ELEZIONI TRENTINO-ALTO ADIGE: A BOLZANO SVP PRIMO PARTITO (MA IN CALO), FUGATTI OLTRE IL 50% PER LA PROVINCIA DI TRENTO
SALE FDI, CROLLA LA LEGA
Alle elezioni provinciali in Trentino si registra un calo dell’affluenza, che rispetto al 2018 scende dal 64,05 al 58,39%. Questo è il dato definitivo, dopo la chiusura dei seggi alle ore 22. Stamattina, lunedì 25 ottobre, alle ore 7, è iniziato lo spoglio. Quando, verso le 11.30, le schede scrutinate hanno raggiunto la metà, appare consolidata la vittoria del presidente uscente di centrodestra, Maurizio Fugatti. Intanto in Alto Adige si preannuncia un rebus la composizione della giunta provinciale 2023-2028. Con il 98% delle sezioni scrutinate la Suedtiroler Volkspartei è al 34,4%, in calo di sette punti percentuali rispetto a 5 anni fa. Il Team K arriva all’11%, mentre la secessionista Süd-Tiroler Freiheit di Eva Klotz ha raggiunto il 10,8%. Il primo partito “italiano” è Fratelli d’Italia, che arriva al 6,1%. La Lega aveva l’11% nel 2018 e ora crolla al 3,1%. Il governatore Arno Kompatscher va verso il terzo mandato, ma sarà complicato sciogliere i nodi delle alleanze: «Il voto va sempre rispettato, questi sono i consiglieri eletti, mi preoccupa che il risultato globale abbia portato dodici partiti in consiglio provinciale: con tutti questi partiti e partitelli non rende facile il lavoro di un governo e il lavoro di una maggioranza», ha dichiarato.
Nessuna rimonta del centrosinistra a Trento
Lo spoglio è iniziato alle ore 7 della mattina del 23 ottobre. Con il procedere della lettura delle schede, alle ore 11.30, appare sempre più netto il vantaggio del presidente uscente del centrodestra. Fugatti, a 221 sezioni su 527 scrutinate, è avanti con il 50,53% dei consensi. Oltre 10 punti percentuali lo separano dal rivale di centrosinistra, Francesco Valduga. Fuori dalla partita gli altri candidati che si contendono la provincia autonoma: Filippo Degasperi di Onda civica è al 3,78%, Sergio Divina, ex leghista, è al 2,58%, Marco Rizzo al 2,18%, il grillino Alex Marini all’1,89% ed Elena Dardo allo 0,45%. Nonostante il distacco tra Fugatti e Valduga, il Pd, con circa il 16% delle preferenze, dovrebbe chiudere la tornata da primo partito. La Lega non andrebbe oltre il 13%, quasi 15 punti percentuali in meno rispetto alla precedente tornata elettorale del 2018.
Il crollo annunciato
Oggi bisognerà capire cosa succederà con il partito della premier Giorgia Meloni come primo interlocutore. Fdi è anche il partito più votato a Bolzano città. Bene anche i Verdi che salgono dal 6,6 al 8,8%. La vera sorpresa (annunciata per certi versi dal successo sui social) è quella dell’ex comandante degli Schützen Jürgen Wirth Anderlan, che – partendo dal nulla – ha raccolto il 5,3% dei consensi con slogan anti-migranti e No vax. Anche la lista dell’ex assessore Svp Thomas Widmann entra in consiglio provinciale, ma si ferma al 3,5%. Il crollo della Lega era in qualche modo annunciato dalle liti interne al partito in questi anni. Il Carroccio da quattro consiglieri scenderà a uno. Resta stabile attorno al 3,5% il Partito Democratico. Sotto l’1% il Movimento 5 stelle (non siederà più in consiglio), così come Forza Italia e la lista Centro Destra.
«Abbiamo perso»
«Abbiamo perso. Questo è fuori discussione. Abbiamo perso due consiglieri, mentre avevamo calcolato di perderne uno», ha detto il segretario della Svp Philipp Achammer. «In consiglio provinciale avremo dodici partiti, un numero impressionante. Siamo il partito più forte con 13 consiglieri ma garantire la stabilità sarà molto difficile. Formare una giunta sarà molto difficile. I cittadini evidentemente non hanno avvertito il pericolo di perdita di stabilità politica, ma l’esito elettorale va sempre accettato», ha aggiunto precisando che sul suo futuro come segretario Svp deciderà il partito. Secondo Achammer, la giunta ha pagato alcune decisioni sofferte prese durante la legislatura, come durante la pandemia. Anche il governatore Arno Kompatscher ha evidenziato la forte frammentazione in consiglio provinciale, «pure con posizioni estreme».
L’andamento
L’andamento della Svp è in linea con l’andamento dei partiti popolari in Europa. Nonostante il calo di consensi il presidente ha definito «più che soddisfacente»il fatto che oltre il 60% degli elettori Svp gli abbia dato la preferenza. Il calo di rappresentanti italiani da 8 a 5 è «un dato storico». Lo statuto prevede comunque la rappresentanza italiana in giunta. Kompatscher si è detto soddisfatto del risultato elettorale di Hubert Messner, l’ex primario e fratello di Reinhold a questo punto è l’assessore alla sanità in pectore.
La nuova giunta
Per quanto riguarda il risultato personale il presidente uscente perde quasi 9.400 voti rispetto al 2018. Ma si conferma comunque nelle preferenze_ 57.776. Dimezza i voti il segretario Svp Philipp Achammer che si ferma a 16.563 preferenze (-16,259). A sorpresa la new entry Hubert Messner, primario in pensione e fratello del Re degli ottomila Reinhold, sulla lista della Svp occupa la seconda posizione con 30.422 preferenze. Difficile da sciogliere è il nodo della nuova giunta, perché Svp, Fdi e Lega assieme si fermano a 16 consiglieri, per arrivare agli indispensabili 18, servirebbero i Freiheitlichen. Un’alternativa potrebbe sarebbero i Verdi e il Team K che hanno con 20 consiglieri. La cosiddetta coalizione Jamaica (per i colori dei partiti), non convince però l’anima conservatore e pragmatica della Volkspartei.
La composizione del consiglio provinciale
In attesa dei risultati definitivi e di eventuali scarti, l’agenzia di stampa Agi pronostica che nel consiglio provinciale formato da 35 unità siederanno 13 esponenti della Suedtiroler Volkspartei (erano 15 nella precedente legislatura con un glorioso passato negli anni ’90 e primi 2000 anche fino a 22), 4 del Team K, 4 della Suedtiroler Freiheit, 3 dei Verdi, 2 di Fratelli d’Italia, 2 della lista Juergen Wirth Anderlan, 2 dei Freiheitlichen, uno del Pd, 1 della lista Fuer Sudtirol Mit Widmann, uno della Lega, uno de La Civica e uno di Vita.
(da agenzie)
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