CALENDA ESCE ALLO SCOPERTO: “RISOLLEVARE IL PARTITO, DOMANI MI ISCRIVO”
RENZI: “NON GUIDERO’ LA DELEGAZIONE AL COLLE, VADO A SCIARE”… CALENDA E’ UNO DEI POCHI POLITICI CHE USA IL CERVELLO
La comunicazione di dimissioni “congelate” del segretario Matteo Renzi, accende il dibattito interno sul futuro del Pd.
Con il ministro Carlo Calenda che è pronto a iscriversi al partito. E il governatore piemontese Sergio Chiamparino che non respinge l’idea di candidarsi alla segreteria: “Candidarmi a segretario? Perchè no? Io una mano la posso dare”, dice a Rai Radio 1. Da parte sua Renzi conferma la sua intenzione di lasciare e di non prendere parte alla delegazione dem che andrà al Quirinale per le consultazioni: “Le dimissioni non sono finte, le ho firmate – dice rispondendo al videocommento di Massimo Giannini che lo ha rivelato a Circo Massimo su Radio Capital – La delegazione che salirà al Colle si decide in direzione lunedi prossimo. Non la guido io, vado a sciare”.
Dopo le pesanti critiche di minoranza e veterani del partito, dal ministro Andrea Orlando a Luigi Zanda, in soccorso di Renzi arriva dunque il responsabile dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che annuncia in un tweet: “Non bisogna fare un altro partito, ma lavorare per risollevare quello che c’è. Domani mi vado a iscrivere al Pd”.
Al “cinguettio” di Calenda risponde il premier Paolo Gentiloni, che lo ringrazia.
E poco dopo un ringraziamento arriva anche dal vicesegretario dem e ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina
A commentare positivamente la scelta di Calenda si aggiunge la ministra Anna Finocchiaro, che ieri aveva polemizzato con la modalità scelta dal segretario per dimettersi: “È molto bello ed importante che in un momento difficile ci sia chi vuole dare il proprio contributo al Pd, al suo pluralismo e al suo rafforzamento. Benvenuto a Carlo Calenda”.
Sebbene il ministro dello Sviluppo economico ieri sia stato il primo a commentare l’esito del voto, invitando a rimboccarsi le maniche e difendendo apertamente l’operato Renzi, in serata non ha esitato a prendere invece le parti di Gentiloni, criticato dal segretario dem assieme al Capo dello Stato Sergio Mattarella per non aver voluto cogliere l’opportunità di votare l’anno scorso.
Calenda ha precisato ancora su Twitter: “Condivido in pieno la linea sul no al governo con il M5S, non commento il percorso congressuale e il timing delle dimissioni perchè non iscritto al Pd, trovo fuori dal mondo l’idea che la responsabilità della sconfitta sia di Gentiloni, Mattarella (per voto 2017) e di una campagna troppo tecnica”.
“Voglio solo collaborare perchè il PD è fondamentale per Italia” minimizza Calenda rispondendo a un follower a proposito del suo annuncio di iscriversi ai dem.
Ma nei suoi messaggi precedenti c’è molto della linea che ha espresso in questi mesi: “Abbiamo dato la sensazione di essere un partito delle elite (te lo dice uno che se ne intende). È successo in tutto l’Occidente ai progressisti. Ma è anche effetto del nostro modo di comunicare ottimistico/semplicistico. Tornare a capire le paure non tentare di esorcizzarle”.
(da agenzie)
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