IL RISTORATORE CHE HA APERTO A IBRAHIMOVIC IN ZONA ROSSA: “MA QUALE CAZZO DI PANDEMIA? AVETE ROTTO I COGLIONI”
IL CALCIATORE ERA STATO TESTIMONIAL DELLA REGIONE LOMBARDIA AL MOTTO DI “RISPETTATE LE REGOLE”
Dopo il cartellino rosso rimediato durante l’ultima partita in trasferta a Parma, di ritorno a Milano il calciatore del Milan Zlatan Ibrahimovic se n’è infischiato di un altro rosso, quello della zona in cui si trovava fino a ieri la Lombardia, e si è fatto aprire attorno alle 13.30 il ristorante di Tano Simonato, proprietario del locale “Tano passami l’olio”.
E così, incuranti delle restrizioni per il Covid-19 che impongono a tutti i ristoranti di non poter servire ai tavoli i clienti, Ibra e gli altri avventori sarebbero stati protagonisti di un pranzo che, secondo quanto riferito a Fanpage.it da una sua fonte, è costato 300 euro a testa.
Soldi che stridono col fatto che attualmente i dipendenti del ristorante in via Petrarca, che a gennaio aveva aderito all’iniziativa “Io apro” e non aveva negato le difficoltà economiche, siano in cassa integrazione.
Le foto che Fanpage.it ha ricevuto da una sua fonte, che ha chiesto di rimanere anonima, mostrano il fuoriclasse svedese seduto assieme allo chef Simonato e ad altre persone, intente a bere un bicchiere di vino.
Tra i presenti, stando a quanto apprende Fanpage.it, c’era anche l’ex calciatore del Milan Ignazio Abate. Né Ibra né le altre persone, stando alle regole della zona rossa, avrebbero dovuto essere lì.
Ma lo stesso chef Simonato, raggiunto al telefono da Fanpage.it, ha confermato: “Ibra, Ignazio con un altro amico carissimo sono venuti a trovarmi, siamo stati lì un paio d’ore e poi se ne sono andati a casa”.
Simonato nega però che Ibra abbia pranzato: “È stata una cosa tra amici, normali, siamo amici e noi ogni tanto ci vediamo da me se non ci vediamo da altri amici”.
“Non hanno pranzato, da amici abbiamo bevuto un bicchiere di vino”. Quando gli è stato fatto notare che il suo ristorante, come gli altri locali, sarebbe dovuto rimanere chiuso per via delle restrizioni legate alla pandemia, Simonato si è scagliato contro i giornalisti: “Ma quale cazzo di pandemia, ma la smettete di rompere i cog… con sta pandemia?”.
Al di là dell’atteggiamento del ristoratore, che ha più volte invitato i giornalisti a “farsi gli affari propri” e ha insultato la categoria, colpisce l’atteggiamento di Ibrahimovic, che ha violato diverse norme della zona rossa sfruttando probabilmente la sua fama e la sua posizione.
Un atteggiamento che stride col fatto che lo stesso Ibra era stato scelto come testimonial proprio contro il Coronavirus dalla Regione Lombardia: “Il virus mi ha sfidato e io ho vinto, ma tu non sei Zlatan non sfidare il virus” diceva Ibra nel video.
E aggiungeva: “Usa la testa e rispetta le regole: distanziamento e mascherine”. Un rispetto delle regole che però, in questa circostanza, non si è visto.
(da Fanpage)
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