IL RETROSCENA DELLE NOMINE DI RENZI: SCAMBI DI POLTRONE NELLA LUNGA NOTTE DEI LOTTIZZATI
QUEL CANDIDATO NELLA LISTA CAMBIATO ALL’ULTIMO MOMENTO…E MANCUSO ANDO’ ALL’ENEL
La spiegazione ufficiale dello scambio di persona è quella di un banale errore materiale. Il nome di Salvatore Mancuso sarebbe scivolato nella lista sbagliata, quella dell’Eni, al posto di un altro protetto di Angelino Alfano, Andrea Gemma: difficile da credere.
Infatti non è andata così. Raccontano che all’idea di trovarsi in un consiglio di amministrazione con presidente Emma Marcegaglia, Mancuso abbia piantato una grana notturna colossale.
Finendo per venire accontentato: lui andrà all’Enel, sembra addirittura con l’incarico di vicepresidente, e Gemma all’Eni.
Se il buongiorno si vede dal mattino, questo è il mattino. E non è tutto.
C’è già chi ha sollevato il problema di possibili conflitti d’interessi tanto per la ex presidente di Confindustria quanto per Luisa Todini, esponente di una famiglia di costruttori, designata al vertice delle Poste.
Non bastasse, c’è pure chi ha colto la palla al balzo per tirare fuori una storia di cinque anni fa, quando il fratello di Emma, Antonio Marcegaglia, patteggiò una condanna a 11 mesi per una tangente pagata a un manager di Enipower: patteggiamento al quale aderì anche l’azienda di famiglia, Marcegaglia spa.
Questo solo per dire quanto rischi di risultare ancora indigesta una tornata delle nomine pubbliche che se ha riservato sorprese non è soltanto per le donne arrivate alle presidenze, e neppure per il ricambio totale degli amministratori delegati
Quello che è successo lì sotto, infatti, è assai simile a quanto si è verificato con la scelta dei sottosegretari del governo di Matteo Renzi.
Che i partiti abbiano voluto dire la loro, non c’è alcun dubbio.
La dimostrazione? Dei 14 nomi proposti da uno dei due cacciatori di teste per i consigli di Eni, Enel e Finmeccanica, ne è stato preso in considerazione uno soltanto. Per non parlare della girandola di nomi che ha gettato nello sconcerto il comitato dei saggi di Cesare Mirabelli. Con risultati finali tutti da decifrare
Colpisce, tanto per fare un caso, che nella pattuglia dei consiglieri di amministrazione ci siano ben tre azionisti dell’Alitalia.
Sono il patron del fondo Equinox Mancuso, Emma Marcegaglia e l’aretina Diva Moriani, designata per l’Enel e consigliere di amministrazione di i2 Capital partners sgr.
Una società che fa parte di Kme Intek, l’ex gruppo metallurgico fiorentino Orlando guidato dall’amico e sostenitore di Renzi, Vincenzo Manes.
E meno male che nessuno di loro è stato spedito alle Poste, che dell’Alitalia è l’azionista di riferimento.
Dove l’arrivo di Luisa Todini ha messo fine a una storica regola non scritta: quella per cui i presidenti venivano scelti con l’accordo del sindacato più influente in azienda, la Cisl.
Basta dire che il suo predecessore, Giovanni Ialongo, ne era stato il segretario. Certo, Luisa Todini non viene da Marte: vent’anni fa entrò nel parlamento europeo per Forza Italia e ora è nel consiglio di amministrazione della Rai in quota centrodestra. Ma del resto, come si diceva, certe scelte hanno obbedito a logiche precise.
All’Enel, per esempio, c’è l’ex commissario dell’Efim Alberto Bianchi, pistoiese: che soprattutto è il presidente della renziana Fondazione Open.
Nel consiglio di amministrazione della Finmeccanica è invece arrivato l’ex amministratore della Esaote (azienda un tempo appartenuta a quel gruppo pubblico), il senese Fabrizio Landi.
Fra i finanziatori della Fondazione Open c’è anche lui, con un versamento da 10 mila euro.
E alle Poste non manca, sia pure con una cifra assolutamente simbolica (250 euro), un altro nome contenuto nel lungo elenco dei sostenitori della medesima Fondazione. Ossia, il guru televisivo Antonio Campo Dall’Orto: ex vice direttore di Canale 5, poi a capo di Mtv Italia e de La7, quindi manager di Viacom.
Per non parlare di quell’aroma della politica che non deve mai mancare.
Così sempre nel consiglio di amministrazione delle Poste si è trovato un posto per Roberto Rao.
Già portavoce di Pier Ferdinando Casini quando questi era presidente della Camera, è stato per cinque anni fino al 2013 deputato dell’Udc.
Avrà accanto la fiorentina Elisabetta Fabri, proprietaria della catena Starhotels. La milanese Marta Dassù, invece, potrà mettere la propria esperienza internazionale al servizio della Finmeccanica.
E’ stata consigliere per la politica estera del presidente del Consiglio quando a palazzo Chigi c’era Massimo D’Alema, per assumere l’incarico di viceministro alla Farnesina nel governo di Mario Monti.
Nè potevano restare vuote le caselle alfaniane. Ecco allora Mancuso all’Enel.
Nonchè il giovane avvocato Andrea Gemma all’Eni, posto che inizialmente era destinato come detto a Mancuso.
Avvocato specializzato in liquidazioni, Gemma insegna all’università di Palermo e pochi giorni prima che l’ultimo governo Berlusconi spirasse ha avuto dall’ex ministro dello Sviluppo Paolo Romani l’incarico di commissario straordinario della Valtur. Impresa turistica travolta da un crac finanziario che doveva conoscere già piuttosto bene per via familiare.
Suo padre Sergio Gemma aveva infatti ricoperto fino al 2002 l’incarico di presidente del collegio sindacale della stessa Valtur, che nel 1998 era stata rilevata da Carmelo Patti.
Del quale, due anni fa, la procura antimafia ha chiesto il sequestro di tutti i beni. L’accusa, aver fatto affari con Cosa nostra…
Sergio Rizzo
(da “il Corriere della Sera”)
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