DOPO L’AFFONDO DI MARINA BERLUSCONI CONTRO TRUMP (CHE NASCONDEVA UN SILURO A GIORGIA MELONI, CHEERLEADER DEL TYCOON) SCATTA L’ALLARME NEL CENTRODESTRA
SE IL 30 GIUGNO PROSSIMO NON SI TROVERA’ UN ACCORDO SUI DAZI, TRA WASHINGTON E BRUXELLES INIZIA LA GUERRA, E MELONI SI TROVERÀ COL CERINO IN MANO: SE SCEGLIESSE TRUMP, FORZA ITALIA POTREBBE SENTIRSI LEGITTIMATA A USCIRE DAL GOVERNO – SE INVECE, COME E’ PROPABILE, MELONI RESTERA’ AL FIANCO DELL’EUROPA, COME LA PRENDERA’ SALVINI?
Marina Berlusconi ha agitato i sonni di Palazzo Chigi con una mossa da “j’accuse diplomatico”: critica esplicita a Trump, proprio mentre a destra si fa a gara a chi è più servile con il tycoon della Casa Bianca.
Meloni e Salvini irritati (eufemismo), ma – si racconta – neanche troppo sorpresi: da settimane Mediaset sta lavorando ad un progetto mediatico europeo
con respiro transnazionale, e per farlo serve un asse solido con l’Europa.
Ecco il sospetto che gira tra i meloniani più svegli: l’attivismo antitrumpiano della figlia del Cav non è un errore di posizionamento, ma una precisa operazione “pro-Europa”, utile per tenere porte aperte con chi conta davvero a Bruxelles e Berlino.
Il problema? Il countdown lanciato da Trump sulla gestione dei dazi con l’Europa: 90 giorni per scegliere da che parte stare. Se salta l’accordo con l’UE, Meloni si troverà col cerino in mano: Washington o Bruxelles? E se scegliesse Trump – come il suo cuore politico suggerirebbe – Forza Italia potrebbe sentirsi legittimata a uscire dal governo, con tanto di motivazione “europeista”.
A Palazzo Chigi la parola d’ordine è “minimizzare”. Ma sotto traccia, la tensione è altissima. Un big di centrodestra off the record spiega: “Se davvero Giorgia dovrà scegliere tra Trump e Bruxelles, il governo rischia di saltare. Marina non parla mai a caso. E stavolta ha parlato chiaro.”
Tradotto: la Berlusconi ha lanciato un avviso ai naviganti. E a Palazzo il mare comincia a farsi mosso.
(da ilgiornaleditalia.it)
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