“FALCHI E COLOMBE MI HANNO STUFATO”: BERLUSCONI A CACCIA DI RECLUTE PER FORZA ITALIA MOBILITA PUBLITALIA
AL SENATO SONO 36 I PDL SCHIERATI CON ALFANO: BERLUSCONI COMINCIA A PENSARE DI RINVIARE LA CONTA
«Ma chi sono questi qua? Chi li conosce?». Un mese fa, scorrendo le liste complete degli eletti del Pdl – parlamento, consigli regionali, sindaci – Silvio Berlusconi ha constatato con i suoi stessi occhi che il partito, il «suo» partito, era diventato un estraneo inaffidabile.
Gli elenchi completi li aveva chiesti a Verdini, dopo la batosta del 2 ottobre e lo schiaffo ricevuto al Senato dagli alfaniani.
Per capire meglio da chi fosse composto quel Pdl che non lo riconosceva più come leader.
Da qui l’amara constatazione di una verità : «Mi sono occupato per troppo tempio di altro, ormai la metà di questi che ho fatto eleggere nemmeno so chi siano».
Nasce quel giorno l’idea di ribaltare tutto, di tornare allo «spirito del ’94», di plasmare nuovamente una Forza Italia a sua immagine e somiglianza, senza più l’ingombro di politici stagionati.
Anche perchè, come ha confidato a un’amica di recente, «falchi e colombe, mi hanno stufato tutti con le loro beghe ».
Un’operazione da demiurgo la cui esecuzione è stata affidata agli uomini di sempre, gli unici che considera davvero fidati: i manager e gli agenti di Publitalia e Mediolanum.
Al vertice ci sarebbe lo stesso Giuliano Adreani, amministratore delegato di Publitalia ’80, mentre i compiti operativi sarebbero nelle mani di Luigi Ciardiello (una vecchia conoscenza, è quello che assunse come hostess Nicole Minetti a uno stand Publitalia). È a loro e a un altro ex Publitalia della prima ora – Giancarlo Galan, allora direttore centrale sotto Dell’Utri – che il Cavaliere ha chiesto di trasformarsi in cacciatori di teste per il nuovo partito dando fondo alle loro rubriche, setacciando tutti i contatti sul territorio
Due incontri con le nuove “reclute” – manager, imprenditori, professionisti tra i 35 e i 50 anni – già si sono tenuti in gran segreto, ad Arcore e a palazzo Grazioli.
Domani sera ci sarà il terzo incontro a villa Gernetto, ma Berlusconi – convinto del voto anticipato a marzo – si è imposto una riunione a settimana per fare “scouting”. Martedì è stato invitato invece alla nuova sede di Forza Italia, dove Daniela Santanchè radunerà un centinaio di ragazzi.
Tutti ovviamente di provata fede, come gli organizzatori dell’evento, Luca (18) e Andrea (23) Zappacosta: «In questo momento di difficoltà – afferma spavaldo Luca – vogliamo far capire a Berlusconi che non vogliamo un centrodestra vittima dei giochi di palazzo di Alfano e compagni».
Il Cavaliere, come sempre, non trascura l’aspetto della comunicazione.
Preoccupato dal livello di scontro interno, ha in mente di convogliare tutte le richieste di ospitate televisive su un’unica centrale. Un’unica persona, a cui i talk show dovrebbero rivolgersi per chiedere personaggi del Pdl: Deborah Bergamini, deputata fidatissima e già manager di viale Mazzini all’epoca dell’affaire “Raiset”.
Certo, c’è in vista il grande scoglio del 16 novembre, l’appuntamento con il Consiglio nazionale che sancirà il passaggio formale a Forza Italia.
Non c’è alcun accenno a una possibile soluzione che non sia cruenta, lo dimostra lo scambio di cortesie ieri tra Cicchitto e Capezzone.
«Sei un pm fasullo e fanatico», ha detto la colomba. «Cicchitto – ha risposto il falco ironizzando sulla fede romanista dell’avversario – si crede Gervinho: dunque, vola sulla fascia. Ma al centro non trova Totti, bensì il duo Formigoni-Giovanardi ». L’ultima conta interna, con i dati forniti da ciascuna parte, vede 614 delegati per i lealisti e 330 per le colombe. Il totale fa 944 e visto che i membri del Consiglio sono soltanto 800 è evidente che qualcuno mente e che la battaglia delle cifre (truccate) fa parte del gioco.
Al Senato invece gli alfaniani sono arrivati a 36 firme, sufficienti a tenere in piedi il governo.
Per questo molti si aspettano che, per evitare un bagno di sangue in pubblico, Berlusconi possa all’ultimo scartare e rinviare il Consiglio nazionale.
Lasciando tutti con un palmo di naso.
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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