BERLUSCONI: “NON MOLLO LE RIFORME ANCHE SE OGGI MI CONDANNANOâ€
TRA UN’ORA LA SENTENZA DI APPELLO DEL PROCESSO RUBY… PER L’EX PREMIER IL PATTO DEL NAZARENO RIMANE L’UNICO MODO PER DIFENDERSI ANCHE DAI PROCESSI
L’ora e mezza di incontro in streaming tra Renzi e i Cinque stelle se l’è risparmiata. Troppa tensione per restare lì davanti a un computer in questa ennesima, angosciata vigilia di sentenza.
Silvio Berlusconi getta uno sguardo poco dopo ai lanci delle agenzie, per nulla stupito dell’esito, raccontano.
«Con Matteo il patto regge e ha fatto bene a ribadirlo a quelli lì, siamo noi i partner delle riforme e dobbiamo restarlo qualunque cosa mi accada nelle prossime ore» dice a un altrettanto soddisfatto Denis Verdini, appena rientrato assieme a Sestino Giacomomi dall’incontro con i coordinatori regionali di Forza Italia sulla campagna di tesseramento che partirà a breve.
Il leader non ha dubbi, pur nell’angoscia di queste ore: gli converrà restare aggrappato a quel tavolo concesso dal presidente del Consiglio.
Anche nell’ipotesi per lui sciagurata di una condanna Ruby confermata o di una riduzione non consistente della pena.
L’unico passaggio della riunione in streaming che lo ha infastidito è l’apertura di Renzi sulle preferenze.
Berlusconi lo ripete a scanso di equivoci, «il patto del Nazareno deve reggere per intero, sul Senato come sulla legge elettorale, oppure salta tutto».
Dunque, nella sede di San Lorenzo in Lucina l’ex Cavaliere non ha avuto alcuna voglia di farsi vedere, non era giornata, meglio delegare.
Del resto, è di un altro incontro che il capo ha voluto una relazione dettagliata.
Quello che il pontiere fiorentino delle riforme ha avuto nel pomeriggio con Raffaele Fitto, ormai capofila dei dissidenti.
Un faccia a faccia «chiarificatore» dopo la telefonata dai toni rudi del giorno prima tra i due. Anche ieri, negli uffici del partito, non è che le distanze si siano ridotte. L’eurodeputato pugliese gli ha confermato che non farà un passo indietro, nè lui nè i senatori (e i deputati) che si riconoscono nella linea del «no all’appiattimento su Renzi», ma allo stesso tempo ha avvertito l’amico Denis: «Sappiate che non lascerò mai il partito ».
Il muro contro muro continua, insomma, e una soluzione andrà trovata prima dell’inizio delle votazioni di lunedì.
«Perchè noi gli emendamenti alla riforma li abbiamo presentati e ora certo non è che li possiamo rinnegare» racconta il senatore Augusto Minzolini in trasferta nel Transatlantico di Montecitorio.
A farsi strada è tuttavia l’ipotesi di un abbandono dell’aula da parte dei dissidenti. Ogni decisione è sospesa.
E lo stand by è dettato da un’altra scadenza, il pronunciamento dei giudici di appello di Milano sulla condanna a sette anni in primo grado il processo Ruby.
Il volto di Berlusconi è tetro quando intorno alle 18 con Maria Rosaria Rossi sale i gradini dell’aereo privato per lasciare Roma.
Annullata la partecipazione al sit-in pro Israele.
Gli avvocati per tutto il giorno lo hanno rincuorato, rassicurato, soprattutto Franco Coppi, reduce da una requisitoria a suo giudizio riuscita.
Il fatto è che qualsiasi riduzione eventuale che mantenesse una pena superiore ai due anni sarebbe comunque ininfluente rispetto al rischio di revoca dei servizi sociali. Tutti a incoraggiarlo, Berlusconi resta per terra: «Ricordatevi che abbiamo a che fare coi giudici di Milano».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply