LA GIUNTA DEI PRELIMINARI SI AGGRAPPA AL CALENDARIO
OGGI NUOVA RIUNIONE SULLE DATE… SI VOTERà€ A METà€ OTTOBRE: TEMPO UTILE PERCHà‰ I BERLUSCONES TROVINO I 44 SENATORI NECESSARI A SALVARE IL CAVALIERE
Ci hanno messo due ore per stilare il calendario e, dopo le due ore, il calendario non c’era.
L’incertezza è l’unica certezza per la Giunta del Senato che può far decadere o salvare lo scranno di Silvio Berlusconi.
Infastidito (e chissà se pentito) per la retromarcia di martedì sera, il Partito democratico — assieme al Movimento Cinque Stelle — ieri ha cercato di bruciare i tempi, compresa la relazione di Andrea Augello, e aveva indicato il voto per lunedì o martedì. Ma il Pdl voleva 15 giorni di discussioni: niente unanimità , niente accordo.
Oggi seduta nel pomeriggio, ci riprovano. Ma per l’esito finale si dovrà aspettare metà ottobre: l’aula di palazzo Madama si esprime a scrutinio segreto, ai berlusconiani mancano 44 senatori.
C’è spazio e modo per la caccia al franco tiratore, specialità del Cavaliere.
Torniamo negli uffici di Sant’Ivo alla Sapienza, magnifica sede in cui i 23 senatori in Giunta hanno trascorso e trascorreranno parecchie ore.
Il socialista Enrico Buemi, eletto con i democratici, ne aveva calcolato una quindicina per bocciare o promuovere il testo di Augello infarcito con le pregiudiziali ribattezzate in preliminari, cioè i tre tentativi di girare la gestione all’esterno fra Corte di Lussemburgo e Corte Costituzionale .
Il Movimento Cinque Stelle è disposto a lavorare anche nel fine settimana, dunque oggi, domani e anche domenica se occorre. Il Partito democratico, stavolta in sintonia con Scelta Civica, ha preferito non esagerare e indicare lunedì o martedì.
Oggi sapremo.
Chiusa la parentesi di Augello, la maggioranza dovrebbe nominare un proprio relatore e la decadenza, almeno in Giunta, sarebbe sancita in una settimana, l’ultima di settembre.
A quel punto, ci sarà un’attesa, e si pronostica spettacolare, riunione pubblica con Berlusconi in persona o un suo legale rappresentante, ma non Niccolò Ghedini perchè parlamentare.
Ci sono al massimo dieci giorni di riflessioni e burocrazia prima di comunicare la decisione a palazzo Madama.
Qualcuno ipotizza che il Pdl potrebbe far allungare l’agenda chiedendo ulteriori dieci giorni: esiste un cavillo nel regolamento, ci possono riuscire.
Ricevuta la posta dai colleghi in Giunta, la prima o la seconda settimana di ottobre, il presidente Pietro Grasso potrebbe convocare i 321 senatori, compresi i sei a vita, per le votazioni su Berlusconi.
Ma si sovrappongo due date: il 15 ottobre finisce la finestra elettorale per l’inverno, poi se ne riparlerebbe nel 2014; il 19 la Corte d’Appello di Milano inizia a ricalcolare la pena accessoria ai quattro anni di condanna in Cassazione per il Cavaliere.
Ora queste sono ipotesi, anche ottimistiche, con tanti “se”: se il Pdl non s’inventa nuova arzigogoli procedurali; se non minacciano di mandare a casa Enrico Letta; se non monita il Quirinale; se il Pd non risente le pressioni.
E al Senato, ammesso che siano tutti presenti e tutti siano intenzionati a votare, lo scudo del Cavaliere parte da 117 voti.
La maggioranza è quota 161 e i berlusconiani proveranno la caccia dei 44 dai democratici ai centristi di Monti, nessuno escluso.
Il voto è segreto. E gli agguati, da Romano Prodi in giù, non sono fenomeni improbabili da quelle parti.
Anche perchè l’addio parlamentare di Berlusconi potrebbe provocare tanti addii e tanti sommovimenti interni ai partiti rivali o alleati di governo.
Carlo Tecce
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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