IL NIGER FERMA LA MISSIONE ITALIANA: “MISSIONE INCONCEPIBILE, MAI AVUTO CONTATTI CON AUTORITA’ ITALIANE”
LA MISSIONE TANTO DECANTATA DA MINNITI PER “BLOCCARE” IL FLUSSO DI PROFUGHI SI STA RIVELANDO L’ENNESIMO FLOP… CRESCE IL MALCONTENTO DELLA POPOLAZIONE LOCALE CONTRO LA PRESENZA DEI SOLDATI STRANIERI
Per il momento, sono giunti nel paese africano 40 specialisti italiani, per la prima fase di ricognizione che rischia di essere finita ancor prima di cominciare.
I soldati italiani secondo la triade Minniti-Alfano-Pinotti avrebbero dovuto essere impiegati nel combattere terrorismo e immigrazione clandestina, bloccando i flussi di profughi verso la confinante Libia
Ora emerge la contrarietà alla missione, espressa dal ministro dell’Interno, Mohamed Bazoum, che – parlando con l’inviato di Rainews Ilario Piagnerelli – ha definito “inconcepibile” la missione, aggiungendo che non ci sono mai stati contatti tra i due Paesi al riguardo.
Non si sa se piangere o ridere.
Il Niger in queste settimane ha visto manifestazioni di piazza, scontri e feriti nelle principali città , slogan contro il governo ma anche contro i soldati stranieri presenti nel paese: non è proprio una situazione tranquilla quella in cui si ritrova al momento invischiato il paese africano divenuto negli ultimi anni sempre più centrale per le dinamiche politiche ed economiche del Sahel
E’ proprio in questo paese che avrebbero douto essere dispiegati almeno 450 nostri militari dopo il via libera della nuova missione dato dal Parlamento
Tutto è iniziato quando, nel bilancio per il 2018, il governo ha previsto una nuova tassa sulla casa e sulle successioni, oltre ad aumenti dei prezzi dei generi di prima necessità : un’austerity in salsa africana, che rischia di mandare sul lastrico migliaia di famiglie specie se si considera che il Niger è già uno dei paesi più poveri al mondo.
Il malcontento è divenuto talmente endemico nella società nigerina da far unire, per la prima volta dopo tanti anni, tutte le forze di opposizione assieme a tre dei dieci principali sindacati del paese.
Da almeno una settimana, presso la capitale Niamey così come nelle altre principali città , si organizzano manifestazioni in piazza con diversi attivisti pronti a mobilitare centinaia di cittadini; si chiede a gran voce il ritiro dell’ultima legge finanziaria e lo stop immediato agli aumenti sui costi del servizio di erogazione idrica, energetica e dei beni di prima necessità : il timore, secondo gli organizzatori delle manifestazioni, è che si possa giungere ad uno scontro sociale sempre più incandescente e difficile da domare, con numerosi cittadini che vedono avvicinarsi il rischio di non avere più prospettive per il futuro.
La protesta che per adesso infiamma il Niger, poggia anche sulle accuse di corruzione lanciate al governo ed alle autorità , colpevoli secondo i manifestanti di non essere in grado di sfruttare le tante risorse energetiche e minerarie del paese, uranio su tutti, e di svendere all’estero e soprattutto alla Francia le proprie ricchezze.
Slogan contro gli eserciti stranieri
Al fianco però delle proteste contro le nuove misure economiche, da qualche giorno a questa parte in piazza iniziano a comparire cartelli con riferimento alla presenza di truppe straniere nel paese, il Niger è diventato una vera e propria base per diverse missioni internazionali.
Attualmente sono presenti soprattutto i francesi, i quali hanno avviato nell’agosto 2014 l’operazione “Barkhane”, che comprende la presenza di numerosi militari tra Niger, Mali, Chad, Burkina Faso e Mauritania; ma nel paese, soprattutto nella parte settentrionale, sono presenti anche forze speciali americane e membri delle forze armate tedesche: l’obiettivo comune è quello di fronteggiare il dilagare del terrorismo e bloccare i flussi migratori, anche se in entrambi i casi attualmente i problemi appaiono ben lontani dall’essere risolti.
Per la popolazione nigerina, la presenza di truppe straniere è da considerarsi come vera e propria occupazione: “A differenza della Libia — si legge nelle dichiarazioni di un manifestante e Niamey — Uno Stato noi ce l’abbiamo, non servono eserciti stranieri nel nostro territorio”.
Gli slogan urlati sono quindi contro le forze armate occidentali, fatto questo che prima d’ora non si era mai verificato: secondo l’opposizione, nonostante la presenza di francesi, americani e tedeschi la situazione non sta migliorando ed il paese appare sempre più ostaggio delle forze straniere.
Oltre al pericolo sulla sicurezza, adesso emerge anche quello relativo ad un’accoglienza molto fredda della popolazione, in parte sempre più ostile ad ulteriori arrivi di militari stranieri nel paese.
E’ in questo contesto che l’Italia si muove con il consueto pressappochismo, vantando operazioni che non stanno nè in cielo nè in terra, legati all’illusione sovranista che esodi biblici si possano “fermare” con operazioni militari ridicole.
Incapaci di gestirle e indirizzarle, di creare corridoi umanitari e controllare abusi, di garantire il rispetto dei diritti umani nei centri di accoglienza libici, capaci solo di regalare mezzi e milioni a un governo corrotto per fare il “lavoro sporco” , ora si ritrovano smentiti dalla controparte di un accordo sbandierato ma inesistente.
Ma quando i nostri ministri sono volati in Niger con chi avranno parlato? Con la donna delle pulizie?
L’emergenza italiana non è quella di bloccare gli invasori, ma i ballisti.
(da agenzie)
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