IL DECRETO DI MAIO E’ UNA PATACCA SENZA DIGNITA’: SI SONO RIMANGIATI LE PROMESSE ELETTORALI
LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOSORCIO, ECCO I DETTAGLI
La settimana scorsa le norme del sedicente “decreto digintà ” sono state rinviate perchè prive di bollinatura e coperture. Ora è arrivata la versione definitiva che certifica un netto ridimensionamento degli obiettivi rispetto agli annunci iniziali.
Per tutta la campagna elettorale e anche in tempi molto recenti infatti Di Maio aveva annunciato cancellazioni varie di norme come redditometro, spesometro e split payment (peraltro già oggetto di provvedimenti analoghi prima dello scioglimento delle Camere: il più era già fatto).
Il Decreto Dignità prevede invece soltanto uno slittamento della scadenza dello spesometro al 28 febbraio (dal 30 settembre), lo stop dello Split Payment solo per i professionisti e una serie di ritocchi al redditometro.
Il motivo della retromarcia sullo split payment è semplice. La norma, allargata a tutte le società pubbliche con la manovra correttiva di aprile 2017, a novembre ha fatto crescere l’Iva di circa 10 miliardi.
Tutte le imprese, piccole e grandi, ne chiedono la cancellazione perchè rappresenta un’anticipazione di cassa e crea problemi di liquidità . Il governo ha, invece, preferito garantire tempi rapidi nei rimborsi piuttosto che abolirlo. L’eliminazione costerebbe comunque.
Ecco perchè è uscito dalla lista.
Anche il redditometro è uno strumento ormai in disuso sul quale non si comprendeva l’urgenza di intervento. In ogni caso il pacchetto fiscale adesso si può tranquillamente definire “light”.
Lo stop alla pubblicità del gioco d’azzardo… con eccezioni!
Anche lo stop alla pubblicità del gioco d’azzardo presenta significative variazioni rispetto a come era stata presentata. Intanto vengono “salvati” tutti i contratti in essere e quindi non ci sarà alcuna sospensione immediata per questo tipo di pubblicità , come si immaginava vista l’urgenza di muoversi attraverso decreto.
In secondo luogo dal divieto di pubblicità sono escluse le lotterie a estrazione in differita, come la Lotteria Italia.
In più, lo stop non vale anche per “i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”.
In pratica lo Stato Biscazziere (con tutti i suoi introiti) è salvo.
Per quanto riguarda i contratti, salta la misura che impediva contratti di somministrazione a tempo indeterminato.
Si prevede comunque che nel caso di somministrazione a tempo determinato valgano le stesse regole degli altri contratti con scadenza.
Quindi, per tutti i tempi determinati non si potranno avere più di 4 proroghe, con un limite di durata massima comunque non superiore a 36 mesi.
Le nuove norme valgono anche nei casi di rinnovo dei contratti attualmente in corso. In caso di rinnovo, e per i contratti oltre 12 mesi, tornano le causali: temporanee e oggettive o per esigenze sostitutive; connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria; per picchi e attività stagionali.
A ogni rinnovo i contratti avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% che già è a carico del datore di lavoro e che finanzia la Naspi. Anche le regole sui rider sono state rinviate visti i rischi legislativi insiti all’interno di un impianto contraddittorio.
La stretta sulla delocalizzazione non c’e’
Tutto confermato invece quello che riguarda le norme sulla delocalizzazione. Le nuove regole fanno scattare multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che delocalizzano “entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”.
Una prima versione indicava un arco temporale di 10 anni.
La stretta resta sia per chi lascia l’Italia per un Paese extraeuropeo si per chi trasferisce l’attività , anche in parte, in uno dei Paesi dell’Unione. Il beneficio, inoltre, andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali.
Dato che nessuno entro 5 anni viene in Italia per andarsene la norma non ineressa nessuno.
Rispetto ai quattro punti fondamentali indicati da Di Maio il 14 giugno scorso, non ci sono eliminazione di spesometro, redditometro e split payment mentre gli studi di settore erano di fatto già aboliti; cadono le norme sui rider; crescono le tasse sui contratti precari e c’è una piccola stretta su quelli a termine mentre lo stop alla pubblicità del gioco d’azzardo vale per tutti tranne che per lo Stato.
La montagna ha partorito il toposorcio.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply