IL GOVERNO PUNTA A UN NUOVO SCUDO FISCALE: EVASORI PREMIATI, GLI ONESTI PAGANO TUTTO
ALTRO CHE TASSAZIONE BIS SUI CAPITALI ILLECITI RIENTRATI, SI VA VERSO UN NUOVO CONDONO… UNA MANOVRA CHE RIVELA TUTTE LE CONTRADDIZIONI E GLI INTERESSI DELLA CASTA
Dicono che che una nuova tassa sui capitali scudati sarebbe “suscettibile di obiezioni sotto il profilo costituzionale” e di “difficile realizzazione pratica”.
Così, secondo indiscrezioni filtrate stamane, il governo si appresta a soffocare nella culla l’idea di far pagare i furbi, invece dei contribuenti leali.
Sarebbe stata una rivoluzione, invece si torna al vecchio, con una nuova edizione del provvedimento tremontiano già varato nel 2009-2010 e nel 2002-2003, questa volta con un’aliquota maggiore del 5% applicato l’ultima volta.
La doccia gelata arriva dopo un paio di giornate in segno nettamente contrario, durante le quali la proposta di un nuovo prelievo sui capitali rientrati aveva fatto breccia anche nella maggioranza di centrodestra senza che emergessero ostacoli tecnici e giuridici insormontabili.
Certo, imporre una nuova tassa a chi due anni fa aveva “patteggiato” con il fisco un’imposta leggera sarebbe una forzatura.
Giustificata, però, dal momento di emergenza e da alcuni provvedimenti drastici già adottati dal governo nella manovra bis, come il congelamento della liquidazione dei dipendenti pubblici, il contributo di solidarietà , la Robin Hood Tax.
Se si parlasse di incostituzionalità in termini stringenti, probabilmente lo sarebbero di più i provvedimenti che riguardano i prelievi solo a certe fasce di reddito dichiarato e il congelamento per due anni della liquidazione maturata.
Vediamo di far parlare i dati.
Servivano 21 miliardi subito e il governo ha pensato di trovarli così: 8,5 di tagli ai ministeri, 10,5 di tagli a regioni ed enti locali, 1 miliardo dalle rendite tassate al 20%, 1 miliardo dai contributi sui redditi oltre i 90.000 euro.
In pratica su 21 miliardi ben 19 provengono da ministeri ed enti locali, il che tradotto dal politichese vuol dire un aumento delle tasse locali, in nome del federalismo patacca con cui i leghisti stanno rincoglionendo da due anni molti italiani.
Oppure niente tasse locali ma nemmeno più servizi, così si fermano metro, bus. ospedali, asili e compagnia cantando.
Non solo, ma serviranno altri 27 miliardi a breve e allora dove si troveranno?
Tagli alla assistenza, alle detrazioni familiari, alle pensioni di invalidtà , di reversibilità , alla sanità per raccattare 8 miliardi.
Sul resto è buio.
Si parla giustamente di “macelleria sociale” perchè alla fine il cittadino sarà massacrato dalle tasse locali, oltre al contributo di solidarietà che dovrà pagare il cittadino che denuncia oltre 90.000 euro di reddito.
Ma anche qua siamo all’assurdo: su 100 miliardi scudati e rientrati, lo Stato dagli evasori miliardari ha incassato solo il 5%, quando in altri Paesi europei si è applicata un’aliquota del 30-40%.
Si sarebbero incassati a suo tempo altri 25-35 miliardi in più e la manovra odierna non avrebbe quasi avuto ragione di esistere.
Aggiungiamo un dato conosciuto a pochi: in Italia abbiano 24.000 consiglieri di amministrazione in 7.000 enti statali censiti, tutti posti riservati a politici trombati e manutengoli vari: costo annuale 7 miliardi.
Bastava una legge che eliminasse questa corte dei miracolati o imponesse loro di prestare servizio gratuito ed ecco altri 7 miliardi a disposizione.
Due provvedimenti talmenti logici che avrebbero potuto essere portati a termine da tempo e oggi avremmo già dai 32 ai 42 miliardi in cassa e non saremmo costretti a fare gli accattoni per racimolare le briciole tra chi ha magari ha un reale bisogno di assistenza.
Per non parlare dei 120 miliardi di evasione fiscale annua, dei 60 miliardi dei costi della corruzione in italia, dei 170 miliardi che lo Stato destina a spese improduttive, ovvero beni e servizi che si potrebbero tagliare di almeno un 10%.
Invece sono ancora a parlare di aumentare l’Iva di un punto, così poi decollano i prezzi, o a pensare a come fregarsi per due anni la liquidazione maturata.
O alle uscite da lazzaretto di Bossi che promette “vi raddoppierò lo stipendio mettendovi in busta paga la liquidazione”: peccato che il tutto si risolverebbe con un misero aumento del 7% sullo stipendio mensile, altro che raddoppio.
O quando annuncia battaglia “le pensioni non si toccano”: infatti sono sempre le stesse, mentre i beni di consumo e di prima necessità crescono, ma lui ha piazzato il figlio in Regione a 12.000 euro al mese, sai che gliene frega.
D’altronde quando a presentare alla stampa una manovra delicata e di questo impegno vedi sedersi accanto al premier italiano tale Calderoli, ti rendi plasticamente conto a che punto di degrado sia arrivato il nostro Paese.
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