FAR FUORI SUBITO IL FARFALLONE PARTENOPEO… PER UN SOLO MINISTRO CHE SI DIMETTE, MATTARELLA NON CHIEDERÀ DI PROCEDERE ALL’ABORRITO RIMPASTO… LA MICIDIALE FIGURA DI PALTA DI IERI SERA SU RETE4: MAI SI ERA MAI VISTO, NEMMENO AI TEMPI DEL BUNGA BUNGA, UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHE VIENE SBUGIARDATO E PRATICAMENTE PRESO A PESCI IN FACCIA IN DIRETTA DALLA BAMBOLONA SEDOTTA E ABBANDONATA DI POMPEI

Benvenuti agli ultimi giorni di Pompei. A meno di clamorose prove di estraneità e la dimostrazione di mitomania della signora Boccia, nelle prossime ore Giorgia Meloni chiederà a Gennaro Sangiuliano di rassegnare le dimissioni da ministro dei Beni culturali.
Alle 15.52 un lancio Ansa comunica che “il ministro della cultura è appena arrivato a Palazzo Chigi, dove da questa mattina è al lavoro la premier Giorgia Meloni”.
La Melona avrà cogitato: prima che una possibile slavina giudiziaria possa colpire anche il ministro del Turismo, Daniela Santanché, meglio far fuori subito il farfallone partenopeo e parte-pompeiano. Per un solo ministro che si dimette, Mattarella non chiederà di procedere all’aborrito rimpasto.
Sul caso Sangiuliano, non a caso, stamattina è intervenuto Sergio Mattarella (è il capo dello Stato che nomina i ministri su proposta del premier) contattando la Ducetta della Garbatella, fresca reduce dalla micidiale figura di palta di ieri sera, ospite su Rete4 della trasmissione del zerbinato Paolo Del Debbio (forte con i deboli, debole con i forti).
Credere alle falsità del “Bombolo del Golfo” per poi difenderlo pubblicamente davanti alle telecamere, anziché invitarlo a convocare una conferenza stampa per giustificarsi e/o discolparsi del suo rapporto con Maria Rosaria Boccia, è stato il primo errore della Sora Giorgia.
La Ducetta ha abboccato come una pollastra qualunque, ennesima prova di un premier privo dei fondamentali della cultura politica, quando ha messo la mano sul fuoco: “Sangiuliano mi ha garantito che ‘questa persona’ non ha avuto accesso a nessun documento riservato”.
Ora, qualcuno dei suoi tanti camerati di Palazzo Chigi le ha mai messo sotto il nasino la mail del direttore del parco archeologico di Pompei, pubblicato domenica scorsa da Dagospia, che nero su bianco cita la “dott.ssa Boccia”, in merito all’organizzazione del prossimo G7 della cultura a Pompei?
E quando “Io so’ Giorgia” ha sottolineato che “neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso”, ha chiesto prima di presentarsi da Del Debbio informazioni e dati e resoconti delle spese sostenute nel corso degli ultimi mesi da ‘O Ministro ‘nnammurato” nelle sue scorribande per il paese, immancabilmente francobollato e sovrastato dai boccoli della Boccia?
La difesa di Genny Delon sarà che pagava tutto di tasca sua, come scrive oggi nella lettera a “La Stampa”: “Mai un euro del ministero è stato impegnato”.
Ma la Boccia ha sputtanato a volo d’uccello sia il cascamorto napoletano sia Giorgia Meloni: “Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo Segretaria del Ministro”. Punto
Mai si era mai visto, nemmeno ai tempi del Bunga Bunga, un presidente del Consiglio che viene sbugiardato e praticamente preso a pesci in faccia in diretta dalla Bambolona sedotta e abbandonata di Pompei. Davanti alle fregnacce della Melona, eccola correre sulla sua pagina Instagram e postare un documento del G7 in suo possesso. Telo do io il gossip”
Basta? Non basta! Si è incazzata pure per l’insolente trattamento (“Questa persona”) ricevuto dalla premier coatta: “Questa persona ha un nome, un cognome e un titolo”, ha ribattuto. Gran finale: tagga Giorgia Meloni con l’immagine di un Pinocchio!
(da Dagospia)

