I CANTIERI AUTOSTRADALI MANDANO I SINDACI LIGURI NEL PALLONE
LAMENTANO SCARSA MANUTENZIONE MA POI VOGLIONO BLOCCARE I LAVORI… L’ETERNO DERBY SICUREZZA/ECONOMIA
Alle quattro del pomeriggio le agenzie danno notizia della soddisfazione, mista a irritazione, del sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco: gli operai di Autostrade sono finalmente intervenuti per ripristinare il viadotto dell’A12 da dove, poco più di 24 ore prima, si era staccata una piastra di metallo.
Il primo cittadino rivendica le sue “numerose ed esasperate richieste” e bolla come “incomprensibile” il fatto che si intervenga “solamente a posteriori”.
Mezz’ora dopo le agenzie riportano una notizia che arriva sempre dalla Liguria: i sindaci della Regione, dei quali fa parte anche il primo cittadino di Rapallo, chiedono la sospensione immediata di tutti i cantieri aperti sulle autostrade e si dicono pronti a sequele di ordinanze per bloccarli se la loro volontà sarà disattesa.
Forse è sfuggito, però, che i cantieri servono a mettere in sicurezza le gallerie. E a non intervenire “solamente a posteriori”, per dirla con le parole del sindaco.
Sempre i sindaci liguri dicono che i cantieri vanno bloccati per scongiurare “il default di un’economia in lenta ripartenza” e che le chiusure dovute ai lavori, anche quelle programmate, mettono in difficoltà un territorio desideroso di accogliere i turisti che vogliono visitare “le meraviglie e assaporare le eccellenze enogastronomiche di cui è felicemente pregna la Regione, da Ponente a Levante”.
Sono le ragioni, legittime, dell’economia. Forse, però, gli stessi sindaci hanno dimenticato che i nove cantieri attivi questa settimana in Liguria fanno parte di quella manutenzione straordinaria chiesta a gran voce, e altrettanto legittimamente, il 30 dicembre 2019, quando crollò la volta della galleria Bertè sulla A26.
Ancora i primi cittadini dicono che se le manutenzioni sono necessarie per la sicurezza dei viaggiatori, allora “qualcuno si deve assumere la responsabilità di certificarne l’indispensabilità”.
Qui quello che non si ricorda è che il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha da tempo programmato i cantieri e l’ha fatto perché sono indispensabili per prevenire crolli e incidenti.
A meno che – ma questo dovrebbero certificarlo i sindaci – qualcuno al Governo abbia deciso di autorizzare lavori che non servono. Nel caso ci troveremmo di fronte a un inedito e davvero incomprensibile atto di autolesionismo: ci sono poche situazioni che creano problemi di consenso politico come le file sulle autostrade degli italiani che impiegano ore per arrivare in Liguria.
In ogni caso i sindaci sono determinati e, come si diceva, pronti a bloccare i cantieri con le loro ordinanze. Sarà una dimenticanza, ma è utile ricordare che potranno farlo per i cantieri sulla via Aurelia, di competenza dell’Anas, ma non su quella gestita da Autostrade per l’Italia, che risponde al ministero dei Trasporti.
Chi può bloccare i cantieri in questo caso è solo il ministero. Lo stesso ministero che dice che quei cantieri devono andare avanti spediti.
Ogni settimana si riunisce un tavolo tecnico. A questo tavolo siedono i rappresentanti del ministero, quelli di Autostrade, ancora quelli della Regione Liguria e della prefettura di Genova.
E da circa un mese tutti concordano (il ministero un po’ controvoglia) che i cantieri in Liguria si chiudono durante il week end. Alle due di pomeriggio di venerdì si fermano i lavori, si smonta tutto e si apre al traffico fino a lunedì pomeriggio.
Poi si rimonta tutto e i lavori riprendono fino al venerdì successivo. Una soluzione di buon senso per permettere un fine settimana senza disagi. I sindaci chiedono però la chiusura dei cantieri fino a novembre, tutti i giorni. Così, però, significa che la manutenzione viene rimandata di sei mesi.
Infine un piccolo ripasso sui cantieri attivi. Entrare dentro è forse il modo migliore per “certificarne l’indispensabilità”, per dirla con le parole dei sindaci.
Partiamo dal numero delle gallerie perché tante gallerie significa, a livello statistico e potenziale, che i rischi di cedimento o di incidenti sono maggiori rispetto a un territorio con poche gallerie.
La Liguria ha più del 50% delle gallerie italiane: 285 sulle 587 presenti sull’intera rete nazionale gestita da Autostrade. Sono 1/4 di quelle di tutta Europa.
E passiamo ai lavori. Autostrade ha completato i controlli di primo livello in tutte le 285 gallerie. Sono quello di tipo visivo, fatte dal tecnico con il supporto di georadar e laserscanner. Il tecnico va dentro la galleria, sale su una piattaforma, e picca sulla volta per vedere se c’è acqua o se si sono formati dei vuoti. Questi primi controlli permettono di fare interventi immediati e urgenti con il calcestruzzo o installando reti di protezione.
Quello che è in corso ora nelle gallerie della Liguria è il controllo di secondo livello: si fanno i cosiddetti carotaggi per avere una sorta di tac più affidabile dello stato di salute del tunnel.
A sollecitare questo tipo di intervento, più di una volta, è stato il ministero dei Trasporti, a ulteriore conferma che la certificazione dell’indispensabilità già c’è. Forse basterebbe solo il crollo del ponte Morandi a ricordare quanto la manutenzione è centrale. Però anche questo, forse, è sfuggito ai sindaci.
(da agenzie)
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