IL COVID ACCERCHIA CONTE: IL DPCM GIA’ SUPERATO DAL PICCO DEI CONTAGI
LA MOSSA DI DE LUCA, LE RICHIESTE DEL CTS, LA PRESSIONE DEL PD
La prima mossa l’ha fatta Vincenzo De Luca ieri sera: chiuse scuole e università in tutta la Campania fino a fine ottobre. Stamattina è Dario Franceschini a intensificare le pressioni: “Ho chiesto ieri al presidente Conte una riunione appena sarà rientrato da Bruxelles per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le Regioni”, dice il capo delegazione del Pd all’Ansa.
C’è poi un pezzo del Comitato tecnico scientifico a rincarare la dose: “Alla luce dei nuovi dati emersi e della nuova fase servono misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi”.
Il dpcm varato appena due giorni fa è superato dagli eventi. Le linee telefoniche nel governo sono bollenti.
Il premier ha seguito per tutta la mattinata la situazione da Bruxelles, dove era impegnato nella conclusione dei lavori del Consiglio europeo. L’ala rigorista del governo, guidata dal ministro della Cultura e dal collega alla Salute Roberto Speranza, sta tirando dalla propria parte la maggioranza dell’esecutivo, spiazzato dall’impennata dei contagi: “Non ci aspettavamo un innalzamento così veloce”, spiega quasi sottovoce un esponente dell’esecutivo.
Anche per questo l’orientamento attuale è quello di non impugnare l’ordinanza di De Luca, nonostante la mossa unilaterale e non concordata con Roma abbia irritato non poco sia Conte sia la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
E anche alla luce del fatto che la Lombardia, Regione con il più alto numero di contagi, potrebbe procedere nelle prossime ore con un nuovo pacchetto di restrizioni.
Sono ore caldissime e sincopate. Il Pd vuole accelerare, per evitare una babele di ordinanze e misure a macchia di leopardo che ingenerino confusione normativa e caos dal punto di vista della gestione. L’agenda è intricatissima.
Il capo del governo al rientro dal Belgio è atteso prima ai funerali di Jole Santelli, quindi al festival di Limes, a Genova, appuntamento slittato dalle 18 alle 20 e tutt’ora confermato.
Non farà rientro a Palazzo Chigi prima delle 23, stesso orario di ritorno previsto per Speranza, in visita a Lodi e Piacenza.
Grava inoltre sull’agenda un vertice serale già fissato sulla legge di bilancio, il cui arrivo in Consiglio dei ministri è atteso per domani sera.
Nulla è escluso, ma è probabile che, al di là dei continui contatti fra gli interessati, un punto della situazione complessivo non avverrà prima della tarda serata, o della mattinata di sabato. Toccherà intanto a Francesco Boccia recepire e mediare le richieste delle Regioni, convocate per un punto sulla situazione.
Ufficialmente le voci su un imminente coprifuoco generale vengono smentite da tutte le fonti ufficiali, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa non esclude che dell’argomento si discuta.
Più nell’immediato si stanno riaprendo i dossier sulla scuola e sui trasporti. Da un lato si valutano entrate scaglionate e rotazioni per la didattica a distanza, dall’altro misure per alleggerire il carico sui trasporti pubblici locali, riducendone la capienza massima fissata ad oggi all′80%.
Non escluso che si prevedano criteri per determinare lockdown locali, nei comuni e nelle provincie nei quali la curva di diffusione del virus sembra fuori controllo.
Sono ore decisive. Conte vuole assolutamente evitare il lockdown, nella convinzione che il paese potrebbe non riprendersi da una nuova stretta generalizzata. Ma la diffusione del Covid, così intensa e così rapida, ha ristretto negli ultimi giorni l’orizzonte delle possibilità percorribili. Il rischio è di perdere quel poco di controllo che ancora rimane sull’epidemia.
(da “Huffingtonpost”)
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