FA ARRESTARE IL GINECOLOGO PER VIOLENZA SESSUALE E I LEONI RAZZISTI DA TASTIERA INSULTANO LEI
E’ TUNISINA, QUINDI PER I MENTECATTI NON PUO’ ESSERE VERO, NONOSTANTE LE PROVE RACCOLTE DAI CARABINIERI… ECCO IL TESTO DELLA REGISTRAZIONE
Biagio Adile, ginecologo di 65 anni, è stato arrestato a Palermo per violenza sessuale ai danni di una migrante tunisina di 29 anni.
Il direttore di Uroginecologia dell’ospedale Villa Sofia-Cervello Biagio Adile avrebbe abusato di lei durante le visite in ospedale in un paio di occasioni: nello studio medico del professionista, nel dicembre 2016, e nell’ambulatorio del nosocomio.
La donna era approdata in Italia dopo tredici interventi in Tunisia che non avevano risolto il suo problema e ora sembrava avere trovato la strada terapeutica giusta.
A rivelare tutto la stessa vittima che ha registrato col telefonino le violenze durante la seconda visita e poi ha consegnato tutto alla polizia.
Oggi gli agenti della Sezione di polizia giudiziaria della Procura hanno eseguito il provvedimento degli arresti ai domiciliari per il noto professionista.
Si indaga su altri possibili casi di abuso.
Ma la parte più tragica della vicenda sono gli incredibili commenti pubblicati sulla pagina Facebook di Repubblica che ha riportato la notizia.
C’è chi dice che “va di moda” denunciare le violenze sessuali e che lo hanno imparato anche “le extracomunitarie”, chi pensa che la donna abbia scambiato per molestia una normale visita ginecologica (e se così fosse, perchè i magistrati hanno agito?”), chi dice che se la donna ha firmato lo stupro è tutto premeditato.
La donna ha filmato in realtà il secondo episodio dopo essere rimasta vittima del prima: dopo il primo episodio di violenza nello studio privato, nel dicembre del 2016, il medico le avrebbe detto di fare anche un’ecografia gratuita presso un suo amico che lavorava in ospedale.
La donna, sospettando che si sarebbe potuta ripetere la violenza, ha portato il cellulare per filmare la visita riprendendo così gli abusi.
C’è chi lamenta la mancanza di particolari truculenti nella vicenda e chi dice che la donna-detective non conosce la ginecologia.
I più preoccupa(n)ti sono quelli che dicono che così è facile rovinare “un professionista” e chi è arrabbiato perchè adesso alla donna daranno la cittadinanza.
A questi livelli è arrivato il concetto di aprire la bocca senza sapere di che si parla in Italia.
E allora vediamo di cosa si tratta, come risulta dalle prove racolte dai magistrati
Ad incastrare il medico una registrazione.
Le visite incriminate sono due. Entrambe avvenute in ospedale, a Palermo. Nella prima ci sarebbero stati dei palpeggiamenti. Nella seconda il medico le avrebbe imposto un rapporto orale. Le parole di quella sera sono rimaste impresse nel file del telefono della giovane donna.
Il 7 febbraio è stata sentita dai poliziotti della sezione di pg della Procura per i minorenni, in presenza di uno psicologo e di un interprete. Il verbale è stato poi trasmesso per competenza al procuratore aggiunto Ennio Petrigni e al sostituto Giorgia Righi. Ha descritto innanzitutto i luoghi: i primi abusi sarebbero avvenuti in un ambulatorio dove ci sono i macchinari, la seconda in una piccola stanzetta del reparto di Ginecologia, con una scrivania, una libreria e il paravento per proteggere il lettino delle visite.
Nel corso delle dichiarazioni la tunisina ha fatto ascoltare la registrazione, intervallata dalla sua descrizione: “Io sono disponibile tu fai così… io gli dicevo sei arrabbiato. Io quello che è successo non lo dimenticherò mai. Mi diceva… senza di me che avresti fatto, il primario ti ha visitato… Mi ha fatto capire che voleva che ricambiassi… lui mi diceva che avevo fatto una visita in ospedale… questo per me… indossava un jeans e aveva il camice bianco”.
Poi la richiesta esplicita: “Voleva avere un rapporto orale (il linguaggio usato è molto più crudo). Anzi devi ringraziare che ti ho fatto l’intervento senza di me che facevi…. a quel punto girava dalla scrivania si abbassava i pantaloni e mi prendeva per la nuca”.
*Nelle registrazioni è rimasta traccia del rapporto sessuale.
Si sente il medico ansimare e raggiungere l’orgasmo mentre pronuncia frasi il cui senso appare inequivocabile.
“Adile rimetteva la chiave alla porta e io andavo via dicendo: Dio vede e provvede”: il drammatico verbale si conclude così.
Con buona pace dei leoni razzisti da tastiera.
(da agenzie)
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