INTERVISTA AD ANGELA NAPOLI: “LE LISTE IN CALABRIA? STENDIAMO UN VELO PIETOSO”
“HANNO A CAPO PERSINO SOGGETTI INDICATI DALLA MAGISTRATURA COME ANELLI DI CONGIUNZIONE TRA POLITICA E CRIMINALITA’ ORGANIZZATA”…E DENUNCIA L’ASSE SCOPELLITI-BOCCHINO
Onorevole Napoli, dopo cinque legislature lei non viene ricandidata in Parlamento. C’è un problema in Calabria se un simbolo dell’antimafia come lei non viene inserito in lista da nessuna parte?
«Sì, io più che porre un problema di ricandidatura, insisterei molto sulla valutazione che viene fatta dai partiti politici rispetto alle scelte di coloro che andranno ad occupare il Parlamento italiano. Si è tanto parlato di rottamazione, io sono stata sempre del parere che la politica avesse assolutamente necessità di rinnovamento ma non di rottamazione e comunque di valutazione attenta delle scelte. Non è un problema legato al numero di legislature nè, per quanto mi riguarda, un problema legato direttamente alla mia ricandidatura, quanto all’attenzione che i partiti politici e, in particolare, il mio ex partito di appartenenza, Futuro e Libertà , rivolgono sia alla situazione con la quale sono state affrontate determinate battaglie in favore della legalità e contro il crimine organizzato, sia all’attività parlamentare che i singoli deputati e senatori hanno portato avanti durante il percorso della legislatura».
Onorevole Napoli, cos’è successo nel rapporto con Fini?
Più che nel rapporto con Fini, c’è stata la rottura assoluta del rapporto con il vicepresidente del partito, uomo al quale il presidente Fini ha delegato la gestione di Futuro e libertà portandolo dall’8% allo 0,9%».
In Calabria sono note le sue battaglie ed è noto, soprattutto, lo scontro con il governatore Scopelliti. In questo, il supporto di Fini c’è stato o la sua mancata candidatura deve essere letta anche in questa chiave?
«La lettura che do è chiara. Il governatore Scopelliti ha stabilito un patto con il vicepresidente del partito Futuro e libertà , Italo Bocchino. Anche perchè la loro fraterna amicizia non è stata mai sottaciuta, anzi più volte stata evidenziata. Il vicepresidente Bocchino non ha fatto altro che dare esecuzione alle volontà e al desiderio del governatore Scopelliti il quale ha detto più volte, e pubblicamente, che io sarei dovuta scomparire dalla scena politica. Il torto principale che sicuramente mi viene attribuito è proprio quello di avere denunziato particolari rapporti tra il crimine organizzato e il mondo politico e forse di avere iniziato a fare queste denunce guardando all’interno del mio mondo politico. D’altra parte io sono convinta che per poter fare battaglie che richiedono pulizia, questa debba partire dal proprio interno. Sono sicura che ho pagato e sto pagando per questo. Ma vorrei anche evidenziare che la mia lamentela non è legata al numero di legislature, che peraltro ieri ho appreso che il presidente Fini nemmeno conosce se sono cinque o sei. Glielo dico: sono cinque. La mia lamentela è legata alla dimostrazione palese di come questo mio ruolo e queste mie battaglie siano state un condizionamento e un’aggravante per il partito rispetto alla valutazione del lavoro che ho portato avanti».
Lei ha visto le liste in Calabria. Non mi riferisco solo a quella di Fli ma a tutte. Cosa ne pensa?
«Stendiamo un velo pietoso. Stendiamo un velo pietoso perchè sono liste che hanno a capo persino rappresentanti che sono stati indicati dalla magistratura quali anelli di congiunzione tra il mondo politico e la criminalità organizzata. Ma sono liste che pretenderebbero di evidenziare, da una parte e dall’altra magari inserendo determinate figure, che c’è l’intendimento dei partiti politici di combattere effettivamente la criminalità organizzata. Tutto falso, perchè chi veramente lotta e paga sulla propria pelle invece non è presente».
Se avesse davanti Fini, cosa gli direbbe?
«Gli direi “grazie” per l’attenzione che mi ha dato fino all’inizio della legislatura che adesso volge al termine. Gli direi invece “peccato” che non abbia saputo circondarsi o affidare gli incarichi del partito a persone che hanno veramente dimostrato di condividere quel manifesto di valori e hanno dimostrato anche di volergli bene e riporre fiducia in lui».
Ritornando ai temi locali, dalla relazione di accesso al Comune di Reggio sono emersi rapporti palesi tra certa politica e la ‘ndrangheta. Con lo scioglimento per mafia dell’amministrazione di palazzo San Giorgio, evidentemente il ministero dell’Interno è arrivato prima della magistratura a colpire la politica. Perchè?
«Perchè la politica è fortemente collusa con la ‘ndrangheta e mantiene la sua forza in questo. Ho l’impressione che parte della magistratura non intenda proprio andare fino in fondo nel toccare la politica. Io ho un’esperienza diretta: due anni fa ho ricevuto due lettere da parte di un collaboratore di giustizia ritenuto attendibile (perchè occorre anche fare questa premessa), nelle quali mi si diceva che per disposizioni di un uomo politico della mia stessa coalizione politica era stato dato mandato alle cosche della ‘ndrangheta di Rosarno di farmi fuori. Si dà il caso che in quello stesso periodo sia stata individuata una macchina “obiettivo” sotto la mia residenza di Roma. Però tutto è stato messo a tacere. L’unica cosa che nella lettera non veniva indicato era proprio il nome del politico. Ecco io avrei sperato che la magistratura e le forze inquirenti individuassero questo politico».
Invece cosa è successo?
«E invece è stato chiuso il tutto dicendo che non era stata individuata questa grande personalità e quindi il caso si chiudeva e rientrava nelle comuni minacce alle quali viene sottoposto (e quindi dovrebbero essere accettate) chi fa battaglie come le mie».
Come continuerà la sua attività politica d’ora in poi?
«Magari essendo ancora più presente sul territorio. Continuerà tranquillamente. Forse l’unica cosa che non potrò fare saranno le interrogazioni parlamentari, quelle che, secondo i boss, le cui dichiarazioni sono state intercettate, li hanno mandati in galera. Non importa, continuerò con le mie denunce che sono state sempre fatte con nomi e cognomi. Forse potrò essere anche più vicina ai problemi dei tanti cittadini calabresi che sovrastano quotidianamente le loro giornate».
Lucio Musolino
(da “il Corriere della Calabria“)
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