LA RIFORMA PASSA CON 357 SI’, FORZA ITALIA VOTA NO MA 17 DEPUTATI SI DISSOCIANO DALLA LINEA IN UNA LETTERA
NEL PD SOLO UNA DECINA DI DEPUTATI NON VOTA
“E’ un giorno difficile, vi chiedo di restare uniti”. L’ordine di votare “no” al ddl Boschi non è bastato, Silvio Berlusconi ha dovuto scrivere ai suoi e implorarli di non abbandonare il partito proprio nel giorno in cui la Cassazione decide se confermare l’assoluzione nel processo Ruby o rinviare all’appello per un nuovo giudizio.
Mentre a Montecitorio sono state approvate in seconda lettura le riforme costituzionali (357 i sì e 125 i no), l’ex Cavaliere ha in mente solo le sue vicende giudiziarie.
Nelle scorse ore i suoi parlamentari si erano spaccati sulla posizione da tenere in Aula, ma oggi, dopo le preghiere del leader, tutti sono tornati sull’attenti.
“Berlusconi”, ha detto la deputata Daniela Santanchè che solo ieri sera si era detta pronta a disobbedire, “ci ha chiesto un gesto di lealtà “.
Intanto però 17 parlamentari, i più vicini all’uomo delle riforme Denis Verdini, hanno firmato un documento in cui esprimono il loro dissenso e in cui ribadiscono di essere tornati sui loro passi solo per “affetto”.
Presenti a Montecitorio erano tutte le opposizioni tranne il Movimento 5 Stelle.
Solo Gianfranco Rotondi ha votato “sì” alle riforme costituzionali tra i deputati di Fi. Non hanno partecipato al voto 3 deputati azzurri (4 se si considera anche Galan) mentre non figurano astensioni e solo 1 deputata azzurra è in missione: Lorena Milanato.
Malumori nella minoranza Pd: otto deputati non hanno partecipato al voto e in tre si sono astenuti (Angelo Capodicasa, Carlo Galli e Guglielmo Vaccaro).
Non hanno votato Francesco Boccia, Giuseppe Civati, Stefano Fassina, Ferdinando Aiello, Paola Bragantini, Massimo Bray, Luca Pastorino, Michele Pelillo.
Altri 7 dem non hanno votato ma avevano comunicato al gruppo l’assenza: Carrozza, Battaglia, Becattini, Casati, Folino, Genovese e Martelli. Nessun deputato Pd ha votato contro il ddl.
“Gli onesti stanno fuori”, ha detto Danilo Toninelli entrato solo per le dichiarazioni di voto. “E’ davvero doloroso per me essere qui oggi ma lo faccio con l’orgoglio di chi ha il compito di testimoniare la contrarietà al tentativo di rovinare la Costituzione imposto con metodi fascisti”.
L’Aula, quella stessa che poche settimane fa era rimasta semivuota davanti ai parlamentari del Pd che votavano gli emendamenti al ddl Boschi da soli, ha dato il via libera al provvedimento in seconda lettura.
Il testo dovrà poi tornare per le ultime letture al Senato e alla Camera. Infine ci sarà il referendum confermativo, così come previsto da Renzi.
A firmare il documento dei dissidenti di Forza Italia sono tra gli altri Massimo Parisi, Luca D’Alessandro, Daniela Santanchè, Laura Ravetto, Monica Faenzi, Ignazio Abrigani, Luca Squeri, Basilio Catanoso, Antonio Marotta, Giovanni Mottola, Giuseppe Romele, Marco Martinelli, Carlo Sarro, Gregorio Fontana, Giorgio Lainati, Gianfranco Rotondi e Paolo Russo.
E’ lontano insomma il tempo del patto del Nazareno, quando il soccorso azzurro sempre compatto si schierava a fianco di Matteo Renzi.
Dopo la rottura per il mancato accordo sull’elezione del presidente della Repubblica, Berlusconi impone ai suoi di stare all’opposizione, ma il partito accetta a fatica.
In prima linea per il no, c’era il capogruppo di Fi Renato Brunetta: “Lei, signor presidente del Consiglio che non c’è”, ha detto, “ha tradito la nostra fiducia, per il potere. Questa riforma si è trasformata in un fantasma che si aggira nella nostra democrazia, una democrazia trasformata in una democratura”.
Gli ha risposto poco dopo il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: “Non capiamo il passo indietro di Forza Italia, ma l’Italia non può più aspettare”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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