“DALLE PAROLE DEL MINISTRO DEGLI INTERNI VENEZUELANO L’ARRESTO ASSURDO DI ALBERTO TRENTINI POTREBBE ESSERE CONNESSO CON UNA ONG DANESE E IL FERMO DI UN INGEGNERE COLOMBIANO”
MORSOLIN, ESPERTO DI DIRITTI UMANI IN AMERICA LATINA, RIVELA I CONTENUTI DI UNA CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO CABELLO… PER IL GOVERNO TUTTI GLI STRANIERI SONO SOSPETTI
Alcune notizie, dal Sudamerica, portano qualche ulteriore elemento per cercare di comprendere le motivazioni dell’arresto del cooperatore veneziano Alberto Trentini, detenuto in Venezuela senza alcun capo d’imputazione conosciuto.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, riferisce al Sir di importanti parole pronunciate dal ministro dell’Interno del Venezuela Diosdado Cabello (qualcosa di più di un semplice “numero due”, nello scacchiere di potere di Caracas): “Durante una conferenza stampa, il 20 gennaio, il Ministro degli Interni Diosdato Cabello ha affermato che il Venezuela ‘esige il rispetto della Repubblica bolivariana del Venezuela da parte della comunità internazionale; per questo abbiamo dato un segnale preciso: abbiamo ridotto il personale delle Ambasciate di Francia e di altri Paesi (Italia e Olanda, ndr). In un contesto di grave destabilizzazione, abbiamo scovato 195 mercenari stranieri, che abbiamo arrestato qui in Venezuela, anche se, mettono davanti il nome delle ong per fare rumore”.
Parole, forse, “illuminanti”, nella logica interna delle autorità del Paese, mentre fonti consultate a Caracas e a Bogotá, capitale della Colombia, portano a possibili collegamenti fra Alberto Trentini e l’ong danese “Danish refugee council” (Drc – Consiglio danese per i rifugiati).
Secondo Morsolin “il caso Trentini potrebbe essere collegato a quello dell’ingegnere colombiano Manuel Alejandro Tique Chaves, anch’egli cooperante della Drc, in carcere da quattro mesi come sospetto ‘reclutatore di paramilitari’, come, del resto, è stato riportato anche da altre testate; la sua cattura pare ricalcare in pieno lo schema seguito per l’arresto di Trentini.
A unire i due cooperanti è, appunto, l’ong per cui entrambi hanno lavorato, in Colombia: da febbraio del 2023 ad aprile del 2024 Trentini ha operato direttamente con Drc, mentre, da due anni a questa parte, vi lavorava Tique Chaves”. Lo scorso 14 settembre, quest’ultimo è stato bloccato mentre si stava recando a Guasdualito. È la medesima città del Venezuela, situata in prossimità del confine, in cui, il 15 novembre 2024, sarebbe stato fermato Trentini.
Víctor Tique Chaves, padre di Manuel Alejandro, parlando all’emittente colombiana W Radio, ha affermato: “Alla frontiera, quando ha presentato il suo passaporto, è stato arrestato dalla Direzione generale del controspionaggio militare”. Cioè da quello stesso organismo (Dgcim) che due mesi dopo avrebbe preso in consegna pure il cooperante veneto. Per ambedue non è stato mai comunicato il luogo di detenzione.
Sempre Cabello, il 17 ottobre 2024, aveva citato Tique Chaves fra i 19 cittadini stranieri catturati in aggiunta a 13 venezuelani, in quanto asseritamente coinvolti in “una grande cospirazione contro il Venezuela”. E aveva aggiunto: “A tutti questi cittadini stranieri vengono garantiti i loro diritti, ma i loro Governi devono assumersi la responsabilità del fatto che vengono in Venezuela per cospirare contro un Paese, per attaccare obiettivi civili e militari, obiettivi di servizio pubblico, per danneggiare il nostro Paese”
Insinuazioni fermamente respinte dal padre del cooperante colombiano: “Mio figlio è un ingegnere industriale che si occupa di questioni ambientali ed è entrato a far parte dell’ong per lavorare su base umanitaria. Questa organizzazione assiste i venezuelani in Colombia con un po’ di soldi, cibo, quel genere di cose”.
Conclude Morsolin: “L’arresto del cooperante Trentini sembra intrecciarsi con il complesso conflitto armato e sociale oggi molto attivo alla frontiera tra Colombia e Venezuela, seguendo la pista dei ‘mercenari stranieri’. Considerando che il cooperante Trentini ha lavorato sia per la ong danese Drc in Colombia sia per la ong francese Humanity e Inclusion, che era in Venezuela dal 17 ottobre 2024, che il governo del Venezuela ha deciso di ridurre il personale delle ambasciate sia della Francia che dell’Italia, le recenti affermazioni del ministro degli interni Cabello offrono inquietanti chiavi interpretative”.
(da Agenzia d’informazione SIR)
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