ARRIVA IL PARTITO “FORZA ZOMBIE”: CARTOLINE DALL’ALDILÀ
TORNA LA PRIMA REPUBBLICA: CENE SEGRETE E SOGNI DI POTERE…GLI EX SOCIALISTI CENANO A CASA DI CICCHITTO….POMICINO E DE MITA SPARANO SUL GOVERNO
Ciriaco De Mita ha ottantatrè anni, Gerardo Bianco alias Jerry White ottanta. Entrambi irpini e democristiani, la loro antichissima rivalità ha attraversato la storia della Prima Repubblica.
E ora che il berlusconismo della Seconda volge al declino, i due iniziano a esercitarsi sulla Terza. Eterni.
L’eccezione vivente alla proverbiale profezia di Mariano Rumor, papà del doroteismo scudocrociato: “Noi democristiani siamo come gli alberi della foresta amazzonica, più ne tagli e ne bruci più cresciamo rigogliosi”.
De Mita e Bianco sono invece due piante secolari, mai bruciate o tagliate. Sono sempre state lì.
Il primo, già presidente del Consiglio, oggi è il padre-padrone dell’Udc in Campania, turbolento alleato del centrodestra: suo nipote, Giuseppe De Mita, si è dimesso da vicepresidente della giunta regionale per una questione di nomine sanitarie.
Il secondo, Bianco, sabato scorso, era al convegno organizzato dal ministro Gianfranco Rotondi, altro irpino, a Saint Vincent.
E ancora una volta i due continuano a litigare, seppure a distanza.
Oggetto: la fronda degli ex democristiani Claudio Scajola e Beppe Pisanu nel Pdl.
Ieri sulla Stampa, il vegliardo De Mita, pur ricordando con perfidia intellettuale che i due, Pisanu e Scajola, “nella Dc giocavano in quarta e settima categoria”, spera che gli ex democristiani del Pdl possano “aprire un processo” per affossare il berlusconismo e andare a un “governo costituente”.
Struggente la citazione di Aldo Moro riportata da De Mita: “La politica è guardare oltre l’orizzonte, cercare l’ignoto”.
Un ignoto però abbastanza trito e ritrito: far tornare la Dc. Gerardo Bianco è piuttosto scettico in merito.
L’intervista è sul Secolo d’Italia di ieri.
Il sarcasmo realistico di Jerry White è spietato: “La Balena Bianca (copyright Giampaolo Pansa, ndr) non può rinascere, al massimo può riprodursi un balenottero. In giro ci sono numerosi tentativi di imitazione mal riusciti”.
Scajola e Pisanu faranno cadere Berlusconi?
Risposta lapidaria: “Non ci credo neanche se lo vedo”.
Di democristiani che iniziano ad aggirarsi sulle rovine della Seconda Repubblica ce ne sono vari.
Un altro è l’ex ministro andreottiano Paolo Cirino Pomicino, passato da Mastella a Rotondi, poi finito nell’Udc di Casini.
Anche Pomicino, in questi giorni, è molto ascoltato in tv e sui giornali sulla presunta rifondazione democristiana.
La sua tesi è: “Lo tsunami che sta investendo i partiti personali farà ritornare la vera cultura politica”.
Anche a livello regionale.
In Puglia, Salvatore Matarrese, cinquantenne della famosa famiglia di costruttori d’ispirazione Dc, si è già messo in viaggio verso il “partito” di Luca di Montezemolo, “Italia Futura”.
Ma un caso d’antologia si ritrova in Campania.
Lì, alle ultime regionali, il Pdl ha candidato nella sua lista Angelo Gava e Flora Beneduce.
Il primo è figlio e nipote, rispettivamente, dei fu ministri Antonio e Silvio.
La seconda è moglie di Armando De Rosa, democristiano arrestato per tangenti nel 1987.
E proprio Antonio Gava e De Rosa furono protagonisti di un memorabile faccia a faccia, ripreso dalle telecamere, nella stagione di Tangentopoli. Era il 1995.
De Rosa confessò di aver portato una mazzetta di 300 milioni a Gava per un appalto e questi, vedendo il contenuto della borsa, esclamò: “Armà , cheste so’ pampuglie”. “Armando, queste sono pampuglie”. Tradotto: “Sono briciole”.
Se i democristiani parlano, sperano e manovrano, i socialisti del vecchio Psi non sono da meno.
Un vegliardo del Garofano in azione è l’ex ministro Rino Formica, ottantaquattro anni.
Sul Riformista di Emanuele Macaluso, Formica ha lanciato la proposta di riconfermare Giorgio Napolitano al Quirinale e da tempo, poi, ragiona su “una nuova rivoluzione civile” della sinistra socialista per costruire e non rottamare.
Ma una notizia clamorosa riguarda l’ex piduista Fabrizio Cicchitto, già lombardiano del Psi e oggi capogruppo del Pdl alla Camera.
Ultimamente , Cicchitto, che è il principe dei falchi berlusconiani anti-pm, è insolitamente critico con il Cavaliere. In più d’una occasione ha parlato di “carisma appannato” e di un preoccupante calo di consensi per il premier. Strano.
Forse dipende anche dalla cena che si è tenuta a casa del capogruppo una decina di giorni fa.
Una rimpatriata tra socialisti, tra cui molti di governo: i ministri Sacconi, Brunetta e Frattini, la sottosegretaria Stefania Craxi, pure Gianni De Michelis.
Raccontano che la più dura, a tavola, è stata la figlia di Bettino: “Il ciclo di Silvio è finito, bisogna pensare un nuovo ciclo, una nuova stagione di impegno. Dobbiamo organizzarci”.
A dire il vero, Sacconi guarda anche alle evoluzioni del movimentismo cattolico, invocato dal cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani.
Una partita, ovviamente, seguita con attenzione soprattutto dagli antichi democristiani.
Quello che potrebbe accadere fa paura al sottosegretario Carlo Giovanardi, che in questi giorni ha confidato: “I cattolici che si ritroveranno a Todi il 17 ottobre preparano una grande manifestazione in piazza San Giovanni a Roma. Una sorta di Family Day contro Berlusconi. Per noi è la fine”.
L’ignoto di Moro citato da De Mita si avvicina sempre più.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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