IL PIANO CASA SI FERMA SUL BALLATOIO DELLE REGIONI
RIVISTO E RIDIMENSIONATO D’INTESA CON LE REGIONI… DI FRONTE A PARERI DI INCOSTITUZIONALITA’, IL GOVERNO LIMITA GLI INTERVENTI ALLE SOLE ABITAZIONI RESIDENZIALI UNI E BIFAMILIARI E ALLE PALAZZINE NON OLTRE I 1.000 METRI CUBI… SARANNO LE REGIONI A STABILIRE DOVE E COME SI POTRA’ COSTRUIRE… IL GETTITO IVA ANDRA’ ALLE REGIONI PER FAVORIRE L’EDILIZIA PUBBLICA
Si profila una bozza di intesa tra Governo E Regioni sul piano casa. Esso dovrà interessare solo le abitazioni residenziali unifamiliari e bifamiliari di volumetria non superiore a 1.000 metri cubi.
Solo in questi casi sarà possibile ampliare il volume entro il limite del 20%, aumentabile al 35% solo in casi di demolizione e ricostruzione secondo tecniche di bioedilizia.
Le Regioni avranno 90 giorni di tempo per approvare una legge in materia e le leggi regionali avranno una validità definita e comunque non superiore a 12 mesi dalla loro entrata in vigore.
Il nuovo piano casa recepisce quasi integralmente la bozza votata all’unanimità dalle regioni, frutto di un lungo confronto con l’esecutivo, che fissa paletti precisi.
I lavori di ampliamento e ricostruzione possono essere esclusi o limitati nei centri storici e nei parchi.
Berlusconi è apparso alquanto contrariato della piega che ha preso il braccio di ferro con le regioni, ma di fronte alle eccezioni di incostituzionali ha dovuto arrendersi.
Ma cosa resta del vecchio piano casa “motore per il rilancio dell’economia” ?
Non molto in effetti. Non c’è la possibilità di ampliare case e demolire edifici fuori da tutti i vincoli urbanistici, edilizi ed ambientali, come prevedeva invece la prima bozza del governo.
Saranno le Regioni a stabilire dove si potrà costruire e con quali limiti.
L’intera materia rimane nell’orbita regionale, il governo potrà intervenire con un decreto per sveltire le autorizzazioni e i permessi, in modo da rendere certi i tempi di concessione.
Altro punto a favore dei governatori riguarda il gettito Iva legato ai lavori previsti dall’accordo: gli incassi andranno agli enti locali che li utilizzeranno per l’edilizia pubblica e per favorire affitti…
Gli effetti della mobilitazione dell’edilizia sono modesti e dilazionati. Si dovrà aspettare luglio per vedere qualcosa.
Per dare un’idea della composizione abitativa in Italia vi diamo qualche dato.
Le ville sono 34.227, i villini 1.926.653, i condomini sono 31.410.749, di cui 35.680 sono stabili signorili, 10.480.034 sono civili, 11.178.254 sono economici, 5.688.269 sono popolari e 1.174.479 sono ultrapopolari.
Il piano casa risulta evidente che riguarderà solo una minima parte di queste case.
Ci sarà una semplificazione comunque nelle procedure di competenza statale, come quella di un termine certo per il rilascio di autorizzazioni e permessi, la disciplina di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e la semplificazione della pratica di valutazione di impatto ambientale.
Le regioni hanno aperto al piano casa, ma fissano i loro paletti in una bozza approvata anche dai governatori di centrodestra.
Verranno poi definite le modalità per soddisfare il fabbisogno abitativo delle famiglie o di particolari categorie che si trovano nella condizione di più alto disagio sociale. Anche in questo caso le perplessità sull’operazione che avevamo anticipato 10 giorni fa hanno trovato un riscontro. Incostituzionale legiferare oltre i limiti di una legge quadro di indirizzo su una materia di competenza delle Regioni e, nel merito, un eccesso di “edificabilità ” che avrebbe permesso troppi stravolgimenti e il rischio concreto di abusivismi in troppi Comuni già a rischio di infiltrazioni mafiose.
Riportato entro certi limiti è altrettanto vero che il piano serve a poco e nulla per un rilancio economico del settore edilizio.
Ribadiamo che le necessità abitative partono comunque dall’edilizia popolare e dall’esigenza di una nuova politica in questo settore che permetterebbe comunque di assicurare lavoro a molte imprese.
Anche in questo caso, scusate se insistiamo, l’errore è sempre lo stesso: promettere quello che si dovrebbe già sapere non essere fattibile mantenere.
Preoccupa la recidività di cadere sempre in questa trappola qualunquista.
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