FINI: “OCCORRE DIMEZZARE I RIMBORSI AI PARTITI”
“LA POLITICA BALLA SUL TITANIC, RISCHIA DI IMPLODERE TUTTO IL SISTEMA”… “RIFORMARE LA LEGGE ELETTORALE NON BASTA SE NON SI RIDUCE IL NUMERO DEI PARLAMENTARI”….”CHE PENA BERLUSCONI CHE SI DIVERTIVA IN MODO COSI’ SQUALLIDO E CHE TRISTEZZA I CORTIGIANI”
Si rischia di implodere e affondare.
Gianfranco Fini non ha dubbi, la politica italiana sta attraversando un periodo molto pericoloso e deve fare qualcosa per uscirne.
Il presidente della Camera ha parlato della necessità di intervenire sui rimborsi elettorali ai partiti e sulla corruzione, per riavvicinare la gente alla politica dopo i casi che hanno travolto il tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, e quello della Lega, Francesco Belsito, ma anche gli scandali sanità in Puglia e Lombardia.
«Per certi aspetti, questa sorta di questione morale di ritorno è diversa e perfino peggiore rispetto a quanto accadde nel 1992-93. Diversa perchè in quella fase ad essere travolto è stato il sistema del Pentapartito e con esso la cosiddetta Prima Repubblica. Oggi la percezione che ha la pubblica opinione è quella di un malaffare trasversale al mondo politico, che riguarda sostanzialmente tutti. Peggiore perchè rispetto a 20 anni fa non siamo di fronte al rischio di crisi di un sistema, ma della sua implosione», ha detto Fini intervistato da “la Repubblica”.
Quello che occorre fare, secondo il presidente della Camera, è prendere immediatamente in considerazione la proposta di dimezzare i rimborsi per i partiti.
Il presidente della Camera ha ammesso che per il suo partito può sembrare più facile parlarne, dal momento che non ha diritto alla rata del finanziamento di luglio, ma ha rimarcato l’urgenza della situazione: «Non ci si può fermare ai maggiori controlli, alla pubblicità sui bilanci, alle sanzioni sulle irregolarità nei conti dei partiti», serve un gesto più concreto.
La politica ha i suoi costi, Fini lo sa, e quello che chiede non è una totale rinuncia ai finanziamenti, giudicata deleteria dai leader della maggioranza, Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, ma occorre fare qualcosa: «Sta suonando la campana dell’ultimo giro per tutti. Qui si balla sul Titanic, se vogliamo restare in clima da centenario del naufragio».
Altrimenti il rischio è grossissimo: «Si prospettano tre vie di uscita, una peggiore dell’altra: astensionismo senza precedenti, frammentazione della rappresentanza, un populismo all’ennesima potenza che mette nel mirino i partiti in quanto tali e l’Europa. Un mix esplosivo».
Fini ha poi guardato all’operato del governo Monti, l’ha difeso, ha detto che «sembra sempre più sopportato dai due principali partiti di maggioranza, piuttosto che supportato», ne ha elencato i pregi ma ha rivendicato l’importanza del ritorno alla politica una volta terminata la stagione dei tecnici: «Situazioni eccezionali come quelle che hanno portato al governo Monti non possono essere assunte come la regola. Le prossime elezioni restituiranno agli elettori la scelta su chi dovrà governare. Ma i partiti non potranno comportarsi come se quella di Monti fosse stata una parentesi».
Il presidente della Camera ha poi risposto anche a due domande che lo riguardavano personalmente: il ritorno in Italia di Walter Lavitola, l’uomo che lo accusò per la vicenda della casa di Montecarlo, e la gag di cui era protagonista a sua insaputa durante i festini di Silvio Berlusconi.
«Ora ho capito meglio cosa vuol dire faccendiere. Speriamo di capire perchè accompagnava l’allora presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri Frattini nelle visite di Stato», ha detto Fini riferendosi a Lavitola, mentre per Berlusconi ha avuto parole di biasimo: «Che pena vedere che chi era chiamato a governare l’Italia si divertiva in modo così squallido e soprattutto che tristezza tutti i cortigiani che pur di non correre il rischio di cadere in disgrazia ai suoi occhi non avevano il coraggio di dirgli di vergognarsi».
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