LE BALLE DI RENZI: A GENNAIO CALA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE DELLO 0,7%
LA RIPRESA SI ALLONTANA, IL DATO METTE A RISCHIO LA RIPRESA DEL PIL: -2,2% RISPETTO ALL’ANNO PRIMA
La ripresa è più lontana.
La produzione industriale a gennaio è tornata a calare registrando una contrazione dello 0,7% su dicembre e del 2,2% rispetto a gennaio 2014.
E’ quanto rileva l’Istat registrando nuovi segni meno dopo il risultato positivo di dicembre. Tutti i comparti contribuiscono alla flessione tendenziale: si tratta di un dato in qualche modo preoccupante, perchè l’andamento dell’industria è direttamente correlato a quello dell’economia del Paese.
Le fasi di contrazione della produzione hanno inciso con i periodi di recessione, mentre quelle di espansione si sono tradotte nei momenti di ripresa.
Tra i pochi dati positivi l’Istat sottolinea la crescita del 35,9% della produzione di autoveicoli a gennaio rispetto all’anno precedente: si tratta dal quarto aumento consecutivo a due cifre per il settore.
Nel dettaglio, l’indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali positive nei comparti dell’energia (+0,5%) e dei beni di consumo (+0,1%); diminuiscono invece i beni strumentali (-1,8%) e i beni intermedi (-0,2%).
In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a gennaio 2015, flessioni in tutti i comparti; diminuiscono i beni intermedi (-2,8%), l’energia (-2,7%), i beni di consumo (-2,0%) e, in misura meno rilevante, i beni strumentali (-0,9%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a gennaio 2015, i comparti che registrano i maggiori aumenti tendenziali sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+16,1%), della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+4,3%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+4,3%).
Le diminuzioni maggiori si registrano nei comparti della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-8,1%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-5,7%) e della fabbricazione di macchine e attrezzature (-5%).
(da “La Repubblica”)
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