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ALTRO CHE GOSSIP, IL CASO BOCCIA-SANGIULIANO È MOLTO POLITICO, E METTE A RISCHIO IL G7 DELLA CULTURA: SUL TAVOLO DI PALAZZO CHIGI C’È LA REVISIONE O ADDIRITTURA L’ANNULLAMENTO DELL’EVENTO COLLATERALE PREVISTO A POMPEI IL 20 SETTEMBRE

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

QUELLO DI CUI VENIVA INFORMATA REGOLARMENTE (A CHE TITOLO?) L’INFLUENCER-IMPRENDITRICE – IL G7 TORNERÀ QUASI SICURAMENTE NELLA “ANTICA” VERSIONE: NAPOLI-POSITANO

L’allarme è scattato nelle ultime ore, tra Palazzo Chigi e ministero della Cultura. Il caso del ministro Gennaro Sangiuliano ora coinvolge […] tutto il governo.
A mano a mano che sui giornali e sui siti escono nuove rivelazioni sul rapporto tra il ministro e la sua “non consulente” Maria Rosaria Boccia, la posizione dell’ex direttore del Tg2 si fa più complicata: la soglia d’allerta è cresciuta nettamente con la conferma, diffusa da Dagospia, del coinvolgimento della collaboratrice, priva di qualsiasi incarico formale con il ministero, nell’organizzazione del G7 Cultura a Pompei, il 20 settembre prossimo, con la condivisione di email e informazioni con l’indirizzo privato di Boccia, esterno alla Pubblica amministrazione.
Nel mirino è finita proprio la giornata del G7 pompeiano (che Boccia rivendica pubblicamente, sui suoi social, di aver contribuito a spostare da Positano). Il 2 aprile, Sangiuliano annunciava che a Pompei sarebbe stato fatto “l’evento di apertura”.
Ma la paura a Palazzo Chigi, oltre all’imbarazzo, è che sia stata messa a repentaglio la sicurezza dell’evento. Fonti informate spiegano che in realtà, email a parte, Boccia era pienamente informata sull’organizzazione della manifestazione, avendo partecipato a sopralluoghi e riunioni come collaboratrice del ministro, ma che comunque le informazioni organizzative in questione sono quelle già pubbliche: una visita agli Scavi, un concerto all’anfiteatro diretto da Beatrice Venezi, una cena di gala alla palestra grande.
Sul tavolo c’è ormai la revisione o l’annullamento dell’evento pompeiano. A specifica domanda sulla conferma o meno della serata a Pompei, dal ministero della Cultura non rispondono. Ma l’ipotesi più accreditata è che il G7 Cultura tornerà nell’antica versione Napoli-Positano relegando a Pompei un evento minore rispetto alla giornata portante del G7 il 20: sarà un concerto con visita agli scavi.
La linea di Sangiuliano, che ieri ha avuto un confronto con Meloni, continua a essere la stessa: nessun rapporto particolare con Maria Rosaria Boccia, nessun rimborso né coinvolgimento non dovuto, nessuna influenza sulle decisioni.
Una linea che Boccia stessa sui suoi social continua a smontare sistematicamente, a forza di foto che la ritraggono con lo staff del ministro, chat, ricostruzioni, lasciando intendere che il ministro abbia tradito alcune promesse.
Ciò che è certo è che in questi mesi, da aprile in poi, Boccia abbia operato come tramite tra l’amministrazione di Pompei (dove vive) e il ministero della Cultura, presentandosi ed essendo presentata pubblicamente come collaboratrice del ministro.
A Chigi temono che se dovessero emergere spese non giustificabili, la posizione di Sangiuliano possa peggiorare, ma per ora non si valuta l’ipotesi di dimissioni. Certo è che Sangiuliano doveva tenere in gran stima questa donna, se alla cerimonia di consegna delle chiavi della città di Pompei, il 23 luglio scorso, la faceva sedere in prima fila, accanto a sé, tra il vescovo e il procuratore, davanti a diverse altre autorità.
La slavina sarà difficile da contenere, e rischia di stravolgere anche l’evento a cui il ministro puntava, con orgoglio evidente, già dall’annuncio del 2 aprile scorso. A spaventare la premier c’è anche l’ipotesi di nuove rivelazioni: Boccia potrebbe decidere, come sta già facendo, di pubblicare materiale che potrebbe smentirlo con più forza e creare ulteriori imbarazzi.
(da Fatto quotidiano)

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A CHE TITOLO BOCCIA SI È ADOPERATA PER FAR CONSEGNARE A SANGIULIANO UNA CHIAVE D’ORO DA 15MILA EURO?

