DAL GIAGUARO AL GATTOPARDO PASSANDO PER MOLTI SCIACALLI: RENZI NON DICE NULLA E LO DICE PURE MALE: “IO E IL PD: UN’AMBIZIONE SMISURATA”
SI DEVE CAMBIARE GOVERNO PERCHE’ ADESSO COMANDA LUI… LA MINORANZA DI CUPERLO E’ VIVACE COME CHI E’ IN COMA FARMACOLOGICO, SI SALVA SOLO CIVATI… COL VOTO IN DIREZIONE, LETTA PRESENTERA’ DIMISSIONI A NAPOLITANO
Anche l’ultimo filo che tratteneva Enrico Letta dalle dimissioni sembra essersi spezzato.
Il Partito Democratico voterà sulla relazione di Matteo Renzi, siglando così la sfiducia nel confronti del primo ministro.
Ci ha provato Gianni Cuperlo a evitare il voto, così da non lasciare le impronte digitali sul ribaltone. Ma non è servito a nulla.
Le dimissioni di Enrico Letta erano attaccate al voto in direzione Pd. Un voto sulla cui opportunità il partito ha discusso, ma che alla fine ha deciso di fare.
Ora il premier aspetta l’esito scontato. Poi salirà al Quirinale a fare ciò che il suo stesso partito lo ha spinto a fare: rassegnare le dimissioni.
Ma da domani avrà le mani libere…
L’intervento del Gattopardo
Renzi aveva esordito dicendo: “E’ arrivato il momento di dire che tipo di proposta vogliamo fare al Paese» (cosa che poi non ha precisato)
«La riunione di oggi non è un processo al governo – ha puntualizzato il leader dei dem -. Si tratta invece di capire se siamo in grado di aprire una pagina nuova, per noi e per l’Italia ».
Con poche parole e una risoluzione che parla esplicitamente di un nuovo esecutivo affidato agli organi dirigenti usciti dal congresso, ovvero allo stesso Renzi.
La famosa staffetta alla guida dell’esecutivo, insomma, che dovrebbe portarlo subito a Palazzo Chigi al posto di Enrico Letta, senza quel passaggio elettorale che era stato fin qui sempre invocato.
«Ma ora non ci sono le condizioni per tornare alle urne – ha spiegato il sindaco – perchè non c’è una legge elettorale in grado di garantire maggioranze e perchè il percorso delle riforme ancora non è stato avviato».
Quindi meglio vada lui al governo anche così.
GLI ALTRI INTERVENTI
La relazione di Renzi è stata accolta senza particolari scossoni dall’assemblea piddina. Gianni Cuperlo, principale avversario del sindaco nella corsa alla segretaria, ha preso atto della richiesta del leader ma ha chiesto che non ci sia un voto sulla risoluzione «anche per evitare che si crei un precedente» .
Ma il voto ci sarà : «È previsto al termine del nostro dibattito» ha precisato Sandra Zampa, vicepresidente della Direzione Pd.
Il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, ha avallato la linea di Renzi parlando di una «accelerazione necessaria» e auspicando un nuovo esecutivo «che abbia la possibilità di durare e governare per l’intera legislatura».
Per il capogruppo dei deputati, Roberto Speranza, «la grande famiglia del Pd mette sulle sue spalle senza infingimenti la grande sfida delle riforme e del cambiamento del Paese. Questo partito è l’unico che può veramente provare a cambiare l’Italia».
Pippo Civati è invece in controtendenza: «I dubbi sulle larghe intese restano. Non capisco perchè cambiare il premier dovrebbe cambiare qualcosa». Ergo: voto contrario, ma la sua posizione resta isolata.
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