DECRETO CRIMINALE BIS, 17 GRILLINI NON PARTECIPANO AL VOTO
PASSA ALLA CAMERA CON 322 SI’, 74 IN MENO DEL PRIMO DECRETO, ANCHE FICO ASSENTE AL VOTO
Il decreto sicurezza ha superato il primo scoglio alla Camera con 322 voti favorevoli, 90 contrari e l’astensione di Vittorio Sgarbi, del gruppo Misto.
Consensi più bassi rispetto al primo decreto che porta il ‘marchio’ del ministro dell’Interno Matteo Salvini e che a novembre a Montecitorio conquistò 396 sì, diventando legge.
Anche allora il governo chiese la fiducia (quella di ieri è l’ottava, confermata con 325 sì).
Ora per l’ok definitivo del provvedimento che introduce norme illecite contro i soccorsi in mare da parte delle navi delle ong, bisognerà aspettare il Senato.
La maggioranza spera di chiudere prima della pausa estiva: nel calendario di Palazzo Madama, l’esame del provvedimento è previsto entro il primo agosto.
Come nel precedente decreto, Lega e Movimento 5 stelle hanno potuto contare sui voti di Forza Italia (nonostante il ‘record’ di assenze con 26 votanti sul totale di 104 forzisti) e Fratelli d’Italia, oltre al sì di Alessandro Colucci di Noi con l’Italia.
Identico anche il copione dei contrari con Pd, Liberi e uguali, 5 deputati del Misto (tra cui Sara Cunial, espulsa dal M5s) e Doriana Sarli del Movimento, già critica sul ‘primo sicurezza’ e che ha annunciato il dissenso in Aula.
Assente al momento del voto, il presidente della Camera Roberto Fico che è uscito mezzora prima, lasciando il posto al vicepresidente Fabio Rampelli. A novembre disertò l’Aula spiegando, dopo, che fu una scelta per segnare la distanza dal provvedimento. Altri 17 grillini non hanno partecipato al voto.
Le novità principali del ‘bis’ sono nei primi due articoli contrari alle norme internazionali e palesemente illeciti.
In particolare, il ministro dell’Interno può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nelle acque territoriali per ragioni di ordine e sicurezza o in caso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Norma che viola la convenzione di Ginevra sul soccorso in mare.
Introdotta anche la maxi multa da 150mila euro fino a un milione per il comandante della nave che violi quel divieto e, in aggiunta, c’è il sequestro dell’imbarcazione. Altra norma che sarà impugnata al primo sequestro.
Ma è a Palazzo Madama che i Cinque stelle ancora scottati dal via libera alla Tav potrebbero teoricamente riservare sorprese all’esecutivo.
(da agenzie)
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