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

“IL FOGLIO”: “PER RINGRAZIARE IL MINISTRO, CHE HA SPOSTATO LA SERATA INAUGURALE DEL G7 A POMPEI, BOCCIA E IL SINDACO CARMINE LO SAPIO, IL 23 LUGLIO, DONANO QUESTA ‘CHIAVE’ CHE INCANTA LA CITTÀ PER IL SUO COSTO” … “DOPO FERRAGOSTO, SANGIULIANO FA MARCIA INDIETRO, MA LA STORIA DEL CV CARENTE NON REGGE. BOCCIA NON È UNA COLLABORATRICE, MA POTREBBE ESSERE UNA COMPAGNA, MA SE FOSSE UNA COMPAGNA, UN MINISTRO NON NOMINA LA COMPAGNA CONSULENTE AI GRANDI EVENTI”

A che titolo? Meloni, a che titolo? Maria Rosaria Boccia, la consigliera non consigliera di Sangiuliano, che conosceva i percorsi del G7, a che titolo?, si è adoperata per far consegnare a Sangiuliano una chiave d’oro da 14.823 euro.
Per ringraziare il ministro, che ha spostato la serata inaugurale del G7 a Pompei, Boccia e il sindaco Carmine Lo Sapio, il 23 luglio, donano questa “chiave” che incanta la città per il suo costo.
Meloni a Paolo Del Debbio, a “4 di sera”, dice di aver parlato con il ministro: “Mi garantisce che non ha avuto accesso a documenti riservati e che neanche un euro è stato speso per questa persona il gossip lo lascio ad altri”. Menzogne, sicurezza compromessa, doni per ingraziare pavoni.
Può un governo temere la pubblicazione dei post di Boccia? Il governo può garantire che le informazioni di Boccia non siano state passate a terzi? Si è verificato sulle eventuali incompatibilità giudiziarie di una (non) consigliera? Sono domande. Meloni, a che titolo?
Una chiave che costa quasi 15 mila euro viene consegnata a un ministro del governo Meloni. Ma non era la premier a dire che con lei era “finita la stagione dei soldi gettati dalla finestra”? Può un suo ministro accettare questo dono straordinario?
La giunta di Pompei destina risorse anche per l’aperitivo, gli allestimenti (oltre 2.500 euro). Da mesi, mezze figure si avvicinano a Sangiuliano, cercano di mungere la mammella Cultura, la mammella del ministero, figure da cui il ministro si fa impaniare in ogni città.
Perché Sangiuliano non ha nominato Boccia consigliera? Meloni, sempre Dal Debbio dichiara: “Il ministro mi dice che effettivamente aveva valutato la possibilità di affidare la collaborazione, ma ha deciso di non darla per chiarire alcune questioni”.
Al ministero, a metà agosto, si comincia a parlare di foto, di paparazzi che seguono Boccia e Sangiuliano. Boccia possiede del resto un album. Dopo Ferragosto, Sangiuliano fa marcia indietro, ma la storia del cv carente non regge. Boccia non è una collaboratrice, ma potrebbe essere una compagna, ma se fosse una compagna, un ministro non nomina la compagna consulente ai grandi eventi.
La vera miseria è un’altra. E’ la speranza del governo, la speranza che un magistrato si alzi e apra un fascicolo, in modo da dire: “Adesso lo dobbiamo difendere, prendiamo tempo, aspettiamo i magistrati”.
Un governo deve tenere il telefono in mano, controllare il profilo di Boccia, che sta portando avanti un gioco di indovinelli. Il paradosso è che Boccia ha dimostrato davvero di saper comunicare. Sta comunicando tutta la vulnerabilità del governo. Meloni dice a “me interessa che non sia stato speso un soldo”, ma un ministero della Cultura che perde la faccia perde pure soldi. Meloni, a che titolo?
(da il Foglio)

