“DOSSIER PER FAR ELEGGERE BOSSI JUNIOR”: BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA NEGLI UFFICI DELLA LEGHISTA RIZZI
PERQUISITA ANCHE L’ABITAZIONE DELL’ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO… DOCUMENTI PER COLPIRE “NEMICI” DENTRO E FUORI IL CARROCCIO CHE POTEVANO OSTACOLARE L’ASCESA DEL “TROTA”
La casa e gli uffici dell’assessore regionale a Giovani e sport della Lombardia, la leghista Monica Rizzi, sono stati perquisiti da agenti della polizia giudiziaria.
Le perquisizioni, ha spiegato il suo legale Alessandro Didd, sono state affettuate per “ricercare tracce di una attività di dossieraggio” su richiesta della Procura di Brescia.
Non è ancora noto l’episodio o gli episodi ai quali si riferisce l’inchiesta.
Nei mesi scorsi, comunque, un ex collaboratore dell’assessore, Marco Marsili, aveva presentato una denuncia nei confronti della Rizzi alla Procura di Brescia per trattamento illecito di dati personali.
Dossier, ha spiegato Marsili, che sarebbero serviti poi per colpire ‘nemici’ fuori e dentro la Lega Nord assicurando il miglior risultato elettorale possibile alle scorse regionali a Renzo Bossi detto ‘il Trota’, figlio del leader leghista Umberto.
In pratica chi si sarebbe opposto alla candidatura di Renzo Bossi sarebbe stato oggetto di dossier privati al fine di dissuaderlo dal tenere quella posizione.
“Io sono stato sentito dalla guardia di finanza – ha detto Marsili – Una con un minimo di decenza sarebbe andata a casa da un pezzo”.
“L’assessore Rizzi non si dimetterà – ha spiegato in una nota l’avvocato Didd – essendo consapevole di potere confidare nella serenità della magistratura, che certamente non si farà ingannare da queste manovre”.
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