COVID INARRESTABILE, A NAPOLI MALATI CURATI NEL PARCHEGGIO
OSPEDALI STRACOLMI E PRONTO SOCCORSO COLLASSATI
Uomini e donne visitati sui sedili delle automobili, attaccati alle bombole di ossigeno trasportate a spalla dagli infermieri e messe sull’asfalto, il tubo per attaccarvi il paziente fatto passare dai finestrini.
Succede al pronto soccorso dell’Ospedale “Cotugno” trasformato in pronto soccorso d’emergenza dall’ondata di contagio che investe Napoli e l’intera Campania, che oggi con 4601 nuovi contagi, nonostante sul piano nazionale i numeri abbiano fatto registrare un leggero calo, continua ad essere dopo la Lombardia la regione con il più alto numero di casi.
Senza lo scudo del lockdown – che l’ha protetta nella prima fase – in questa seconda ondata la Campania sembra sempre più in difficoltà .
Nell’ultimo Dpcm il Governo l’ha inserita nell’area gialla, quella di relativa minore criticità , ma immagini, voci e grida di allarme che arrivano raccontano un’emergenza nell’emergenza.
Cartoline da una regione allo sbando, con gli ospedali in crisi e il lungomare affollato, gli infermieri nei reparti allo stremo delle forze e le famigliole e i ragazzi, con e senza mascherina, seduti ai bar e ai ristoranti che affacciano sul mare o stesi al sole dell’estate di San Martino sulla spiaggia davanti alla Rotonda Diaz.
Code ai pronto soccorso, persone che, pur di farsi visitare e magari ricoverare, chiamano ambulanze private, 118 in allarme, negli ospedali la situazione ha oltrepassato la soglia della criticità .
I ricoveri aumentano, i reparti di terapia intensiva sono sempre più pieni, il lavoro per medici, infermieri e operatori sanitari ogni giorno più complicato.
Dall’ospedale di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, Vincenzo Di Mattia, infermiere e rappresentante del sindacato “Nursind”, chiede “scelte coraggiose, lo stesso coraggio che gli infermieri mettono in campo ogni giorno da professionisti della salute”.
Destinataria dell’appello “la politica”. “Chiediamo assunzioni subito – fa notare Di Matteo – Non è ipotizzabile fare questo lavoro in regime di straordinario, ovvero oltre il proprio orario di lavoro. Non possiamo più aspettare. Non sappiamo per quanto tempo si riuscirà a lavorare in questo modo, tra stress psico-fisico e colleghi che si contagiano, siamo al limite. Con più infermieri si potrà allentare questa morsa”.
Al “Monaldi”, invece, specializzato nella cura delle malattie pneumo-vascolari, com il Cotugno e il Cardarelli tra i più grandi e rappresentativi ospedali di Napoli, infermieri e medici lavorano “come se sulla testa ci pendesse costantemente la spada di Damocle del virus”, racconta ad HuffPost un giovane infermiere del reparto di terapia intensiva che chiede di restare anonimo.
“Io non mi sono ancora infettato, ma non so per quanto tempo potrò ancora dirlo”. L’Ospedale, nonostante sia destinato ad accogliere pazienti con patologie pneumo-cardiologiche – per i quali l’infezione da Covid potrebbe essere fatale – è stato trasformato “in semi Covid”, i reparti tradizionali accorpati, gli interventi di cardiochirurgia e i trapianti fortemente ridotti “sempre per curare il virus”.
Il giovane infermiere racconta di protocolli per la sanificazione che cambiano in continuazione, di “organizzazione confusionaria, programmazione carente”.
Di ricoveri e morti per Covid ogni giorno più numerosi. E del contagio che cresce tra gli infermieri.
“La verità – dice – è che noi stiamo correndo appresso al virus, ma lui è molto più veloce e non ce la facciamo a stargli dietro”.
Resta l’amarezza “per una situazione che poteva essere ampiamente prevista e invece non è stato fatto nulla” e per le immagini che arrivano dal lungomare pieno di gente. Lasciato aperto dal sindaco della città , Luigi de Magistris, che oggi, però, ha chiesto la “zona rossa” puntando l’indice contro il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e il Governo, che ha assegnato alla Campania l’area gialla nonostante i numeri dei contagi.
“È solo il lockdown o la zona rossa che impediscono alle persone di uscire come in questi giorni ed assembrarsi, ma solo il presidente del Consiglio dei Ministri può deliberare su questo. Così come la zona rossa di una Regione o di una o più città può adottarla anche il presidente della Regione”, ha scritto de Magistris su Facebook, aggiungendo che “chiudere non è la soluzione alle immagini delle file di ambulanze e al collasso di ospedali, altrimenti lo avremmo già fatto” e “se la situazione degli ospedali è drammatica, come appare dalle testimonianze raccolte, vuol dire che probabilmente chi ha dichiarato la Campania zona gialla ha sbagliato forse anche perchè tratto in errore da dati non attuali, precisi e corretti forniti dagli uffici regionali”.
Con il nuovo report di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute, atteso da giorni ma non ancora pubblicato, basato su dati aggiornati riferiti al periodo compreso tra il 26 ottobre e il primo novembre, la Campania da gialla dovrebbe passare in una fascia di rischio più alto.
“Ci aspettiamo almeno la zona arancione”, spiegava ad HuffPost una fonte dalla Regione già qualche giorno fa. Intanto i numeri continuano a salire, crescono le criticità , negli ospedali la situazione è drammatica. La Campania stavolta potrebbe non farcela.
(da “Huffingtonpost”)
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