L’ OCSE TAGLIA LA CRESCITA DELL’ITALIA: “INCERTEZZE DALLE POLITICHE”
IL PIL SALIRA’ DI SOLO L’1,2%, LA META’ DI QUANTO FARA’ L’EUROPA
Si intensificano i segnali di rallentamento dell’economia globale, che coinvolgono anche l’Italia.
Sul nostro Paese, inoltre, grava l’incognita delle scelte del governo sui prossimi equilibri di finanza pubblica e sulle riforme da mettere in campo con la Manovra finanziaria, come sottolinea l’Organizzazione per la cooperazione e sviluppo.
L’Organizzazione con sede a Parigi scrive nel suo nuovo outlook sull’economia che la fase di espansione ha raggiunto il suo picco e che la crescita sarà probabilmente stazionaria al 3,7% quest’anno e il prossimo, a livello mondiale.
Sulle stime, però, pesano più che altro rischi al ribasso che rispondono al nome di dazi e guerra commerciale.
Proprio gli scambi globali, annotano dall’Ocse, hanno rallentato nella prima metà del 2018, con le tensioni “che hanno già mostrato i loro riflessi negativi sulla fiducia e sui piani d’investimento”.
Quanto all’Italia, da Parigi hanno limato le stime di 0,2 punti percentuali: per quest’anno si prevede una crescita dell’1,2 per cento e per il prossimo dell’1,1 per cento, in linea con l’ultima previsione.
La sforbiciata sul 2018 è in linea con il taglio medio alla stima dell’Eurozona, che comunque nel complesso si muove a velocità quasi doppia rispetto a noi con una progressione del Pil stimata nell’ordine del 2 per cento (livello simile alla Germania, vista all’1,9 per cento quest’anno).
La prospettiva di una “crescita più moderata è probabile in Italia, con incertezze rispetto alla scelta delle politiche”, è la diagnosi qualitativa dell’istituto sulla nostra situazione.
L’Ocse aggiunge il riferimento a “tassi di interesse più alti, e rallentamento della creazione di posti di lavoro trattengono i consumi” come fattori che pesano.
Più diretta ancora la nuova capoeconomista dell’Organizzazione, Laurence Boone. “All’Italia lanciamo un messaggio molto semplice: molte riforme sono state fatte dal precedente governo; è vitale che queste riforme continuino” perchè l’Italia deve “andare avanti sul cammino della crescita”.
Boone ha quindi lanciato un avvertimento sulla necessaria fiducia nelle politiche fiscali e il controllo della spesa pubblica, per rilanciare gli investimenti.
Altre cautele sulle previsioni economiche arrivano dai maggiori istituti statistici europei, secondo i quali la crescita nell’area euro ha perso slancio, ma continua comunque a un ritmo moderato.
Secondo quanto emerso dall’Eurozone economic outlook, rapporto elaborato congiuntamente dall’Istituto di studi e previsione economica tedesco Ifo, dall’Istituto nazionale di statistica italiano Istat e dall’Istituto svizzero Kof, nei primi due trimestri del 2018 la crescita del Pil dell’area euro è in decelerazione: in particolare, +0,4% la variazione congiunturale tra il primo e il secondo trimestre, condizionata negativamente dal rallentamento del commercio estero.
Nel rapporto si prevede che nei prossimi trimestri l’economia della zona euro sarà sostenuta dagli investimenti. Le imprese beneficeranno delle condizioni ancora favorevoli dei mercati finanziari e delle attese ancora positive sull’andamento dell’economia. Un ulteriore fattore di stimolo agli investimenti è rappresentato dall’alto livello della capacità produttiva utilizzata.
(da agenzie)
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