CON LA CODA TRA LE GAMBE: GRILLO RITORNA CON FARAGE CHE DETTA CONDIZIONI
E ALLA FINE IL MATRIMONIO D’INTERESSE VIENE SANCITO: LA FARSA (PER ORA) E’ FINITA
Dopo la porta chiusa in faccia dall’Alde di Guy Verhofstadt, Beppe Grillo bussa di nuovo alla porta di Nigel Farage.
Tornare da Farage per non perdere peso politico e risorse è la via che i 5 Stelle stanno cercando di percorrere. Ma l’Ukip pone due condizioni per riallacciare i rapporti.
I 5Stelle si trovano non solo divisi al loro interno, perchè molti eurodeputati non hanno apprezzato la scelta di aderire al gruppo più europeista che ci sia in Ue, ma anche da soli.
Per questo, per evitare un contraccolpo, Beppe Grillo si è cosparso il capo di cenere e ha chiamato Nigel Farage per trattare direttamente con lui e rimanere nel gruppo Efdd nonostante solo due giorni fa lo stesso leader M5S avesse detto che “rimanere in EFDD equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti”.
Tuttavia aderendo al gruppo dei Non iscritti, M5s rischia di perdere pressochè completamente la propria agibilità politica.
I Non Iscritti del Parlamento europeo non sono un gruppo “tecnico”, come il Gruppo misto del Parlamento italiano. Finire in questo limbo, per una delegazione di eurodeputati, significa avere un tempo di parola in Aula praticamente nullo, totale marginalizzazione nei negoziati sulla legislazione e sulle politiche adottate dal Parlamento europeo, ingenti perdite di risorse per l’attività della delegazione e tagli al proprio personale “tecnico” e dell’ufficio comunicazione.
Beppe Grillo tratta e prova a rimediare al danno causato, anche se la base non si placata affatto e forse per la prima volta si è ribellata al suo leader.
Dal canto loro i 17 deputati europei si sono incontrati per fare il punto. L’unico che ha voluto parlare apertamente è Piernicola Pedicini: “Anche se formalmente facciamo ancora parte del gruppo, realisticamente non ci sono più le condizioni politiche e dovremo entrare nel gruppo dei non iscritti, che per noi è un danno enorme”.
Pedicini fa parte di quei deputati 5 Stelle che non hanno molto apprezzato la mossa di Grillo e Casaleggio, pur continuando a sostenere il leader del movimento: “Si è preso la responsabilità di offrire quella scelta ai militanti, correndo il rischio che succedesse quello che è successo”.
Nel corso della riunione, durante la quale i toni sono stati anche parecchio duri (“c’è grande amarezza”, dice più di qualcuno), c’è chi ha chiesto espressamente di rimanere nel gruppo Efdd ed è per questo che, nonostante la rabbia, molti eurodeputati in fondo sono soddisfatti di aver scampato il pericolo di confluire nell’Alde.
Insomma sono volati gli stracci e adesso Farage detterà ai 5Stelle le condizioni per restare: David Borrelli, che ha mediato con Alde, non dovrà essere più copresidente di Efdd e nello stesso tempo dovrà essere allontanato anche l’advisor che ha seguito la trattativa.
In fondo, come ha detto lo stesso Farage, durante la riunione del gruppo, presenti anche i 5Stelle: “I matrimoni finiscono” ma che “si possono anche ristabilire”, sempre “se chi ha tradito, paga”.
E arriva alla fine la decisione, comunicata dallo stesso leader dell’Ukip: “Continueremo a lavorare insieme nel gruppo Efdd. Sono felice di dire che tutte le divergenze con il movimento di Beppe Grillo sono state risolte in maniera amichevole”.
Tradotto: dopo il tentativo dei grillini di convergere nell’Alde, poi fallito per il niet del gruppo liberale ed europeista, i pentastellati rientrano a tutti gli effetti nell’Efdd. Nella riunione odierna, oltre agli europarlamentari pentastellati, era presente anche il leader dell’Ukip che, secondo testimonianze interne, dopo aver annunciato la sua conversazione con Grillo, aveva sottolineato che i “matrimoni finiscono” ma che “si possono anche ristabilire”, sempre “se chi ha tradito, paga”.
L’uscita formale dei 17 eurodeputati del M5S avrebbe comportato per i grillini la perdita di personale (circa una ventina di funzionari di gruppo), l’esclusione dell’accesso alle cariche nelle Commissioni parlamentari e il potere di influenza sui principali dossier.
Al tempo stesso, però, la fuoriuscita dei pentastellati avrebbe messo a serio repentaglio l’esistenza stessa del gruppo Efdd, attualmente composto da 44 parlamentari. Senza i 17 italiani, ne sarebbero rimasti solo 27: appena due più del limite minimo di 25 (in rappresentanza di sette diverse nazionalità ) ammesso nel Parlamento europeo per la costituzione di un gruppo parlamentare. Anche l’Ukip avrebbe quindi rischiato di ritrovarsi nel novero dei non inscritti.
Per questi elementi, quindi, Farage e i componenti del gruppo hanno deciso di riaccogliere i grillini.
(da agenzie)
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