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LA DUCETTA CHIEDERÀ LE DIMISSIONI DEL MINISTRO DELLA CULTURA SOLO NELL’EVENTUALITÀ CHE ABBIA COMMESSO UN REATO. L’IPOTESI POTREBBE ESSERE QUELLA DI PECULATO, SE IL MINISTERO AVESSE PAGATO VIAGGI E HOTEL ALL’INFLUENCER-IMPRENDITRICE. COSA CHE PERÒ, SECONDO LA REGINETTA DI POMPEI, SAREBBE AVVENUTA REGOLARMENTE

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

IL TERRORE DI UN RIMPASTO E IL FUOCO AMICO: ANCHE LE TESTATE “AMICHE” DI DESTRA INIZIANO A PARLARE DEL CASO SANGIULIANO

Dipende da come glielo chiedono. Se ad esempio qualcuno fa notare a Giorgia Meloni che sui giornali è ormai uno stillicidio e che Gennaro Sangiuliano appare sempre più indifendibile, allora la premier risponde più o meno così: «Più mi dicono cosa devo fare, meno li ascolto».
La premier ha fissato un’asticella: si dimette solo nell’eventualità che abbia commesso un reato. Se si dovesse scoprire che nelle trasferte in cui Maria Rosaria Boccia ha accompagnato il titolare della Cultura è stato il ministero a pagare viaggi e hotel – in assenza di un incarico formalizzato – allora scatterebbe la richiesta di dimissioni. La leader le chiederebbe pur sapendo di avere a quel punto un enorme problema da gestire, visto che tra le sue priorità c’è quella di evitare a tutti i costi il rimpasto.
Concentriamoci per un attimo sul pomeriggio di ieri. Si diffonde la notizia di una visita del ministro a Palazzo Chigi. Si dimette? Si difende? Fonti ufficiali della Presidenza smentiscono […]: si sono quantomeno sentiti. Meloni, dicono, furiosa per quanto emerso. A chiedere spiegazioni, bruscamente.
Per capire se esiste il rischio di incappare in un’ipotesi di peculato. Alla fine, comunque, va in tv a difendere l’accusato. la sensazione è che tutto possa rapidamente precipitare. Pesano i dettagli, là dove si annida il precipizio. Uno, in particolare, ha sconvolto ieri Palazzo Chigi (o almeno, così lasciano credere): le testate d’area iniziano a concentrarsi sul “caso Sangiuliano”. Lo fa il Giornale degli Angelucci, che si limita a non difendere l’ex direttore del Tg2.
E si espone soprattutto la Verità, con un fondo pubblicato da Mario Giordano, che conosce bene Sangiuliano e a lui si rivolge: «Volevo chiederle se, gentilmente, può spiegarci come ha fatto quella gentile signorina […] ad accreditarsi così bene con lei. La premier ha bisogno di tutto, tranne che di ministri così tracotanti da fingere di non capire la differenza tra un abito da sposa e il G7 della Cultura». Fuoco molto poco amico e doppiamente allarmante.
Per Meloni, però, è difficile cedere. Due, in particolare, le ragioni. La prima: dopo il passo indietro del sottosegretario Vittorio Sgarbi, le eventuali dimissioni di Sangiuliano segnalerebbero il fallimento totale del nuovo corso della Cultura di destra, dopo anni spesi a chiedere spazio e ad accusare la sinistra di monopolio.
La seconda: Meloni teme, fortissimamente teme il rimpasto. Se infatti dovesse restare libera la casella dei Beni culturali la presidente del Consiglio potrebbe ritrovarsi nei prossimi sessanta giorni con tre ministri da sostituire. È noto infatti che in caso di rinvio a giudizio verrebbe chiesto a Daniela Santanché di lasciare. Quanto a Raffaele Fitto, volerà a Bruxelles per diventare commissario. La Lega punta a Cultura o Turismo. La premier non intende accontentare il Carroccio e vuole tenere per Fratelli d’Italia entrambe le poltrone. Per questo, proverà a scaglionare gli avvicendamenti proprio per evitare che il Colle imponga un vero e proprio rimpasto. Infine, un altro dettaglio non irrilevante: il 19 settembre si aprirà il G7 della Cultura. Senza ministro, sarebbe un problema di immagine e consenso. Che non lo diventi però anche con Sangiuliano in carica?
(da La Repubblica)

