CONTE CHE DICE “LO STATO NON PUO’ ESSERE SOCIO DI BENETTON” E’ LO STESSO CHE FINO A IERI DICEVA CHE BENETTON DEVE MANTENERE UNA QUOTA DEL 30% ?
BASTA MARIONETTE MANOVRATE DALL’INTEGRALISMO CINQUESTELLE… SE BENETTON VA CACCIATO ALLORA METTETE IN GALERA QUEI FUNZIONARI E POLITICI DEL MINISTERO CHE, FINO AL CONTE 1 COMPRESO, NON HANNO CONTROLLATO LA MANCATA MANUTENZIONE DI AUTOSTRADE… LA RESPONSABILITA’ NON E SOLO DEL GESTORE MA ANCHE DI CHI PER LEGGE DOVEVA CONTROLLARLO
Giuseppe Conte alza i toni contro Autostrade per l’Italia, “per nulla” soddisfatto delle proposte di negoziato che la concessionaria del gruppo Atlantia ha formulato al Governo per non incorrere nella revoca delle concessioni dopo il crollo del Ponte Morandi.
In due interviste al Fatto Quotidiano e alla Stampa il presidente del Consiglio avvicina l’ipotesi della revoca, che sarà decisa probabilmente nel Cdm di martedì. Dice al Fatto Quotidiano
“La mia sensazione è che Autostrade, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rafforzata da un intervento legislativo, abbia scommesso sulla debolezza dei poteri pubblici nella tutela dei beni pubblici. Solo all’ultimo si è orientata verso una soluzione transattiva. La verità è che la varie proposte transattive fatte pervenire da Aspi non sono soddisfacenti”
“Sabato è arrivata una risposta ampiamente insoddisfacente, per non dire imbarazzante: tutto meno che un’accettazione piena e incondizionata delle richieste del Governo” . Peccato che a detta di tutti ha accettato invece le proposte del Governo in gran partem quelle che Conte fino a ieri riteneva dirimenti: portare da 2,9 a 3,4 miliardi il contributo a fondo perduto e scendere sotto il 50% dell’azionariato.
Poi Conte ripete come una macchinetta il verbo del M5s: “I Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio e i ministri, ma i familiari delle vittime del Ponte Morandi e tutti gli italiani. Non hanno ancora capito che, dopo molti mesi, questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi”… “Sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton. Non per questioni personali, che non esistono, ma per le gravi responsabilità accumulate dal management scelto e sostenuto dai Benetton nel corso degli anni dal crollo del Morandi e anche dopo”.
E allora perchè lo avevi chiesto fino a un giorno fa?
Il premier non teme il contenzioso che deriverebbe dalla revoca della concessione, perchè, spiega, “quel crollo, le 43 vittime, i gravi danni causati alla comunità genovese, costituiscono un gravissimo e oggettivo inadempimento del concessionario. In aggiunta, abbiamo una lunga lista, accumulata nel tempo, di cattive o mancate manutenzioni, ordinarie e straordinarie, della rete autostradale”… “Non è lo Stato che deve soldi ai Benetton, ma viceversa”
Certo, se lo Stato non avesse la responsabilità di non aver controllato come da legge i lavori non eseguiti dal gestore, compreso il periodo in cui era ministro Toninelli.
Finira’ che questa battaglia ideologica costerà ai contribuenti italiani 20 miliardi che pagheranno i governi futuri.
(da agenzie)
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