FINI RIMETTE FLI A DESTRA, MA E’ UN NUOVO PASSO VERSO LA LISTA CIVICA
ANNUNCIA CINQUE IDEE CHOC E PER UN GIORNO METTE TUTTI D’ACCORDO ALL’INTERNO DI UN PARTITO LACERATO… INTANTO SONDA LA SOCIETA’ CIVILE PER UN NUOVO SOGGETTO
Sale in auto e si accende una sigaretta. Gianfranco Fini ha appena finito di illustrare la prospettiva politica di Fli al partito e si concede al vecchio vizio tenuto a bada solo per una breve stagione.
Ha appena lanciato alcuni segnali chiari alla sua classe dirigente e già questa è una notizia, visto che al presidente molti rimproverano di non dedicarsi che ai convegni della Camera, negli ultimi tempi.
Stavolta il leader interviene, affronta con approccio ruvido una classe dirigente che da mesi battaglia senza sosta, si lacera al suo interno senza tregua.
Fini, per un giorno, sembra mettere d’accordo tutti.
Contenta la fazione che auspica il superamento di Fli, visto che Fini lancia per settembre un’assemblea dei Mille rigorosamente senza dirigenti, soddisfatta l’ala ‘identitaria’, dato che il presidente della Camera chiarisce – con una inversione a U rispetto alle ultime uscite pubbliche – che Futuro e libertà si colloca a destra.
La lettura più autentica consegnata dal leader in via informale è però, se possibile, più chiara di come possa apparire leggendo le dichiarazioni.
Dopo Pietrasanta, Fini ha compiuto un nuovo passo verso il superamento di Fli e la costituzione di un nuovo soggetto politico.
Ma siccome al momento i compagni di strada con i quali affrontare l’avventura – se esistono – restano coperti, il leader lascia aperta la porta alla sopravvivenza di Futuro e libertà e concede ai suoi l’etichetta di partito ‘di destra’.
Non è comunque poco, di questi tempi.
Le tappe le sancisce lo stesso Presidente.
La prima è quasi immediata, un’assemblea a fine giugno per presentare 5 idee choc. Un’assemblea dei Mille – dalla quale saranno esplicitamente banditi i dirigenti – per coinvolgere quella società civile e il mondo produttivo più volte chiamati a raccolta da Fini, negli ultimi mesi.
Poi un patto per l’Italia che tanto assomiglia alla lista civica nazionale che Fini sogna ancora di riuscire a proporre.
Magari con Casini, forse con Montezemolo, oppure con chi sarà in grado di mostrarsi pronto a impegnarsi senza correre il rischio di apparire ‘vecchio’, come buona parte dei volti della morente Seconda Repubblica.
Certo suonano parecchio duri alcuni passaggi ‘dedicati’ ai massimi dirigenti del partito: “basta piangersi addossso”; “O le idee vengono fuori, o vi accontentate delle mie. Se vanno bene ok, oppure amen”; “io ho le idee chiarissime e mi impegnerò”.
Si impegnerà , a partire da ottobre, dall’avvio di fatto della campagna elettorale, senza cedere a chi gli chiede dimissioni subito in modo da spendersi per la causa futurista.
E però soddisfa anche chi crede ancora che l’unica scialuppa in vista del 2013 si chiami Fli.
Perchè convoca un’assemblea di partito dopo mesi di calma piatta, soprattutto perchè descrive l’idea di Italia proposta da Fli “di destra”.
Non è poco, fa sapere chi non gradisce il superamento di Fli.
Ma l’obiettivo di Fini resta quello di andare oltre Futuro e libertà , se possibile. Facendo leva anche su quei settori della società civile e del mondo produttivo che pare il Presidente stia ‘coccolando’ e ascoltando da qualche tempo.
Un tentativo ispirato a un approccio poco ideologico e ancor meno identitario, che nelle intenzioni dovrebbe culminare proprio in una lista nella quale non ci sarebbe spazio per sigle di partito.
(da TMNEWS)
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