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PANICO A PALAZZO CHIGI: COSA HA IN MANO MARIA ROSARIA BOCCIA? GIORGIA MELONI TEME CHE L’INFLUENCER DI POMPEI, CHE GIÀ IERI L’HA SMENTITA IN DIRETTA, SIA IN POSSESSO DI MOLTI AUDIO E VIDEO COMPROMETTENTI SU SANGIULIANO

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

L’AFFAIRE RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UNA FIGURA DI MERDA IN MONDOVISIONE DURANTE IL G7 … E “GENNY” CHE FA? ALLO STAFF CONTINUA A DIRE CHE NON SI DIMETTERÀ… LA VOCE “FEMMINILE” CHE CHIEDEVA DI STRAPPARE LA NOMINA, DI CUI PARLA LA BOCCIA, , SAREBBE QUELLA DI FEDERICA CORSINI, LA MOGLIE DI “GENNY”, INFURIATA

La descrivono di umore pessimo. Perché dopo il faccia a faccia di venerdì, a margine del Cdm, Giorgia Meloni ha letto sui giornali dettagli che il ministro Gennaro Sangiuliano le aveva omesso.
Tra la premier e il titolare della Cultura c’è questa dama bianca, o meglio bionda, Maria Rosaria Boccia. A Palazzo Chigi temono che l’imprenditrice di Pompei sia in possesso di audio e video compromettenti. Soprattutto perché tra due settimane proprio a Pompei sarà in programma il G7 della cultura.
Un palcoscenico globale che rischia di trasformarsi in una storia da commedia all’italiana davanti ai giornalisti di tutto il mondo. Ragionamenti che ronzano nella testa di Meloni, costretta a una decisione: mollare Sangiuliano subito o difenderlo, ma fino a quando? Intanto opta per scudarlo.
Gli alleati di centrodestra, Matteo Salvini e Antonio Tajani, assistono alla vicenda chiusi in un cinico silenzio. Leggono, commentano in stanze mute, forse sghignazzano. Tuttavia nella Lega e in Forza Italia le bocche sono cucite.
Nessun attacco al ministro-giornalista, ma soprattutto zero difese, nemmeno di maniera. La famiglia Berlusconi si tiene alla larga e anzi, non ha mai avuto un grande rapporto in questi due anni con il responsabile della Cultura italiana.
Idem Salvini che nel corso degli anni lo ha visto avvicinarsi molto a lui per poi allontanarsi attratto dal richiamo della foresta (e della Fiamma).
La decisione è in capo a Meloni, come sempre. Abituata a difendere i suoi colonnelli in pubblico, salvo fare loro il pelo e il contropelo in privato (come accadde con Andrea Delmastro. Questa volta è diverso, pare. Perché le decisioni di Meloni sono legate a una parola: rimpasto.
Se il caso Sangiuliano diventasse indifendibile nei prossimi mesi si unirebbe alla sostituzione di Raffaele Fitto, indicato come commissario Ue, e forse a quella di Daniela Santanchè, titolare del turismo, con due udienze preliminari, per reati diversi, fissate entrambe a ottobre. Tre ministri da cambiare, uguale rimpasto, uguale Meloni 2 con fiducia alle Camere. Non si scappa, lo sanno bene anche al Quirinale. Scenario che la leader di Fratelli d’Italia ha sempre deplorato.
Di sicuro in queste ore fioccano nel partito di Meloni gli scenari di possibili sostituti di Sangiuliano. In ordine: il giornalista Alessandro Giuli, direttore del Maxxi, e Giampaolo Rossi, dg Rai.
Poi nel frullatore circolano i nomi dello scrittore Giordano Bruno Guerri (considerato troppo eretico), ma anche dei sottosegretari Gianmarco Mazzi (entrato in quota FdI) e Lucia Borgonzoni (leghista, ipotesi praticamente impossibile).
Ma il ministro? Alle 15 lo vedono lasciare la sede del Collegio Romano senza rilasciare dichiarazioni. La sua ombra si staglia a Palazzo Chigi, anche se non ci sono conferme di un confronto di persona. “Si sono sentiti al telefono”. E non sono arrivate sviolinate, da parte di Meloni.
Lui dice al suo staff: “Non mi dimetto”. Convinto di poter spiegare tutto, ottimista sul fatto che prima o poi l’affaire Boccia si sgonfi. Opinione che però non corrisponde a quella che si percepisce dalle parti della presidente del Consiglio. Preoccupata dalle ricadute mediatiche internazionali del G7 di Pompei. “Non esistono problemi di sicurezza”, spiegano dal ministero dell’Interno. Il pasticcio resta e non si sa che piega potrà prendere, questo sì.
(da Dagoreport)

