LA PROF BULLIZZATA DAGLI ALUNNI AD ALESSANDRIA E I GENITORI CHE DIFENDONO ANCORA I FIGLI INVECE CHE PRENDERLI A CALCI IN CULO
IL MONDO ALLA ROVESCIA: FACCIAMO I CORSI CONTRO IL BULLISMO NELLE SCUOLE E POI NON SI HA IL CORAGGIO DI ESPELLERE LA TEPPAGLIA
La storia ha fatto il giro del web e non solo. La storia è quella di un’insegnante di un istituto superiore di Alessandria “bullizzata” dai suoi studenti.
Agli inizi di febbraio la professoressa, supplente, sarebbe stata prima ridicolizzata e poi addirittura immobilizzata con lo scotch alla sedia, quindi presa a calci.
Ma considerato che la bravata era di quelle delle quali vantarsi, l’accaduto sarebbe stato ripreso dai cellulari di alcuni alunni e quindi pubblicato su Instagram e poi sulle chat di Whatsapp. La notizia così è stata riportata su quotidiani nazionali e locali e ripresa anche dalle radiotelevisioni.
Insomma, la disabilità della professoressa, quasi il pretesto per infierire su di Lei. Anche i genitori sono intervenuti. Per minimizzare, ovviamente. “È vero che hanno mancato di rispetto ad una insegnante che peraltro ha delle difficoltà fisiche, deridendola e non dando ascolto alle sue richieste, è vero che è intervenuto un ragazzo più grande a riportare ordine, ma è assolutamente falso ed infamante che l’insegnante sia stata legata su una sedia, che sia stata presa a calci e pugni la sedia stessa. Come è assolutamente falso che filmati dell’accaduto siano stati postati sui social”, scrivono in un comunicato che dicono “condiviso” con la scuola.
Ma “Vittima questa volta sono i ragazzi, si sono visti descrivere come delinquenti, sono stati demonizzati ingiustamente”, affermano.
A parte l’incongruenza, a proposito della divulgazione dei filmati dell’accaduto, di quanto scrivono i genitori dei “ragazzi… demonizzati ingiustamente”, rimane la scena. Grave, anzi gravissima.
Anche se il Consiglio di classe ha adottato per l’intera classe la punizione di un mese di sospensione con l’obbligo della presenza. Anche se i ragazzi a turni di tre hanno il dovere di svuotare i cestini delle altre classi.
Un provvedimento ridicolo di fronte alla gravità dei fatti.
La vicenda è seria, nonostante i provvedimenti della Scuola e il biasimo intermittente dei genitori. Forse lo è ancora di più in ragione proprio della reazione dei genitori.
Del loro tentativo di ricondurre la questione ad una bravata inconsapevole.
Provare a trovare qualche plausibile giustificazione alla vicenda chiamando in causa la società contemporanea, ormai priva di punti di riferimento, di figure autorevoli, un esercizio sterile.
Ad emergere, anche in questa occasione, sono ancora una volta i genitori. Hanno bullizzato un’insegnante, ma “non sono deliquenti”, dicono.
La vittima non è l’insegnante ridicolizzata, ma quei poveri “ragazzi demonizzati ingiustamente”. D’altra parte, bisogna pur giustificare. I ragazzi hanno scherzato. Non pensavano di far nulla di male. La professoressa poi, “ha compreso”, per questo non ha sporto denuncia. I genitori sono sicuri, e da quel che scrivono anche un po’ indignati per la reazione che si è scatenata contro i loro ragazzi. Non sono i soli. Anche un nutrito gruppo di genitori di occupanti di alcuni licei romani, alcuni mesi fa, hanno protestato per le accuse di danni agli immobili rivolte ai loro figli. Senza contare i genitori che si sono fatti giustizia da soli, aggredendo fisicamente dei professori.
Pensare che in molti istituti scolastici ogni anno si organizzano corsi rivolti agli studenti per proteggerli dal fenomeno del bullismo, tramuta questi accadimenti in autentici paradossi.
Già , perchè sempre più frequentemente a subire violenze sono i professori.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply