LA MARINA ITALIANA SALVA 36 PROFUGHI A 75 KM DALLE COSTE LIBICHE IN ACQUE INTERNAZIONALI, IL BARCONE STAVA AFFONDANDO, SALVINI HA UNA CRISI ISTERICA
LA MARINA HA FATTO IL SUO DOVERE, COME DETTA IL CODICE DELLA NAVIGAZIONE… SE SALVINI VUOLE IMPEDIRE L’ATTRACCO DI UNA NAVE MILITARE ITALIANA IN UN PORTO ITALIANO VA ARRESTATO
Si preannuncia un nuovo caso Diciotti e un nuovo braccio di ferro nel governo tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e la titolare della Difesa Elisabetta Trenta.
Al centro della polemica il salvataggio di quaranta migranti operato questa mattina da una nave della Marina militare italiana, la Cigale Fulgosi, in zona Sar libica a 75 chilometri dalle coste in acque internazionali.
A darne notizia è lo stesso Salvini, che fa sapere subito che non intende concedere l’approdo in un porto italiano alla nave militare italiana.
La Marina italiana replica con una nota: “Il barcone soccorso imbarcava acqua e quindi era in procinto di affondare, con le persone a bordo prive di salvagenti che erano in imminente pericolo di vita. Il soccorso è stato effettuato da nave Cigala Fulgosi che in aderenza alle stringenti normative nazionali ed internazionali ha recuperato 36 persone di cui 2 donne e 8 bambini. Nave Cigala Fulgosi, unità della Marina militare italiana, fa parte dell’operazione “Mare Sicuro” e sta conducendo “attività di presenza, sorveglianza e deterrenza, anche in ragione all’attuale situazione di sicurezza presente in Libia”.
“Tale unità – ricorda la Marina – è posta in particolare a protezione distante di nave ‘Capri’, anch’essa facente parte dell’operazione ‘Mare Sicuro’, che si trova ormeggiata in porto a Tripoli per fornire assistenza tecnico-logistica ai mezzi della Marina militare e della Guardia Costiera libica. L’unità è anche a salvaguardia del personale italiano presente a Tripoli nonchè delle piattaforme estrattive dell’Eni presenti al largo delle coste libiche”.
Esattamente quanto avvenne questa estate con la nave Diciotti della Guardia costiera italiana lasciata in alto mare per dieci giorni con i migranti a bordo e poi fatta approdare a Catania. Per quell’episodio Salvini è stato indagato per sequestro di persona, il tribunale dei ministri di Catania ne ha chiesto il rinvio a giudizio, ma il Senato ha negato l’autorizzazione a procedere.
Salvini non intende cambiare linea. “C’è una nave della Marina militare che in acque libiche ha raccolto 40 immigrati, io porti non ne do – ha detto – Perchè in acque libiche?”
In realtà non sembra che la nave italiana sia intervenuta in acque libiche, ma a 43 miglia dalla costa, dunque in acque internazionali.
Vincent Cochetel, inviato dell’Unhcr per il Mediterraneo Centrale dice: “Si applicano le norme della convenzione Cedu. Nessun ritorno in Libia è possibile. E’ necessaria solidarietà internazionale”.
(da agenzie)
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