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MARIA ROSARIA BOCCIA EVOCA UN AUDIO MISTERIOSO

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

“LA NOMINA NON CI SAREBBE MAI STATA? RIASCOLTIAMO INSIEME LA VOCE CHE MI CHIEDEVA DI STRAPPARE LA NOMINA?”

Maria Rosaria Boccia mette ancora più nei guai il ministro della Cultura. Nella sua lunga lettera alla Stampa, in cui cerca di prendere le distanze dalla donna, Gennaro Sangiuliano spiega che lei non ha mai preso un euro dal ministero. E lei, in una nutrita serie di stories su Instagram, scrive: «Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo segreteria del ministro».
Sangiuliano sostiene che Bocci non ha partecipato alle riunioni operative per il G7 della cultura a Pompei. E lei sibillina replica: «Quindi non abbiamo mai fatto riunioni operative? Non abbiamo mai fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?». Secondo l’influencer e imprenditrice di moda «dopo 8 giorni di silenzio» la lettera del ministro è come «una toppa peggio del buco».
Maria Rosaria Boccia sconfessa Sangiuliano su tutta la linea e sulla nomina a consigliera per i grandi eventi (che per Sangiuliano non le sarebbe mai stata affidata) afferma: «Siamo sicuri che la nomina non ci sia mai stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile. La riascoltiamo insieme?».
La quarantunenne di Pompei allude quindi al fatto di essere in possesso di file audio che provano quello che dice. Attendiamo nuovi sviluppi.
(da La Stampa)

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BOCCIA DISTRUGGE SANGIULIANO E GIORGIA MELONI: “IO NON HO MAI PAGATO, LA VERITA’ ARRIVA QUANDO VUOLE…”

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

“I VIAGGI SONO STATI ORGANIZZATI E PAGATI DAL MINISTERO”… SANGIULIANO DICE DI AVERLA CONOSCIUTA A MAGGIO 2024? E LEI PUBBLICA UNA FOTO INSIEME DI AGOSTO 2023

Le ultime stories su Instagram di Maria Rosaria Boccia arrivano con il favore della notte tra lunedì 2 settembre e martedì 3. Smentiscono il ministro Gennaro Sangiuliano, senza risparmiarlo. Smentiscono le rassicurazioni che il ministro ha fatto direttamente alla premier Giorgia Meloni.
Le spese per le trasferte dove lei, la dama bionda, accompagnava il ministro? Alla premier Sangiuliano ha garantito che non un euro pubblico era stato speso per questa donna spuntata all’improvviso dalle rovine di Pompei. Ma lei, implacabile, sul suo account Instagram dichiara: «Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant’è che i viaggi sono sempre stati organizzati dal capo segreteria del ministro». Le trasferte dove Boccia accompagnava Sangiuliano sono tantissime, come documentato da altrettante foto che riempiono gli account social della signora di Pompei.
L’affermazione sulle spese delle trasferte non è supportata da documenti, a differenza da quella sui documenti riservati del G7 della Cultura. Sangiuliano ha garantito a Giorgia Meloni che Maria Rosaria Boccia non aveva avuto accesso a nessun documento riservato. La premier ha ripetuto questa rassicurazione in tv e Boccia ha rilanciato pubblicando proprio due documenti del G7, sempre su Instagram. Dove ormai Boccia deborda, senza limiti né freni.
Il ministro sostiene di averla conosciuta a metà maggio di quest’anno? E lei, prontissima, tira fuori dal cassetto la foto giusta: è del 5 agosto 2023 dove lei e il ministro sorridono sereni. Ma non contenta stanotte la dama bionda di Pompei ha anche usato il tono dello sfottò: questa volta ha postato una sua foto da sola, sorridente e ammiccante. E in sottofondo la voce di Vasco Rossi che canta: «La verità arriva quando vuole…».
(da La Stampa)

