IL SALTO DEL QUAGLIARIELLO: “UN SOLO ESPONENTE DEL PDL AI TALK SHOW”, OVVERO I FINIANI A CASA
VIETATO ESPRIMERE OPINIONI PERSONALI: I BERLUSCONES DETTANO LE REGOLE ANCHE AI GIORNALISTI… NON POSSONO INVITARE CHI PARE A LORO, MA SOLO I PIDIELLINI DOCG, QUELLI DI DENOMINAZIONE ORIGINALE CORTIGIANA GARANTITA
Per l’esimio vicepresidente vicario dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, cognome un po’ da guascone, ma provenienza da ambienti di sacrestia, il partito ai talk show televisivi deve parlare con una voce sola, quella del padrone, come una vecchia casa discografica.
La compattezza e l’unità di vedute si può quindi raggiungere mandando ai dibattiti televisivi un solo esponente.
Poichè ultimamente avevano goduto di qualche passaggio esponenti finiani come Bocchino, Urso, Flavia Perina e Fabio Granata, Quagliariello propone il salto della quaglia: invece che due, se ne inviti uno solo, ovviamente quello scelto dal triumvirato o dal premier in persona.
E mentre i finiani ironizzano su un Pdl che dà ordini alle redazioni e ai conduttori dei talk show e Berlusconi se la prende con la Dandini, Quagliariello ci spiega il suo concetto di libertà che deve vigere nel Popolo della Libertà : “i partiti all’interno hanno una loro vita, fatta di posizioni articolate e a volte contrastanti, si discute, si decide e alla fine la voce all’esterno deve essere unica, altrimenti ci sarebbero due partiti”.
La teoria avrebbe un senso di fronte a un Pdl coeso, specchio fedele della leadership e convinto in tutto e per tutto della bontà della linea di partito.
Ma la realtà non è affatto questa.
Il Pdl oggi è un partito dall’anima divisa in due.
Ma per Quagliariello, non è più il caso di ammettere ai dibattiti in tv una voce per ciascuna di quelle due anime.
“Nessuno nega che si sia creata una dissidenza all’interno del Pdl e che lo scontro tra Fini e Berlusconi sia avvenuto. Era assolutamente normale che la stampa ne desse notizia, che le trasmissioni tv di approfondimento politico mettessero in evidenza il fatto, invitando esponenti delle due diverse posizioni. Normale per la settimana successiva a quanto accaduto. Non possiamo pensare che da adesso in avanti diventi un’abitudine che due persone elette tra le file dello stesso partito vengano invitate nei salotti del piccolo schermo in quanto portatori di due posizioni diverse”.
Per Bocchino il vero problema invece è rappresentato dal fatto “che nel partito mancano delle regole che si occupino delle minoranze. Nel documento finale della Direzione generale la minoranza non è contemplata. Perciò, quando si stabiliranno le regole per la minoranza, si troverà anche una soluzione per le partecipazioni in tv”.
Che in piena crisi economica, coi disordini in Grecia, con esponenti di rilievo del Pdl inquisiti, con un partito in crisi di consensi, il problema più grave da affrontare sia quello di far tacere i finiani sul piccolo schermo, neanche fossero delle quadrate legioni onnipresenti, fa meditare sulla paranoia che prende qualcuno quando sentono parlare di “politica”.
Poi si stabilisca una volte per tutte se il giornalista è autonomo o no: se lo è, ha diritto di invitare chi gli pare sulla base del tema da discutere.
Se ad es. il tema fosse la giustizia perchè un giornalista non dovrebbe invitare la finiana Giulia Bongiorno che è la presidente della Commissione alla Camera e si dovrebbe accontentare di un Quagliariello?
Un partito deve essere pluralista se si chiama “della Libertà “, altrimenti cambiategli nome, il simbolo ve lo consigliamo noi nella foto di supporto all’articolo.
Basta pagare i diritti di autore, sempre meglio che soffocare le intelligenze.
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