LA RAGGI VUOLE ASSUMERE ALTRI TRE GIORNALISTI: ATTUALMENTE ALL’UFFICIO STAMPA SONO “SOLO” 49 PIU’ ALTRI 15 A TEMPO DETERMINATO
IL MURO CHE SCHERMA IL POTERE DEL M5S
All’ufficio stampa di Roma Capitale ci sono una cinquantina di persone, 49 per l’esattezza. Alle quali vanno aggiunti i portavoce politici, ovvero 15 giornalisti distribuiti negli staff degli assessori e della sindaca, oltre a quelli nei Municipi.
Un piccolo esercito, che può vantare avamposti anche in Atac (8), Ama (5), Roma Mobilità (10), Zètema (5) e Acea (4, senza contare le Relazioni esterne).
Insomma, paghiamo – sì, paghiamo, perchè i colleghi lavorano per una pubblica amministrazione, anche se non tutti con contratti giornalistici – più di un centinaio di persone. Da ieri è partito un bando per assumerne altri tre, richiesta esperienza nel foto-ritocco.
Allora si potrebbe pensare: “Chissà nelle redazioni quante notizie arriveranno da quelle stanze, quanti comunicati e dati sull’attività della macchina comunale”. Purtroppo la realtà è diversa, perchè dagli uffici della sindaca e dei suoi collaboratori non esce neppure una velina.
I contatti dei cronisti con gli addetti stampa sono quasi nulli, a volte segreti («Non dire che abbiamo parlato»), o basati su rapporti personali («Per favore, siamo amici, mi confermi questa notizia?»), addirittura ricattatori («Ti prego dimmi qualcosa, altrimenti mi licenziano»).
La maggior parte dei tentativi però vanno a vuoto, spesso non rispondono alle telefonate neppure i portavoce degli assessori, e i redattori più fortunati, e bravi, riescono a raggiungerli se hanno il numero di cellulare, quando l’assessore di turno non è di cattivo umore per qualcosa di sgradito che è uscito comunque sui giornali.
Eppure avevano promesso che con i 5Stelle al potere si inaugurava una nuova stagione, quella definita della trasparenza. Ora anche i predecessori di Virginia Raggi avevano uno stuolo di comunicatori: che infatti erano quasi degli stalker, dai quali le redazioni dovevano difendersi.
Ancora oggi gli uffici stampa di enti e aziende assediano i giornali. E fanno bene. Perchè questa è la regola: chi è pagato per fornire informazioni ai giornali si dedica a questo scopo. A maggior ragione se lo stipendio è onorato con i soldi dei contribuenti.
Nell’era grillina no. Tanto che l’ufficio stampa del Campidoglio, fra gli addetti ai lavori, ormai viene affettuosamente soprannominato l’ufficio smentite.
E sì, perchè ogni giorno, dopo aver centellinato o negato qualunque riscontro, arriva puntuale la rettifica. L’assessora Meleo, ancora ieri, si affannava a precisare la notizia relativa ai parcheggi contenuti nel piano appena approvato. Dando la colpa ai giornali, naturalmente. E non al muro che hanno eretto fra chi amministra e i cittadini. I giornali sono (sarebbero) lo strumento che consente ai cittadini di controllare l’operato degli amministratori. Così come chi lavora negli uffici stampa degli enti pubblici è (dovrebbe essere) al servizio dei mass media, che svolgono un servizio pubblico.
Viene da citare Humphrey Bogart in Quarto Potere: “Questa è la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente”.
(da “La Repubblica”)
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