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“IO NON HO MAI PAGATO. MI È SEMPRE STATO DETTO CHE RIMBORSAVA IL MINISTERO”: MARIA ROSARIA BOCCIA SBUGIARDA GENNARO SANGIULIANO, CHE SOSTIENE DI NON AVERLE PAGATO “NEANCHE UN CAFFÈ CON I SOLDI PUBBLICI”

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

QUELLA VOLPONA DELL’INFLUENCER-STILISTA SCONFESSA “GENNY” SU TUTTA LA LINEA, ANCHE SULLA NOMINA MANCATA A CONSIGLIERA E ALLUDE A UN AUDIO MISTERIOSO: “SIAMO SICURI CHE LA NOMINA NON CI SIA MAI STATA? A ME LA VOCE CHE CHIEDEVA DI STRAPPARE LA NOMINA SEMBRAVA FEMMINILE. LA RIASCOLTIAMO INSIEME?”

Maria Rosaria Boccia mette ancora più nei guai il ministro della Cultura. Nella sua lunga lettera alla Stampa, in cui cerca di prendere le distanze dalla donna, Gennaro Sangiuliano spiega che lei non ha mai preso un euro dal ministero. E lei, in una nutrita serie di stories su Instagram, scrive: «Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo segreteria del ministro».
Sangiuliano sostiene che Boccia non ha partecipato alle riunioni operative per il G7 della cultura a Pompei. E lei sibillina replica: «Quindi non abbiamo mai fatto riunioni operative? Non abbiamo mai fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?». Secondo l’influencer e imprenditrice di moda «dopo 8 giorni di silenzio» la lettera del ministro è come «una toppa peggio del buco».
Maria Rosaria Boccia sconfessa Sangiuliano su tutta la linea e sulla nomina a consigliera per i grandi eventi (che per Sangiuliano non le sarebbe mai stata affidata) afferma: «Siamo sicuri che la nomina non ci sia mai stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile. La riascoltiamo insieme?».
La quarantunenne di Pompei allude quindi al fatto di essere in possesso di file audio che provano quello che dice. Attendiamo nuovi sviluppi.
(da agezie)

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MARIA ROSARIA BOCCIA SMENTISCE SANGIULIANO E LA MELONI: I VIAGGI SONO STATI PAGATI DAL MINISTERO E PARLA DI AUDIO E VIDEO COMPROMETTENTI IN SUO POSSESSO

Settembre 3rd, 2024 Riccardo Fucile

CLAMOROSO ERRORE DELLA PREMIER NEL DIFENDERE UN PERSONAGGIO ORMAI INDIFENDIBILE, ORA LE DIMISSIONI SONO UN OBBLIGO, C’E’ PAURA PER IL REATO DI PECULATO

