E MO’ CHE JE DICO A DONALD? I TORMENTI DELLA MELONI PER NON TRASFORMARE IL TANTO AGOGNATO INCONTRO ALLA CASA BIANCA IN UN FLOP
LA DUCETTA NON PUÒ PARLARE A NOME DELL’UE. MA SPINGERÀ PER IL PROGETTO DI UN MERCATO UNICO EURO-ATLANTICO A “TARIFFE ZERO”, RILANCIATO DA ELON MUSK – PER AVERE L’ATTENZIONE DI TRUMP, LA STATISTA DELLA GARBATELLA DOVRÀ PROMETTERE MAGGIORI ACQUISTI DI GAS AMERICANO E DI AUTO MADE IN USA
Le telefonate con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sono continue. Perché, è vero che Meloni sta facendo circolare quale sarà
il senso della missione alla Casa Bianca, sostenendo che si tratta di un bilaterale tra Italia e Usa, colmo di dossier, e che «non andrò come rappresentante dell’Unione europea», ma questa versione è anche un po’ un modo di cautelarsi di fronte all’imprevedibilità di Donald Trump.
Nelle interlocuzioni con Bruxelles, mediate dai consigli di Raffaele Fitto, Von der Leyen avrebbe invece dato il suo via libera, del tutto informale, alla premier. L’obiettivo è di ragionare sull’idea di rafforzare il progetto di un mercato unico euro-atlantico, di fatto rilanciato da Elon Musk in collegamento video durante il congresso della Lega. Il magnate e consigliere di Trump ha reso esplicito cosa punta a ottenere con la strategia muscolare dei dazi il capo della Casa Bianca.
Un’area a zero tariffe, una cooperazione a più livelli, che tenga fuori la Cina e garantisca una maggiore circolarità di prodotti e servizi americani. Questo sarà anche, domani, l’oggetto del confronto a Washington di Maros Sefcovic, il commissario al Commercio dell’Ue, lui sì con tanto di mandato ufficiale di Bruxelles a trattare
Meloni sa di non aver uno spazio troppo ampio di negoziato, perché è consapevole di cosa difficilmente sarà in grado di offrire a Trump. Le linee rosse le ha fissate Von der Leyen nella sua intervista di due giorni fa al Financial Times: nessuna apertura sulla web tax e sull’Iva, tassazione sui consumi che l’americano si ostina a non concepire.
Più facile invece aprire un ragionamento solido sull’energia. Trump vuole che gli europei diano una maggiore disponibilità all’acquisto del gas americano. Su questo, quasi certamente chiederà uno sforzo a Meloni, in qualità di leader di un Paese del Mediterraneo costretto a diversificare le fonti di approvvigionamento (per esempio in Algeria) per affrancarsi dalla dipendenza dalla Russia.
La premier italiana potrà far leva anche su un’altra aspettativa del repubblicano: aumentare le vendite delle auto made in Usa in Europa. Una maggiore reciprocità di ingresso è l’altro capitolo dove, secondo Palazzo Chigi, si possono fare dei passi in avanti. Infine, difficilmente Meloni si sottrarrà dal confronto con Trump sulle spese militari, vero nodo dolente per l’Italia che non ha ancora raggiunto l’obiettivo del 2%, previsto dagli accordi Nato.
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