CHI E’ DE VINCENTI, IL NUOVO SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA AL POSTO DI DELRIO
DALEMIANO D’ORIGINE, NOMINATO DA MONTI, PASSATO DA LETTA E PROMOSSO DA RENZI
Matteo Renzi ha scelto il nuovo sottosegretario alla presidenza del consiglio e il nuovo segretario generale di Palazzo Chigi.
A prendere il posto di Graziano Delrio come sottosegretario alla presidenza è l’economista Claudio De Vincenti, finora viceministro dello Sviluppo economico, mentre al vertice dell’amministrazione di Palazzo Chigi è stato chiamato il capo dipartimento dei rapporti con il Parlamento Paolo Aquilanti.
CHI È CLAUDIO DE VINCENTI
Romano, 66 anni, è nella squadra di governo da diversi anni: nominato prima da Mario Monti e confermato da Enrico Letta, De Vincenti ha ricoperto l’incarico di sottosegretario allo Sviluppo Economico.
In questa veste si è occupato di numerose vertenze di industrie in crisi, dalle acciaierie di Terni alla Lucchini, da Termini Imerese all’Ilva.
È professore di economia politica alla Sapienza di Roma e collabora con il sito di economia Lavoce.info.
In passato, tra il 1998 e il 2001, è stato consulente economico per i governi di Massimo D’Alema e Giuliano Amato.
Nel suo curriculum spicca la sua presenza nel comitato esecutivo della fondazione Nens, che fa capo all’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani e all’ex ministro Vincenzo Visco.
È autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e italiane e di diversi volumi: la sua prima pubblicazione, che risale al 1978, aveva per oggetto l’influenza di Marx sul pensiero dell’economista Piero Sraffa.
È stato anche presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Prezzi del Ministero delle Attività produttive, coordinatore del Consiglio Tecnico Scientifico dell’Osservatorio sulla Famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e membro del Cda dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco).
PERCHÈ DE VINCENTI
Il passaggio di Graziano Delrio al Ministero delle Infrastrutture ha liberato una casella a Palazzo Chigi, al fianco di Matteo Renzi.
Posizione che il premier aveva inizialmente la tentazione di ricoprire portando più vicino a sè uno fra Maria Elena Boschi e Luca Lotti.
Il cosiddetto “giglio magico”, la cerchia di fedelissimi del premier che secondo molti osservatori sta “fiorentinizzando” Palazzo Chigi.
Una scelta che Renzi ha dovuto rivedere anche perchè la Boschi è impegnata nella battaglia parlamentare per le riforme, mentre Lotti gestisce già deleghe molto rilevanti (come il Cipe, l’Editoria e altri) che avrebbe cumulato con quelle finora in mano a Delrio, prima fra tutti la gestione dei fondi europei.
La strategia del premier è quindi cambiata in corsa, con la decisione di aprire il “giglio magico” a una personalità esterna.
La scelta è caduta su De Vincenti, che non ha col premier un rapporto neppure paragonabile a quello che aveva Graziano Delrio, o prima ancora Enrico Letta con Romano Prodi o Gianni Letta con Silvio Berlusconi.
Non è un renziano, anzi. La sua storia politica lo vede nell’entourage di Massimo D’Alema prima e di Pier Luigi Bersani poi.
La sua storia di Governo parte da Monti e passa per Letta prima di arrivare a Renzi. Non si tratta però di un dalemiano a Palazzo Chigi.
Questa può essere la lettura di immagine della nomina. Nella terna che correva per la carica di sottosegretario alla Presidenza – oltre a De Vincenti, anche Fedeli e Rosato – Renzi era scettico sulla scelta di sollevare De Vincenti dal suo attuale incarico di gestore delle crisi aziendali, anche se molto spesso negli ultimi mesi è stato Palazzo Chigi a prendere in carico i dossier più spinosi.
Quello che più ha convinto Renzi è il rapporto di Claudio De Vincenti con la Cassa Depositi e Prestiti: si vocifera che il premier avesse pensato anche a Franco Bassanini, attuale presidente di Cdp, per il ruolo di braccio destro, anche se l’interessato ha subito smentito ogni ipotesi di passaggio al Governo.
Cruciale è il legame stretto che De Vincenti ha con Bassanini – anche con la Fondazione Astrid, da quest’ultimo presieduta – e con l’ambiente della Cassa.
È lui il tecnico a cui affidare le chiavi della macchina di Palazzo Chigi.
CHI È PAOLO AQUILANTI
A capo della dirigenza di Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha invece scelto Paolo Aquilanti, un “grand commis” dello Stato che ha lavorato a lungo come funzionario del Senato.
Laureato in Giurisprudenza all’Università la Sapienza di Roma, 55 anni, fino a oggi Aquilanti è stato voluto da Maria Elena Boschi come braccio destro al ministero delle Riforme, dove si è occupato del dossier della legge elettorale aiutando la giovane ministra a evitare le insidie delle aule parlamentari.
Entrato a Palazzo Madama nel 1987, ha lavorato in vari uffici e commissioni e dal 1999 e fino appunto al 2014 ha ricoperto l’incarico di segretario della commissione Affari costituzionali, al quale nel 2013 si è aggiunto quello di coordinatore del Servizio delle commissioni permanenti e speciali.
Ha curato vari progetti, tra cui uno concernente l’uso dei media civici in ambito parlamentare, e ha coordinato quello di dematerializzazione degli atti parlamentari.
Si è quindi occupato dell’applicazione degli strumenti informatici alle attività delle commissioni del Senato.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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