Nella strana storia che coinvolge il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la non-consigliera Maria Rosaria Boccia c’è anche una chiave d’oro da 14 mila euro. Mentre Giorgia Meloni, che ieri lo ha difeso in tv, è preoccupata. Perché l’imprenditrice di Pompei sarebbe in possesso di audio e video «compromettenti». Per questo si parla di dimissioni del ministro. E anche dei candidati alla successione. Anche perché, a dispetto dell’autodifesa di ieri, c’è il sospetto che a Boccia siano stati pagati viaggi e hotel. Intanto il sindaco Carmine Lo Sapio, ex Pd, la difende: «Conosco i genitori e anche il nonno. Mi ricordo quando da bambina la mamma la accompagnava a scuola. La famiglia si è sempre occupata di abbigliamento, lei lavora in uno di quei negozi di vestiti da sposa al confine con Torre Annunziata».
La chiave d’oro
E rivela di aver collaborato con lei «tre anni fa. Con un’associazione agricola locale, era alla festa cittadina la seconda domenica di ottobre. Aveva uno stand di latticini, distribuiva assaggini gratuiti». Nell’intervista che rilascia al Corriere della Sera Sapio parla anche delle chiavi della città consegnate al ministro. Di oro massiccio, come si capisce dalla determina del comune che oggi cita Il Foglio. Costata 14.823 euro e data a Sangiuliano il 23 luglio scorso. Insieme ad aperitivo ed allestimenti per un costo totale di altri 2.500 euro. Mentre la stessa Boccia ieri ha contattato La7 dopo l’intervento della premier. Invitandoli a guardare i documenti «riservati» che poi ha postato sui social. Due fogli con righe sbianchettate e l’intestazione, che riguarda proprio il G7 della cultura a Pompei. Ce n’è abbastanza per pensare che la vicenda avrà ulteriori sviluppi.
Le dimissioni
L’ipotesi dimissioni è sul tavolo. Tanto che è già partito il totonomi per la successione. Alessandro Giuli, presidente della Fondazione Maxxi, è uno di quelli sul tavolo. Insieme a Giordano Bruno Guerri e Giampaolo Rossi. E questo perché la paura della premier è che prima o poi tutto finisca in un’indagine della magistratura. Con un’ipotesi di reato ben definita: peculato. Ma il G7 della Cultura deve andare in scena il 19 settembre. C’è davvero poco tempo per muoversi evitando di perdere la faccia. Intanto però Sangiuliano è sulla graticola.
«Si osserva — scrivono i consiglieri del ministero — che in diversi eventi organizzati a Pompei, Boccia e le altre signore, presenti alla cena, erano sedute in prima fila accanto al sindaco e alla sua consorte nei posti riservati alle autorità». Vorrà dire qualcosa? «Sembra esserci un collegamento tra il premio al sindaco, l’onorificenza al ministro e la candidatura a capitale della cultura 2027 della città di Pompei». Sangiuliano cosa risponde?
La replica di Boccia
Intanto Maria Rosaria Boccia non resta con le mani in mano. Su Instagram replica alla lettera del ministro a La Stampa: «Dopo tre giorni di silenzio una toppa peggiore del buco». Quindi un altro post con un selfie: «Sbagliare è umano. Ammettere i propri errori è da grandi. Mettersi in discussione è da persona con cervello». E ancora: «Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant’è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal capo segreteria del ministro», scrive nelle stories.
Quanto ai potenziali conflitti d’interesse, Boccia domanda: «Quando li avrebbe riscontrati? Durante le vacanze estive? Il capo di Gabinetto era presente da remoto alla riunione del 15 agosto perché era in ferie. Sotto l’ombrellone ha verificato i miei potenziali conflitti d’interesse? E soprattutto quali sono?. Siamo sicuri che la nomina non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile… La riascoltiamo insieme?».
Le riunioni del G7, i giornalisti e la famiglia
Sulle riunioni operative del G7 è ancora ironica: «Quindi non le abbiamo mai fatte? Non abbiamo mai fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?». Un altro screenshot contiene l’intestazione di una mail con oggetto «percorso G7 Anfiteatro» destinata ad appartenenti alla Pubblica amministrazione. In un’altra story Boccia ricorda che «la stampa mi ha definita: ‘una che si vuole accreditare’, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspira collaboratrice, consolatrice, badante, un amore culturale… Ad oggi non ho ricevuto né le scuse da parte giornalisti, nonostante abbia sempre smentito tempestivamente tutte le dichiarazioni che leggevo ed ascoltavo, né le scuse di chi mi ha coinvolto ingiustamente in questa spiacevole situazione. Chiedo gentilmente a giornalisti e fotografi di non recarsi più presso i punti vendita di proprietà della mia famiglia. Non hanno nulla da dichiarare. Vorrebbero lavorare serenamente», conclude.
(da Open)

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