BERLUSCONI IN DIREZIONE SUONA LA SOLITA MUSICA: “SONO SOTTO ATTACCO DI PROCURE, GIORNALI E MALAVITA”
IL PREMIER ELENCA IL SOLITO LIBRO DEI SOGNI, SENZA IDEE INNOVATIVE E PARLA DEL SOLITO COMPLOTTO CONTRO DI LUI… BOCCHINO REPLICA: “DISCORSO DELUDENTE, DOMENICA SI DECIDE, MA NULLA PUO’ RESTARE COME ADESSO”..GRANATA:”DISCORSO SCONTATO E FUORI TEMPO MASSIMO”
«Il frazionamento dei partiti politici è il peggior guaio che possa capitare ad una democrazia».
Silvio Berlusconi esordisce così nel suo intervento alla Direzione del Pdl.
Parlando davanti allo stato maggiore del partito – leggendo un testo scritto al posto del consueto discorso a braccio «perchè così ha deciso il partito» , il premier ha spiegato che d’ora in avanti ci saranno convocazioni regolari degli organi dirigenti e che l’obiettivo è aumentare la base di consenso arrivando a «un milione di iscritti».
Dal milione di posti di lavoro al milione di iscritti, insomma.
Berlusconi ha esordito con un affondo nei confronti dell’opposizione («mi attaccano perchè sanno che fino a che ci sono io non potranno mai salire al potere») e ha parlato di campagne mediatiche mirate a sminuire i risultati del governo che invece «ha lavorato come mai nessun altro prima».
Ha elencato quelli che a suo dire sono i tanti successi dell’esecutivo, insistendo tra l’altro sugli arresti di esponenti di spicco della criminalità organizzata, come se li avesse fatti lui («E visti i colpi che stiamo infierendo – ha fatto notare – , nessuno oggi può con certezza escludere che alcune cose che accadono siano frutto della vendetta della malavita»).
«Non faremo passi indietro – ha detto – bensì cinque balzi in avanti».
“L’Università ? Ci saranno risorse per la riforma. Il federalismo? Farà ridurre la pressione fiscale. La famiglia? E’ al centro della nostra azione. La mafia? Possiamo vincerla. Pensioni? Abbiamo fatto una riforma senza un’ora di sciopero. Fisco? Non tasseremo bot e casa. Giustizia? Riformarla è una priorità , entro fine mese sarà varato il testo condiviso”.
Chiuso il libro dei sogni un invito: «Cessino le polemiche e si interrompa quella che mi auguro non sia una strategia di logoramento del governo che non può essere accettata se si hanno a cuore gli interessi del Paese».
Poi un’esortazione diretta ai «ribelli» del centrodestra: «Se Futuro e Libertà ritiene esaurita l’esperienza di questo governo e non intende andare avanti lo deve dire con chiarezza e lo deve dire subito. Noi siamo pronti a raccogliere la sfida e andare subito alle urne” (pare vero…).
«Se volete archiviare Berlusconi dovete chiederlo al popolo, non potete farlo voi con una congiura di palazzo e non potete farlo perchè gli italiani non ve lo permetterebbero» ( ha già deciso per gli italiani)
“Discorso deludente figlio della debolezza, domenica si decide ma nulla può restare come adesso”.
Duro il commento del capogruppo di Fli Italo Bocchino al discorso pronunciato da Silvio Berlusconi alla direzione del Pdl.
Il Cavaliere ha sfidato i finiani: “Pronti a patto di Legislatura ma diteci subito se volete andare via. Nel caso la sfida è nelle urne”.
E Bocchino replica: “Ha riconosciuto l’esistenza della terza gamba nel Pdl? A Napoli si direbbe ‘e ci voleva la zingara?’. Berlusconi ha dovuto prendere atto della realtà , di una realtà che esiste dal 29 luglio e che è certificata dai numeri”.
Quanto alla minaccia elettorale il dirigente finiano non ha dubbi: “Le urne? decide il capo dello Stato”.
D’altra parte Bocchino già in mattinata aveva avvertito: “C’è una maggioranza alternativa per fare le riforme”.
Negativa anche la reazione di Adolfo Urso, coordinatore del comitato promotore di Fli: “E’ una reazione chiaramente difensiva, non completamente consapevole dei problemi e delle aspettative degli italiani. In questo senso la giudichiamo deludente”.
Fabio Granata, uno dei pasdaran finiani commenta: «Il discorso di Berlusconi è scontato e arriva fuori tempo massimo: noi siamo già entrati in una fase nuova, stiamo costruendo una alternativa per l’Italia. Da Perugia dove terremmo l’assise di Fli si aprirà una pagina nuova della politica italiana».
Indietro insomma non si torna.
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