“CHIESA E OPERAI SONO DA SEMPRE ALLEATI”: INTERVISTA AL SINDACALISTA ILVA DELLA FIOM
L’ATEO E MARXISTA ARMANDO PALOMBO SPIEGA L’ENTUSIASMO DEGLI OPERAI PER PAPA FRANCESCO
Nel capannone magazzino dell’Ilva lavoratori in tuta sventolano le bandierine bianche e gialle con la scritta ‘W il Papa”, scrosciano gli applausi, partono cori da stadio al grido di “Francesco, Francesco”.
Armando Palombo, delegato Fiom della Rappresentanza sindacale unitaria Ilva, marxista, dichiaratamente ateo, di Lotta Comunista, non si stupisce.
«Qui in fabbrica abbiamo tanti iscritti cattolici al sindacato, anche alla Fiom. Don Franco Molinari, il cappellano del lavoro, è in stabilimento con noi e su tanti temi la dottrina sociale della chiesa e il sindacato dicono le stesse cose, non da oggi. Se gli imprenditori facessero anche solo la metà di quello che dice papa Francesco, le cose andrebbero molto meglio »
Nel suo discorso in fabbrica il Papa ha usato parole forti, ha parlato di imprenditori che non sono buoni imprenditori se sono speculatori e ha anche detto che non è un lavoro buono quello che impone di lavorare senza orari. Voi come sindacati non vi sentite scavalcati a sinistra?
«La verità che è esiste una debolezza di fondo: quando c’è un esercito industriale che preme per inserirsi a qualsiasi condizione, diventa difficile resistere. Quando abbiamo una disoccupazione giovanile al 48%, la debolezza è inevitabile. Noi per altro nel nostro piccolo il nostro dovere proprio qui all’Ilva lo abbiamo fatto, penso all’accordo di programma, che ci ha dato appigli giuridici per resistere nel corso degli anni e per garantire una tutela efficace ai lavoratori. La verità è che non sempre e non tutti sono in grado di resistere alla pressioni, mentre a volte bisognerebbe buttare il cuore oltre l’ostacolo, in questo la visita di papa Francesco può essere un aiuto, anche per chi non è credente».
Papa Francesco sostiene che l’obiettivo è avere lavoro per tutti, non reddito per tutti, siete d’accordo?
«Lo siamo al punto che proprio al l’Ilva noi abbiamo chiesto e ottenuto di inserire nell’accordo di programma i lavori di pubblica utilità , per integrare il reddito certo, ma anche per garantire dignità alle persone».
D’accordo anche sul fatto che i problemi non si risolvono andando in pensione prima?
«Cosa vuol dire andare in pensione prima? Qui all’Ilva da quando ci sono io in pensione prima ci si si va solo con l’amianto, parliamo di gente che ha anni di contributi alle spalle, la pensione se l’è guadagnata e se va prima è solo perchè ha un’aspettativa di vita inferiore, non è una cosa da poco».
Il Papa divide i lavori fra buoni e cattivi, e mette nei cattivi l’industria delle armi, cosa ne pensate?
«Attenzione, io come sindacato faccio parte di un’organizzazione che difende i lavoratori, qualsiasi lavoro facciano, ovviamente nei limiti della legalità , il resto attiene a scelte politiche e di grandi sistemi, non può certo essere una competenza del sindacato».
E il gioco d’azzardo?
«Ho le mie idee in merito, ma il problema è sempre lo stesso, è vero che abbiamo temi in comune con la dottrina sociale della chiesa, ma non tutto. Ad esempio la chiesa predica la rassegnazione, che io non condivido, anzi sono convinto che i lavoratori devono lottare, e da marxista non credo che lavoratori e imprenditori siano dalla stessa parte, hanno interessi contrapposti».
(da “La Repubblica”)
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