E L’AUTOSTOP SALVO’ IL PDL: PER FORTUNA PASSAVA UNA PANDA
IN CAMPANIA LISTE CONSEGNATE SOLO 4 MINUTI PRIMA DELLA SCADENZA… PER L’ON. DI CATERINA DUE ORE DA DIMENTICARE
Il giallo delle liste del Pdl in Campania, sottratte per vendetta da Nicola Cosentino e poi restituite all’ultimo al coordinatore Nitto Palma, si tinge di ridicolo.
Nelle due ore non ancora raccontate, quello spazio di tempo che va dalla resa di Cosentino lunedì pomeriggio alla consegna delle firme, succede infatti di tutto.
Ma la parte più grottesca tocca all’onorevole Marcello Di Caterina.
Il povero deputato riceve infatti dalle mani di Nitto Palma le famigerate liste di Campania 2, che devono arrivare alla Corte d’appello di Benevento entro le ore venti. Pena la dèbacle, la perdita di milioni di voti.
Così il Di Caterina, con questa delicata missione, prende la sua auto personale e pigia a tavoletta l’acceleratore con l’orologio sempre sott’occhio.
Tic-tac, tic-tac, cento chilometri di traffico e autostrade – da Napoli a Benevento – da percorrere in poco più di un’ora.
Intanto, sotto la Corte d’appello, già attendono in ansia Luigi Cesaro e Ignazio Abbrignani, arrivati da Roma a duecento all’ora con tanto di scorta della polizia.
Ma la sfortuna si abbatte sull’onorevole.
Di Caterina infatti manda il motore in fuorigiri e fonde.
Dramma, tragedia, insulti al telefono da Verdini a Nitto Palma.
Non c’è tempo da perdere e Di Caterina, sempre più disperato, molla la Mercedes sul ciglio della strada e si mette a fare l’autostop.
Un generoso vecchietto, alla guida di una Fiat Panda, impietosito si ferma e l’onorevole si vede quasi salvo. “La prego, vada un po’ più forte”, implora, “è una questione di vita o di morte”.
L’anziano fa quello che può ma l’auto è più vecchia di lui, la strada piena di curve e, insomma, Di Caterina lo fa inchiodare davanti al tribunale solo alle 19.56.
Mancano quattro minuti e poi zac… il buio.
Abbrignani interviene, agguanta le liste dalle mani del poveretto e si lancia verso la cancelleria.
Un usciere solerte si fa avanti: “Prego onorevole, l’ascensore è per di qua”. “Ma quale ascensore?? E se poi si ferma? Prendo le scale!”.
Quattro piani di corsa e, pochi secondi prima della fine, il Pdl è salvo.
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
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